Attualità,  Marinai,  Recensioni

Un macigno sulla coscienza del comandante

di Antonio Guglietta (già comandante di nave Vespucci)

“Ma io non lo giudico, lui porta già una pesantissima croce. Il mare è mutevole e deve essere gestito secondo le sue leggi”.

“Non voglio entrare nel merito di quello che è successo, associarmi al coro di condanna. Ci saranno gli accertamenti giudiziari, la giustizia farà il suo corso: io dico solo che comunque finisca questa storia, il comandante della nave dovrà vedersela per tutta la vita con la sua coscienza di uomo e di marinaio. E’ un peso enorme e, per questo, a lui va la mia umana solidarietà”.
Antonio Guglietta, ufficiale di Marina per 36 anni, sa di che parla. Tra i suoi incarichi, forse il più prestigioso è stato quello di comandante della nave scuola Amerigo Vespucci, il “gioiello” della Forza armata. L’ha comandata per 15 mesi e con essa ha fatto il giro del mondo, dalla Nuova Zelanda all’Italia. In ogni porto, inevitabilmente, il veliero della Marina ha gli occhi di tutti puntati addosso. “So che significa – spiega oggi Guglietta – sentire la responsabilità dell’integrità di una nave e della sicurezza del suo equipaggio.
Integrità della nave e sicurezza delle persone: sono un tutt’uno, sono due concetti che vanno di pari passo”. Guglietta parla malvolentieri della tragedia del Giglio. “Non voglio esprimere giudizi. Ne ho sentiti e letti tanti, forse anche da chi non aveva gli elementi per farlo. Il comandante avrà le sue responsabilità, saranno le inchieste a stabilirlo. Ma è inutile buttargli addosso la croce, perché già ha la sua ed è pesantissima. Ogni giorno, ogni minuto della sua vita, avrà di fronte le scene di quella notte, dovrà fare i conti – ripete l’ufficiale – con la sua coscienza di marinaio”.
“Chi va per mare, chi comanda una nave – prosegue Guglietta – sente forte la responsabilità delle vite delle persone che gli sono affidate. La senti ogni secondo. Per chi va per mare è un pensiero costante. So che significa perdere il sonno, pensando alla sicurezza delle persone che hai a bordo, ed ogni giorno ringrazio Dio per essere riuscito a portare a casa tutti i miei marinai. Per questo capisco il dramma umano che può essere più insopportabile di ogni condanna”.
“E’ difficile andare per mare”, dice l’ufficiale della Marina. “Il mare è affascinante, sia quando lo vedi calmo che quando lo vedi in tempesta e non basta la professionalità per affrontarlo, non bastano le tecnologie più all’avanguardia.
Il mare bisogna rispettarlo. Il mare è mutevole e deve essere gestito secondo le sue leggi, non secondo le leggi dell’uomo”. E il cosiddetto ‘inchino’, l’omaggio che si fa a qualcuno portando la nave vicino alla costa, fa parte di queste leggi? “L’inchino non fa parte delle tradizioni della Marina Militare”, taglia corto l’ex comandante del veliero Vespucci.

(fonte: http://www.gonews.it/articolo_117083_Concordia-comandante-della-Amerigo-Vespucci-macigno-sulla-coscienza-comandante.html – 17/01/2012 – 19:53)

23 commenti

  • Don Gino Delogu

    Ciao Ezio, se è vero, come è vero che “una volta marinaio, marinaio per sempre”, non mi è piaciuto che questo ammiraglio che, per inciso, ho capito che appartiene a quelli che venivano promossi e in pari data messi in quiescenza. Ha avuto le sue risposte e se gli capiterà di leggerle, si renderà conto che i marinai sono “uno per tutti e tutti per uno”…mi riferisco alle esternazioni dell’ammiraglio delle CP in pensione e non all’articolista

