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A mio padre

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
tratto da Emigrante di poppa (diritti riservati)

L’ultima partita di campionato mi riservò gioia e dolore. La gioia per aver segnato il primo gol della mia vita in un torneo ufficiale. I compagni mi sostennero, mi abbracciarono, gioivano per “Ricciolino” che finalmente aveva segnato un gol. In quella partita ricevetti un calcio al volto, piú esattamente nella guancia destra, dove ancora oggi porto una cicatrice che sembra avermi scolpito, quando rido, una fossetta. Ma non fu il vero dolore, per me che aspettavo la fine dell’incontro di calcio per rientrare a casa e dare la bella notizia ai miei familiari. Ma l’uscio era spalancato. La casa piena di vicini con aria mesta, triste e sconsolata. Le donne piangevano, percepivo le voci dei vicini che esclamavano:
– “Ecco è arrivato il figlio, povero bambino”.
Capii. Corsi verso la ringhiera del balcone per nascondere le lacrime, mi accartocciai su me stesso in posizione fetale per covare il dolore. Piangevo, singhiozzavo e mi soffiavo ripetutamente il naso. Se ne era andato troppo in fretta: non avevo fatto a comunicargli che suo figlio aveva fatto finalmente “goal”, che aveva vinto qualcosa di importante e che adesso l’avrebbe fatto felice anche studiando la musica.
Giorno triste, per quel bambino che si apprestava a diventare ragazzo. Senza un fratello, senza un confidente.
Nell’immediatezza non ebbi il coraggio di guardare mio padre sul letto di morte. Volevo ricordarlo da vivo, mi parve. Solo l’insistenza di parenti e conoscenti mi convinsero a vederlo prima che fosse chiuso nella sua povera bara di legno di ebano liscio lucidato. Giaceva fermo e rigido sul talamo nuziale al centro della stanza con due enormi candelabri ai piedi del letto, una coroncina del rosario fra le mani e l’immaginetta di San Giorgio, il suo santo protettore, adagiata su quell’esile corpo ridotto a pelle ed ossa.
La messa ed il funerale furono maggiormente strazianti. Il dolore di mia madre, la disperazione delle mie sorelle, specialmente di mia sorella Angela, ricordo; e l’interminabile omelia funebre del sacerdote che, pur esaltando i pregi in vita di mio padre, non esitò a dire che la vita, seppur nel dolore, continua. Continua un corno, pensavo io.
Il rientro a scuola fu ancora piú difficile per Ricciolino, anche se erano gli ultimi giorni di lezioni. Alla vista dei compagni scoppiai in lacrime. Avvertivo come un senso di vergogna. L’insegnante di matematica, la professoressa Sozzi, mi venne subito incontro, il suo alunno prediletto aveva perso il genitore: l’unico della classe con tale lutto. Lei non era sposata ma ci sapeva fare con i ragazzi. Aveva modi spiccioli, decisi e atteggiamenti quasi maschili. Mi disse di non piangere e di comportarmi da uomo. In effetti non aveva torto.
Il bambino che era in me, invece di diventare ragazzo, divenne uomo. Tra poco iniziavano le vacanze estive e si ritornava a Castelmola. Ma di quell’estate non ricordo nulla!

53 commenti

  • Giovanni Caruso

    Non dev’essere stato facile per Ricciolino, ma sono sicuro che da lassù, tuo padre ha comunque vegliato su di te e ti ha reso l’uomo che oggi sei e tutti apprezziamo.
    Ci sono figli che hanno accanto padri che non meritano. Meglio un bel ricordo che un triste presente.
    Un grande abbraccio
    Giovanni Caruso

  • Marino Miccoli

    Ezio carissimo,
    anch’io come te ero un ragazzo quando ho perduto mio padre e pure Lui, come il tuo, era un Uomo laborioso che veniva dal popolo e per questo ne conservava la semplicità, la schiettezza e la dignità; riuniva in sè le qualità tipiche dei capo-famiglia del nostro amato Meridione.
    Per me il giorno della festa del papà e un giorno triste se mi volgo a poppa, felice se mi volgo a prua.
    Ezio, grazie del tuo sentito ricordo che opportunamente hai pubblicato in questo giorno.
    Marino Miccoli

  • Giovanni Salamina

    ‎ come dice Ezio Pancrazio Vinciguerra, una volta marinaio, marinaio per sempre.

