Racconti,  Recensioni

Nostalgia

di Gaetano Mustica

…e così, inebriato di viole – estraniandomi e trasferendomi e materializzandomi in quel luogo incantato -,  sento la terra respirare, il suolo ennese palpitare a mezzo dei fiori che s’inchinano alle brezze profumandole e mi sussurrano parole arcane stordendomi e facendomi vacillare.  

Sarà che il mio calendario anagrafico segna ottobre e che – citando Ungaretti: “Si sta / come d’autunno / sugli alberi / le foglie” “purché non tiri vento” – come argutamente ha commentato su facebook il mio interlocutore Piergiorgio Bensi.  Sarà che rimpiango di non avere più il fiato d’una volta, che mi permetteva viaggi e stracamminate per le vie del mondo. Sarà che il “Rio Grande” dell’amore che mi trascinava appassionatamente, s’è ormai ridotto a un nascosto rivo che appena si vede, se si va proprio a cercarlo – come l’Amenano catanese. Sarà che la fisica bellezza che m’apparteneva m’è scivolata come sabbia fra le dita. Sarà che i figli son cresciuti tanto che ormai li sogno bambini o ragazzetti per ritrovarne la dolcezza, o che le nipotine le vedo tanto di rado che, quando una d’esse mi chiede di raccontarle una favola, confondo Biancaneve con Cenerentola e vengo giustamente redarguito: ma Nonno che impapocchi!  Sarà che devo stare a dieta e, dunque, a maccheroni contati, o pesati; che devo ingollare pillole…. Sarà che non ho al momento un buon libro da leggere o un nuovo autore d’apprezzare. Sarà che i miei libri li leggono -e non tutti!- solo gli amici, o solo qualche curioso misterioso.
Sarà quel che sarà…, ma sto con le orecchie aperte per sentire arrivare anzitempo il vento turbinoso, per … avere il tempo di raccogliere i pensieri più importanti e portarmeli dietro coi ricordi più belli di una vita bella;  nonostante gli errori, tanti, e i tanti sogni sfumati.
E mi sento solo, eppure non cerco compagnia, se non effimera: ecco, come quella di “facebook” che riempie la mia noia, la noia d’aspettare…Certo, aspettare anche la pubblicazione dell’ultimo libro nel cassetto; che potrebbe non essere “l’ultimo” perché ho tanti altri racconti da raccogliere, ma non ne ho voglia e mi “perdo” col dentista, col medico per il vaccino antinfluenzale, con lo pneumologo, con gli esami e i controlli medici annuali …per cercare di morire sano come un pesce, come “giustamente” pretende –fra le altre cose- mia moglie.
Sarà quel che sarà, vattelappesca chi lo sa; quel che so per certo è che la nostalgia – in questo ottobre della mia vita –  m’assale all’improvviso, proditoriamente, e mi fa sentire …le gambe molli. Un esempio?  Giorni addietro, cincischiando ancora una volta su facebook, e “sfogliando” distrattamente un album dell’amico Serafino Campione, guardando un’aurea distesa di grano nell’assolata campagna leonfortese, ho provato questa indicibile sensazione: eppure, io sono scappato da quelle terre, a gambe levate!
Mi spiego: ho sempre ritenuto e definito il mio decennio di vita a Leonforte, prigioniero di mio Padre, come “Le mie prigioni”, dunque, aborrendo questo periodo di cattività in cui ho vissuto quasi del tutto infelicemente la fase finale della mia fanciullezza e tutta la mia adolescenza: genitore ultra severo, brutti parenti odiosi, habitat ristrettissimo, studi noiosi con insegnanti per lo più pedanti, il tutto appena temperato da un paio d’amici simpatici, un paio di belle ragazze con difficili precari incontri amorosi, films di Matarazzo, o con Ursus, Maciste, Zorro, …tollerati grazie alle grazie della Sanson, della Alonso o della Pierangeli di “Terza liceo”, e libri, libri e libri di narrativa dell’800 e del 900 fino a Pirandello. Ovviamente, non menziono altre maggiori afflizioni e intime sofferenze.  Fatto sta che, conseguita la maturità classica, sono letteralmente scappato a Catania, iscrivendomi a Giurisprudenza e mai più lasciando questa città della mia vita adulta. A Leonforte, ritorni di una volta l’anno, per la commemorazione dei Defunti,  per visitare al Cimitero mio Padre e mio Nonno.  Poi nemmeno quest’unica volta, per non vedere i brutti parenti odiosi neanche in effigie e non dovere incontrare il loro erede usurpatore.  Leonforte, addio, dunque e per sempre.