  • ezio vinciguerra

    Ciao Don Gino, anche a me come a parecchie persone non sono piaciute certe esternazioni in un momento dove c’è bisogno di assoluto pudore e non di mettersi in evidenza. Il Comandante Guglietta che ho avuto modo di conoscere personalmente è un signore dei mari così come tanti altri ufficiali che abbiamo conosciuto nella nostra carriera.
    Ti confesso che mi piacerebbe leggere il contenuto della tua lettera al Comandante anche a me. Un abbraccio grande, profondo e ialino come il nostro mare

  • Don Gino Delogu

    Ti invio la mail per conoscenza che ho fatto recapitare al Comandante De Falco e alla Capitaneria di porto di Livorno

    In questi giorni di grande agitazione, comprensibile per la disgrazia, meno comprensibile per le persone coinvolte da i media, con alti e bassi, ma chi ha passato tanti anni in Marina, ignora ogni speculazione giornalistica e pensa solo al marinaio: congratulazioni Comandante è stato deciso e perentorio e il Comandante di Costa Concordia della sua (sfuriata) ne ha avuto dei vantaggi e ne avrà anche in seguito. don. Giorgino Delogu – ( già Capo 1^ cl. Elicotterista)

  • Alex Marchi

    Salve Sig Pancrazio
    mi chiamo Alessandro , vengo da pisa ed ho solo 22 anni…ormai credo di aver capito che lei è un uomo di mare o almeno lo è stato e vorrei a questo punto sapere da lei se un ragazzo come me con una passione intramontabile del mare che ha scelto a suo tempo di frquentare l’ITN Nautico di Viareggio per prendere il diploma di Aspirante al comando di navi mercantili per poi poter fare la carriera da ufficiale sulle navi si deve ancora dopo 1 anno trovare a casa senza lavoro perchè si dice che le navi sono tutte piene insomma non c è lavoro! ho fatto i corsi STCV a napoli 3 settimane ho speso l’ira di Dio per farli ho studiato bene l’inglese e tutto e sono ancora qua mentre nessuno mi ha cercato di dare una mano per trovare il primo imbarco . Poi magari quando chiamo direttamente le compagnie mi sento dire che preferiscono gente con esperienza ma dico IO QUANDO POSSO INIZIARE A FARE ESPERIENZA SE NESSUNO SI DEGNA DI CONSIDERARMI? pensare di buttare via il diploma che ho tanto amato quei corsi che mi sono sudato buttare via tutto cosi è una cosa vergogniosa…mi dica quanlcosa lei

  • ezio vinciguerra

    Fai bene a sfogarti Alex. La cultura è tradizione. La tradizione si tramanda da padre in figlio, dai Maestri ai discenti. Le vie più facili, le scorciatoie, i soldi facili, le tratte dell’emigrazione, aiutano a comprendere sempre di più perchè in questo nostro paese ci stiamo arenando. Ti esorto a perseverare e permettimi di mandarti un abbraccio grande e profondo come il nostro mare…quello pulito!

  • Alex Marchi

    ok non ci sono problemi affinchè possa servire a migliorare le cose. vorrei ecco…delle risposte qualora fosse possibile o poter intervenire direttamente in una qualche occasione

  • ezio vinciguerra

    Carissimo Alex è proprio questo il problema più grande da affrontare. Quale?
    Come tu stesso affermi i giovani chiedono risposte che al momento facciamo finta di non sapere dai ai nostri giovani.

  • Giovanni Altieri

    Ho conosciuto di persona il Comandante Guglietta, a terra, incaricato come insegnante. Un saluto a te Ezio Pancrazio Vinciguerra e a lui. Non aggiungo altro, anche dopo aver letto l’articolo.

  • Antonio Barzagli

    Grazie ragazzi! Da tutti noi che viviamo con turbamento questo fatto di inaudita imbecillità umana voi rendete giustizia al mondo dei marittimi tutti, e fate onore al realistico e poco fatalista impegno degli uomini di mare italiani, di cui indegnamente anch’io credo di appartenere, scacciando via tutto il diniego che il mondi ci stava per addossare.