  • Gabriele Masia

    Ricciolino ,mettilo anche nei marinai ,e’ una cosa tua, ci tengo …Ezio mi sono permesso di pubblicarlo nei nostri gruppi , e’ un passaggio veramente forte ….un abbraccio ..se ho sbagliato dimmelo !!!

  • ezio vinciguerra

    🙂 Capitano oh mio capitano, Gabriele carissimo, se ti dico che ti voglio bene mi credi?

  • ezio vinciguerra

    Carissimi Marino e Giovanni, amici di sempre.
    Non è stato facile né per Ricciolino, né per voi che, come me, avete avuto la stessa sorte di emigrante di poppa. Questo però ci ha reso quello che siamo oggi:
    fieri. Fieri e felici di essere padri!

  • Giuliano Amato

    solo noi ” figli del mare” sappiamo cosa vuole dire sentire la mancanza del nostro papà..aspettare con trepidazione la fine del mese e per i più fortunati la fine del weekend…e per chi non è del mestiere,e così si può dire,non è tutto oro quello che luccica..ezio è la dedica più bella che potessi fare a chi del mare ne ha fatto una famiglia…auguri

  • Gianfranco Gargia

    Non dubitare mai dei miei sentimenti sono veritieri perchè vengono dal cuore TI VOGLIO BENE.

  • ezio vinciguerra

    🙂 Mink Frà Gianfry mi hai commosso. Sono felicissimo del tuo apprezzatissimo commento

  • Di Terlizzi Piero

    Ciao Ezio, ti ringrazio ed apprezzo le tue parole. Un abbraccio forte a te e la tua splendida famiglia

  • Pietro Morrone

    Ciao Ezio, come stai? Ti volevo solo informare che sto frequentando a Taranto il Corso base di formazione per P.I.
    Un abbraccio e auguri.

  • ezio vinciguerra

    [:-)] Ciao Pietro questa è una bella notizia. Sono stato sempre sicuro delle tue capacità professionali e soprattutto morali.
    Nulla è difficile volendo, non chi comincia ma chi persevera, …mai dire mai parola di emigrante di poppa.

  • ezio vinciguerra

    [:-)] per adesso c’è bisogno della solidarietà, tanta e non solo ai nostri figlii.
    La solidarietà non è un mondo a parte ma è una parte del mondo.
    Un abbraccio grande, profondo e trasparente come quel mare che ci portiamo dentro a tutti, nessuno escluso.

  • Salvatore Cingari

    Grazie Pancrazio, spero solo che tu possa venire un po’ di più a trovarci. Un bacione.

  • MASSIMO MANCINI

    EZIO GRAZIE DI CUORE OVVIAMENTE TI INVITO PER UN CAFFE’ AL MINISTERO GIOVEDI’ MI TROVI!!!! TI ABBRACCIO MASSIMO.

  • Michele Tocci

    Ciao Ezio il libro è arrivato, ed io ho già letto meta , posso dirti k si legge con piacere xk è scritto con amore ed i passi sono veritieri ed alcuni ancora attuali. Grazie di >3

  • margherita dolce

    Grazie Ezio,per aver voluto condividere e trasmettere a tutti noi le contrastanti e forti emozioni di questa commovente giornata che ha lasciato il segno nella tua vita!…