Ma mai dire mai: l’insigne studioso Nino Proto e il delicato poeta e cantore civico Enzo Barbera, mi hanno, infatti, riconciliato col Paese disertato: l’uno presentando …fiabescamente al Circolo di Compagnia il mio volume “Fiabesco”, previa un’ accoglienza a dir poco munifica; e l’altro, al Circolo degli Operai, commoventemente, il mio “Giardino delle Rose Perdute”, con un buffet finale da …pranzo di nozze.  Ho così ripercorso il Corso Umberto, adornato ora da colorati alberi d’agrumi, ricercando le mie orme di ragazzo inquieto… e poi via, con una rosa appesa alla boccola del catenaccio del Cimitero.
Addio. Credevo. Stavolta addio.  E, invece….
E, invece, adesso sento una sorta di richiamo, flebile, ma udibile che si concretizza in una nostalgia inaspettata. Come se dal “taio” leonfortese, da questa terra dell’ennese, traspiri il respiro, un ansito, anzi, di mio Padre che, prima morendo e così liberando dalle pastoie la mia vita, ora, nel mio “ottobre”, alitando, mi rammenti di ricordare che metà delle mie radici affondano in questo suolo cretoso, dal quale non posso spiccicare tutti e due i piedi.
La folata di nostalgia mi ha sfiorato il viso pel tramite dell’egregio scrittore  Salvatore Spoto, il quale, venuto a trovarmi e regalandomi la sua ultima colta opera: “Sicilia mysterica”, mi ha portato a leggere “la prima fuitìna”, quella del ratto di Kore da parte di Ade, che descrive poeticamente:  “E’ una bella giornata primaverile siciliana, con il sole che bacia i fiori appena sbocciati sulle verdeggianti rive di uno dei laghi più incantevoli della Sicilia: quello sul quale si specchia l’alta montagna in cima alla quale è aggrappata Enna e che i siciliani, un giorno, avrebbero chiamato Pergusa.  Kore, figlia di Demetra, …con le sue amiche Oceanine, raccolgono mazzetti di croco…, più in là è apparso, quasi per incanto, …un narciso e la fanciulla s’allontana dal gruppo per raccoglierlo…” e viene rapita dal Re del Tartaro materializzatosi all’improvviso.
Questo magnifico racconto narra di un mito che io ho tralasciato nel mio “Epos siciliano”, circoscritto al territorio catanese, dato anche  -forse inconsciamente –  il mio definitivo allontanamento dall’ennese.  Ma – quasi come un memento – il Ratto di Proserpina, raffigurato, peraltro, suggestivamente nel bel gruppo scultoreo antistante la Stazione ferroviaria della mia città, mi ha sempre affascinato, tant’è che, conclusa la lettura dell’anzidetta perla narrativa del mio amico scrittore Salvatore, sono andato a ripescare il prezioso volume dei “Racconti meravigliosi” di Aristotele, rileggendo  nel “De mirabilibus-82/1-2”: “Si dice che in Sicilia, nei pressi della città chiamata Enna, si trovi una spelonca, attorno alla quale, a quanto pare, cresce una gran quantità di fiori diversi in ogni stagione, e in particolare che vi sia uno spazio immenso pieno di viole; esse riempiono la zona circostante di un profumo così penetrante che i cacciatori, non possono seguire le tracce delle lepri, poiché i cani sono completamente inebriati dalle esalazioni profumate. In questa spelonca si apre un passaggio sotterraneo invisibile, attraverso il quale si narra che Plutone avesse compiuto il ratto di Kore.”
E così, inebriato di viole – estraniandomi e trasferendomi e materializzandomi in quel luogo incantato -,  sento la terra respirare, il suolo ennese palpitare a mezzo dei fiori che s’inchinano alle brezze profumandole e mi sussurrano parole arcane stordendomi e facendomi vacillare.  Ecco: cado a terra, anzi, più precisamente m’inginocchio fra le viole e, infine, mi stendo supino sul prato e accanto a me si sdraiano i miei boxer: Beba, l’allegra e Babbit, il pensoso.
Mi rivolto e …abbraccio mio Padre, …per la prima volta senza timore e pudore.
I cani scodinzolano, le viole profondono olezzo   e …la campagna ennese ricambia il mio abbraccio.
E io fatico a distogliere lo sguardo dalla spelonca.

