Storia di ordinaria italianità
Era il Natale del 1964, il primo Natale che trascorrevo fuori casa.
Mi sento chiamare con l’altoparlante perché dovevo montare di guardia in garitta alla porta centrale di Maridepocar La Spezia.
Non toccava a me, accidenti, io ero di riserva…
Pensai tra me e me “non importa chi doveva farlo evidentemente non può farlo”.
Dopo mezz’ora di garitta con in mano il “M.a.b.” e nessuno che mi avesse spiegato quali fossero i miei compiti, vedo uscire dalla porta, pronto per la franchigia, il marinaio che avevo sostituito per il servizio. Si chiamava Marco Cariboni di Lecco, era venuto l’Arcivescovo di La Spezia a prenderlo per potergli permettere di trascorrere il Natale in famiglia (gli altri 2000 evidentemente eravamo orfani). In quel momento mi scesero due lacrimoni, ancora oggi non so’ spiegarmi se erano di nostalgia per la mia famiglia o di rabbia per quella vigliaccheria subita.
Fu comunque una stupenda esperienza di vita (avevo solo 19 anni) e da quel momento mi sono riproposto che mai più, a nessuno, avrei consentito di condizionare la mia vita.
Questo non è un aneddoto, né un fatto curioso, né uno scherzo, è solo la cruda verità di una storia, una storia di ordinaria italianità con nomi, cognomi,date e prelati.
23 commenti
Marino Miccoli
Il signor Bruno Bardelli con il suo scritto ha il merito di ricordarci che oltre a quegli individui insulsi protagonisti di quella schifosa “ordinaria italianità” ci sono persone come lui che hanno sempre fatto il proprio dovere e che hanno onorato la divisa con le stellette ed il solino che indossavano.Sono questi ultimi, che rendono “straordinaria” la loro e la nostra italianità.
Grazie di questa sua significativa testimonianza, stimato signor Bruno.
Giuseppe Orlando
..bene conoscere e sapere. Ciao Ezio e ciao Bruno
Matteo Scibilia
Storie di ordinaria e quotidiana nefandezza itagliana
Grazie, Bruno sono solidale con te.
Marco Filzi
Grazie Bruno storia triste ma purtroppo tipicamente nostrana…
Antonio Melis
Per un mese circa pure io ho dovuto battere il piede su quella pedana ;Felice giornata e buon Martedì Ezio , buon giorno
EZIO VINCIGUERRA
:-) Ciao Capo Melis …allora hai compreso lo sfogo a distanza di tanti anni di Bruno V. Bardelli
Bruno Caleffi
ciao Ezio, articolo molto bello e vero. complimenti. Sei forte. E’ bello averti conosciuto, ed averti amico. Ti stimo molto.
EZIO VINCIGUERRA
Buongiorno a te Bruno e a voi tutti che commentate.
Grazie dei complimenti che mi incoraggiano a proseguire su questa rotta.
Un abbraccio
mikele tocci
Ciao Ezio, anch’io ho vissuto un’esperienza quasi simile, ovvero: feste Natalizie del 1969, il mio sostituto era andato in licenza per il Santo Natale,io sarei dovuto andare,scusa il condizionale,per Capodanno ma caso strano l’altro mando il certificato di malattia; traete voi la conclusione, ciao a tutti i Frà e Sorè!
mikele tocci
Aggiungo ero imbarcato su Nave Cigno
EZIO VINCIGUERRA
🙂 Ciao Michele, come si dice mal comune mezzo gaudio.
Ora come allora e allora come ora…
Bruno V. Bardelli
Grazie Ezio …. grazie 1000
EZIO VINCIGUERRA
🙂 Bruno V. Bardelli carissimo, sono io che devo ringraziare te. Un abbraccio
Antonio Melis
Ciao Bruno coraggio, ora mai e acqua passata , Buonanotte Ezio::
Sole e Luna
Luna Sole
Prometti a te stesso di infondere bontà‚ bellezza‚ amore
ad ogni persona che incontri;di far sentire a tutti i tuoi amici
che c’è qualcosa di grande in loro;di guardare al lato bello di ogni cosa e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.Prometti a te stesso di pensare solo al meglio‚di lavorare solo per il meglio; di aspettarti solo il meglio‚di essere entusiasta del successo degli altri come lo sei del tuo.Prometti a te stesso di dimenticare gli errori del passato per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro‚
di essere sereno in ogni circostanza e di regalare un sorriso ad ogni creatura che incontri;di dedicare così tanto tempo a migliorare il tuo carattere da non aver tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso di essere troppo nobile per l’ira‚ troppo forte per la paura‚troppo felice per lasciarti vincere dal dolore.
mikele tocci
Ciao Ezio, certo hai ragione, cambiano i tempi ma i risultati sono sempre gli stessi, buon pomeriggio a tutti!