  • Alesandro Epifani

    la perdita di un genitore dev’essere davvero un distacco del cuore enorme! Ho quasi 36 anni, e penso spesso a questi momenti, a quando accadranno, vedendo i miei genitori ormai avanti con gli anni e con gli acciacchi dovuti a varie vicissitudini di salute. Eppure sembra ieri quando ricordo mio padre senza nemmeno un capello bianco e dal fisico vigoroso e forte, e mia madre giovane donna, dai capelli lunghi fino alla schiena! Perdere un genitore da piccoli e tutt’ un’altra storia sicuramente. Deve far davvero tanto male, e ti costringere a crescere in fretta come è accaduto a “Ricciolino” di abbandonare la fanciullezza dalla notte al giorno, e diventare grande con l’amaro di un dolore così profondo. La vita spesso ci mette di fronte a dolori e a problemi, che ci spezzano in due, stà solo a noi trovare quella forza dentro per reagire ed affrontare con la grinta ogni giorno, quasi a volercelo ingoiare quel tempo, per non ricordare…per fingere di cancellare e non sentire il dolore. Ma se non ci fossero i ricordi….forse non ci sarebbero nemmeno i sogni, e sognare ricordando non sarebbe così meravigliosamente bello….
    Un abbraccio a te caro amico Ezio.
    Ale.

  • Ludovica Sarcina

    Bellissima dedica Ezio in questo giorno cosi’ importante..solo da poco tempo,forse con la maturita’..ogni volta che faccio gli auguri a mio babbo Michele penso che lui suo babbo non l’ha piu’ da tanto…

  • ezio vinciguerra

    ‎:-) Carissima, pregiatissima e stimatissima Commi Ludovica Sarcina, un abbraccio grande come quel mare che ci portiamo dentro, quello che ci hanno regalato i nostri antenati.
    P.s. ancora ho vivo il ricordo di un “ostinato” buttero che si è ripreso la sua rivincita sulla non facile gioventù e vita…e che rivincita.
    Non chi comincia ma chi persevera

  • ezio vinciguerra

    Grazie amici del marinaio. Quando la solidarietà non è un mondo a parte ma è una parte del mondo, marinaio di una volta è marinaio per sempre.

  • Rosario Esposito

    bellissimo ezio si evince rabbia dolore voglia di amare cmq e perdonare ….speravo chenn sia reale pkè mette tanta tristezza è come 1 bambino che reclama la sua infanzia carente di afffetto …..tvb

  • Antonello Ciccarelli

    Ezio è un racconto molto bello veramente, la purezza, la semplicità, la pace, la sincerità,la serenità e l’onesta di una persona, si rispecchia in unico colore il bianco CANDITO. Complimenti

  • Giovanni Grasso

    I° Classificato – Emigrante di poppa

    Un argomento doloroso: la perdita di un padre. Il romanzo si apre con l’immagine della madre che piange per il figlio e focalizza l’attenzione su questo dolore atroce.
    Il romanzo si articola in storie vissute, scritte nella anche nella bella e difficile lingua siciliana, con un’accurata ricerca stilistica e metrica.

  • Marcello Principe

    Di già il contenuto e come espresso lo avevo scritto, ma ora il vigore impresso dalla voce del marinaio, le musiche di Ezio, le immagini del SUPER GIANNI, ha aggiunto un additivo nuovo al propellente in gradi non di scatenare emozioni, riflessioni, incanto, ma eruzioni etniche, io ho assaporato con lentezza facendo fluire e rifluire il fiume di emozioni schioppettanti, che nella loro esacerbata descrizione del dolore, dà speranza e un filo di contentezza , voglio dire che La vostra lingua poetica siciliana è radicata profondamente nel vostro sentire e cio mi fà percepire tante sfaccettature dei “normali” sentimenti.
    Buona Giornata Ezio!

  • Mikele tocci

    GRAZIE Ezio,questo tuo piccolo ma grande libro, che ho letto con gusto perchè sia fatti che aneddoti scorrono lisci senza renderli ne pesanti e tantomeno noiosi, mi riportano alla mia adolescenza non intensa come la tua ma vissuta come te nel Nostro amato Sud. Te sei partito come Emigrante di poppa ma sei e sarai sempre un Emigrante di prora,impegnandoti sempre di più per andare senza fermarti mai e continuare a dare tutto te stesso per gli altri. Grazie ancora Ezio,aspetto con ansia il tuo nuovo libro che spero non tarderai a scrivere Mikele Tocci

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