38 commenti

  • liborio castrogiovanni

    grande avv. Mustica, mi fa sempre piacere leggere i tuoi racconti, anch’io sono “scappato” (deportato) in tenerissima età da Leonforte, ma ancora non sento il bisogno di tornare alle origini, spero invece di poter, come te, godere delle bellezze di Catania fino alla fine…. a presto

  • Ennio Pallavicini

    Vorrei dirti tante cose….. Ma solo una ha senso…. ti voglio bene ♥ ♥ ♥
    a domani…

  • Giusi Contrafatto

    Che bella giornata!!!!. . .Vorrei essere sull’etna in questo momento 🙂
    pensierino:
    Ci sono persone che scambiano la propria ignoranza per la propria opinione. E con quanta protervia la difendono! (© Agostino Degas)
    opoinione o punti di vista . . .a secondo

  • ezio vinciguerra

    Ciao Giovanni…sei un emigrante di poppa con un cuore grande, profondo e trasparente come il nostro mare…quello che i sognatori come noi hanno dentro, quello che nessun muro potrà mai osteggiare.
    Maestro Mustica Giovanni è un altro sognatore come noi.

  • ezio vinciguerra

    Ciao Pasqualino…che peccato non poterci essere prima, durante e dopo…salutami i ragazzi della compagnia

  • Antonella Stella

    La vita più intensa è raccontata in sintesi dal suono più rudimentale: quello dell’onda del mare che da quando si forma muta ad ogni istante.

  • Rossana Tirincanti

    ‎…L’invecchiamento non è necessariamente una questione di età.
    Si invecchia precocemente quando non si ha più la voglia di rinnovarsi.
    Un giovane che non ha desiderio di creatività e rinnovamento può già considerarsi vecchio.
    (Indro Montanelli)

  • Gaetano Mustica

    Domenica uggiosa grigia e pioggerellosa, chi -se troppo non oso- me la ravviva quel po’ da renderla, se non proprio radiosa, almeno un tantino meno noiosa? Fatevi sotto simpatici amici…: sin d’ora, un grazie affettuoso.

  • Alfredo Bonanno

    Dalla Milano laboriosa ma frenetica …giornata bella ma temperatura…fredda…molto fredda…i miei saluti sciur Gaetano

  • Sonia Albyme

    Quando tutti i giorni diventano uguali è perché non ci si accorge più delle cose belle che accadono nella
    vita ogni qualvolta il sole attraversa il cielo.
    (Paulo Coelho). Buonissima Gionata a te Tesoro di Amico!!

  • Giovanna Viola

    Buona domenica, anche se questo tempo nuvoloso la rende un pò malinconica ….ma consoliamoci presto tornerà il sole!!!!!!!!

  • Alfredo Bonanno

    Alfredo Bonanno Si ….francamente, non ho mai apprezzato fino a fondo i suoi salmoni…..pero’ questo non deduce che sia stato un personaggio del secolo

  • Ignazio Fiorllo

    Gaetanuccio, la domenica sarà pure uggiosa, grigia e pioggerellosa, ma i tuoi amici , di ogni dove, stanno soffiando più forte delle loro forze per far spostare le nuvole dalla tua dimora. Ora tocca a Te dirigere e coordinare i soffioni, a squadre di amici e per quadranti di orientamento, altrimenti sarebbe inutile a soffiare in modo spontaneo, si mantiene lo status quo !!!!

  • Gaetano Mustica

    Ignatius preciosus, non sei tu addetto alla protezione? Io ho già sperimentato questa tua ineguagliabile dote e il tuo affetto. Ti voglio bene e ti apprezzo sempre di più per il tuo buon cuore generoso.

  • Ignazio Fiorillo

    Gaetano hai sempre una parola per tutti che riesce a fare un solletico alle corde sentimentali dell’amore fraterno. Un abbraccio a Te e consentimi un baciuzzu alla Tua Ele

  • ezio vinciguerra

    Grazie Maestro…dobbiamo farla leggere anche a Mastro Spoto, che ne pensi?
    Mi hai commosso, e se ti dico che ti voglio bene, mi credi?

  • ezio vinciguerra

    Ciao Maestro Spoto…sei stato nominato da un amico.
    Un abbraccio grande e profondo come il nostro mare.

  • ezio vinciguerra

    Ciao Maestro …Gaetano Mustica non finisce mai di stupirmi. E’ quel ragazzo che c’è in me, in te, in noi, inguaribili sognatori che crediamo che un mondo migliore esiste…anche se la primavera tarda ad arrivare.

  • Salvatore Spoto

    Carissimo, forse non vediamo la primavera perchè è dentro di noi, nell’anima, nel modo di pensare. Siamo giovani “dentro” malgrado le rughe “fuori”. Ti abbraccio.

  • Gaetano Mustica

    Quanta discrepanza (che brutta parola!, oltretutto inadatta ora che ho “perso” 15 kg.) tra il “dentro” e il “fuori”…. Ma il profumo e i colori primaverili la attenuano fino a farci aspettare con fiducia l’estate. Vale.

  • Salvatore Spoto

    Gaetano, se riuscirò a venire nei primi di febbraio , ho una gran voglia di venirti a trovare per abbracciarti. Tu sei la cultura e la saggezza personificate in un corpo di carne che racchiude lo spirito di saggezza e fratellanza, giusto collante per la vita in armonia con noi stessi ed il mondo.

  • Gaetano Mustica

    Troppo buono e generoso, caro il mio Mastro Spoto. Sant’Aituzza …ed io ti aspettiamo, con l’affetto che sprigionano per te anche le basole della nostra Città

  • Salvatore Spoto

    Spero proprio di poter venire per attingere dalle limpide acque dell’Amenano la saggezza cittadina che tu così egregiamente e affettuosamente trasmetti. Spero proprio di poterti abbracciare.

  • Gaetano Mustica

    Voglia Sant’Agata realizzare il nostro comune desiderio di riabbracciarci. Cura ut valeas.

  • Gaetano Mustica

    Caro Ezio, hai sorbito il mio “caffellatte”? Leggilo, ti rinfrancherà. Abbracci.

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