Domenico Vigliarolo
Mi sento a disagio e provo tanta rabbia
Alessio Sisso Floris
AVVISO AI NAVIGANTI.
Buon Vento a Tutti.
Franco Mazzei
pura sacrosanta verità!
Bruno Vincenzo Bardelli
Non avrei mai pensato che un nitido ricordo di un suppruso avrebbe suscitato tanto interesse. Grazie sopratutto all’amico Ezio che con il suo costante interessamento riesce a cogliere certe sensazioni. Ne cito un’altra:
– Partiti per il Car (tutti uguali)
– immatricolazione (tuuti uguali) con una sottile differenza chi aveva i soldi si faceva “ritoccare ” la divisa.
-Destinazione ai corpi dopo la specializzazione (diversi) chi poteva contare su certi appoggi poteva finire su certe stazioni Radio ambite (Genova- La Spezia- Venezia- Roma- Napoli) io a Cagliari.
-Successivo imbarco “Nave Intrepido” La Spezia – Smentito in 24 ore e variato in “Nave PO” Messina.
e da questo momento che nascono le vere differenze che non capitano in nessun altro corpo militare………noi facciamo un salto indietro nel tempo pari agli anni del progetto nella nostra nave. Perchè ;
-Ho dormito sulle brande volanti (Intrepido = cuccette)
-Come servizi c’erano le “turche” open space- (Su Intrepido non so ma non credo).
-Si mangiava nelle gamelle di alluminio (Intrepido self service).
Si potrebbe continuare ……ma per oggi mi fermo quì. Conclusione il Militare in Marina non era per tutti uguale per alcuni è stato bellissimo ma molto molto scomodo.
bruno bardelli
P.S. Non avrei mai cambiato la mia Nave per un’altra più comoda…perchè su quella nave c’era uno stupendo equipaggio e tanti amici fraterni ma sopratutto era la MIA NAVE. Ciao a tutti
Francesco 5°49
Non avrei mai immaginato che dopo 43 anni avrei commentato momenti trascorsi in Marina. Imbarcato su nave Intrepido D571 dove ho trascorso tutto il servizio militare e solo ora con colpevole ritardo aprezzo il periodo trascorso in quella inimitabile nave. Hai ragiono Bruno sulla mia”si sulla mia”nave c’erano tutte queste comodità ma non solo, il comando era di prima qualità e i fra in una regola non scritta si diventava luno per l’altro- I periodi tristi ci sono stati ma mi rifuggiavo a poppa con un libro e pensavo a quando anche a casa(sardegna)guardavo il mare e tutto spariva. Con tanta nostalgia abbaccio e auguro a tutti voi un vento in poppa.
Graziano Spiandore
Caro Bruno,
ti avrei salutato con piacere alla garitta del Maridepo, o magari l’ho fatto, a La Spezia nel Dicembre ’64. Mi piaceva ritornare, ancora lo faccio, sul “luogo”. Ho fatto piu’ di 2 mesi, fine Ottobre Novembre-Dicembre 1963 quel servizio di sentinella con la neve che scendeva notte e giorno alternato alla cassa e in piu’ la ronda americana, la 6° flotta era in rada, esattamente durante il periodo di Natale e Capodanno. Avevo perso la cognizione del tempo dati i turni e il “mitra” che diventava pesante con il passare delle ore. Di notte avevo un cappottone enorme. Meno male che qualcuno passava con il caffe’…. Ero rimasto solo in attesa di destinazione e caso volle, anche se “sentivo” per me era una destinazione importante, che andassi alla Accademia di Livorno il 3 Gennaio ’64 cosi potevo seguire la “Nave Intrepido” che ai cantieri Luigi Orlando era ancora in costruzione. Nel Luglio ’64 l’Intrepido ha fatto il suo primo viaggio a La Spezia. Sono rimasto fino al 31 Ottobre ’65, giorno del rientro della crociera, 6 mesi, nelle Americhe. Era una bellissima, pulita moderna nave. Veramente l’orgoglio della MM. Auguri e tieni con te i ricordi migliori.
Salvatore
Anche mio padre, Antonio Fazio, era imbarcato sull’Intrepido durante la crociera nelle Americhe del 1965.