  • Domenico Di Claudio

    quando si osa troppo prima o poi ci si fa male comunque il comandante ha dimostrato un ottima professionalità nel tornare indietro verso i bassi fondali altrimenti sarebbe stato un disastro.

  • Giorgio Cetera

    ragazzi, non so se voi vi ricordate, ma anche a bordo da noi abbiamo avuto una falla sul lato sinistro, con allagamento e imbarcato acqua.

  • Giuseppe Maio

    il problema non è la nave ma chi la governa, chi la governa se non è una persona umile ma piena di se stessa, credendo di essere il dio in terra, non pensa che il pericolo è sempre in agguato e quindi può succede quel che è successo. L’umiltà è una componente dell’essere che lo fa grande ………………………….e se poi vogliamo dirla tutta,aiuta a non commettere delle CAZZATE MADORNALI. Ciao e a presto

  • LEO PARTIPILO

    il comandante avrebbe dimostrato sicuramente maggiore professionalità evitando di mettere a repentaglio la vita di oltre 4.000 persone ed una unità navale per una bravata.

  • Castagna Stefano

    ricordo la falla a bordo mi sembra che fossimo a kobe ed eravamo a pacchetto su un parabordo rotto e ci taglio la lamiera verso poppa poi scese un capo con la saldatrice e saldo sott’acqua….ricordo male chi ricorda meglio mi corregga!!!

  • Giorgio Cetera

    ciao,Stefano eravamo a Cagliari.e la lesione di circa 50 cm la saldai io nel locale di poppa con il capo carrozzo che faceva da assistente,ricordo che presi anche una bella botta di corrente.il giorno dopo in porto,scendemmo in mare con la scialuppa e la saldai anche di fuori……………….ciao ragazzi..

  • Giuseppe Sciuto

    hai ragione ezio…………nel mare non c’è taverna…………….la filosofia?? qui di filosofia non c’è ne ………esiste un dramma con dei morti………..questi uomini.per assurdo , per un attimo prima della collisione neanche si conoscevano……..non e’ aria fritta e’ successo veramente…….con una nave che non doveva essere li’ ed una telefonata che e’ uscita………ma noi chi siamo per giudicare……..???????quello che ci cattura e ci fa’ arrabbiare e’ sicuramente essere osservatori di quel limite che si e’ spostato in tutti i sensi………ad oggi siamo osservatori delle tragedie e come un grande fratello siamo li’ a guardare e commentare………….ma la realta’ e’ un altra cosa……….quello che succede agli altri puo’ succedere anche a noi….

  • ezio vinciguerra

    Proprio così Giuseppe ci siamo lasciati troppo prendere, come sottolinei, da manie di protagonismo e “grande fratello”

  • ezio vinciguerra

    Nessuno si senta mai un marinaio esperto.
    Ognuno di noi impari e rispetti la natura: sempre!
    Da ogni navigazione, uscita in barca o da ogni regata, anche dopo anni ed anni di esperienza non pensiate mai di aver imparato tutto. L’umiltà è il primo strumento con cui si deve affrontare il mare.
    L’ambiente del mare tende a fabbricare piccoli divi, miti chiacchierati che si atteggiano come facenti parte di una nobiltà esclusiva o di una stirpe di “fenomeni”, gente ormai persa nel vecchio obsoleto o personaggi legati solo al tecnicismo di alcune specialità o all’immagine simbolo che ne deriva. L’andar per mare non è un distintivo, ma una filosofia e una cultura.
    Nel tempo solo la sostanza pagherà le aspettative, quindi abbiate pazienza e non sentitevi mai ne avviliti ne arrivati.
    Buon Vento a tutti
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

  • Giambattista Carrieri

    Sono d’accordo con te Ezio in questi momenti di tragedia ci vorrebbe un po di umiltà generale.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *