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Sognando California. Scalando il Kilimangiaro

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Amici del marinaio,
nella vita chi come noi  ha girato in lungo e in largo, ad ogni latitudine e longitudine questo nostro mondo, concorda sul fatto che non si finisce mai di imparare, che non si finisce mai di meravigliarsi davanti alla natura o davanti a emozioni come quelle che sto per descrivervi.
Una generazione di musicanti (fra cui il sottoscritto) ha iniziato ad amare “Nausicaa” emulando i buoni maestri. E’ successo anche a me iniziando i primi rudimenti innamorandomi del brano “Senza luce” dei Dik Dik gruppo storico del Beat italiano capitanato, ancora oggi, da Pietruccio Montalbetti (1). Queste emozioni le ho anche messe a nudo nel mio libro “Emigrante di poppa” dove sottolineo che …

In quegli anni, sulla scia degli anni ’60, nascevano come i funghi i gruppi musicali; ebbene, la Folle Idea era il gruppo beat piú bravo del quartiere. La prima canzone che cercai di suonare con la mia Farfisa fu “Fra Martino”. Dopo qualche ora la sapevo a memoria anche se per eseguirla usavo solamente il dito indice della mano destra. Ora, se Dio ci aveva fatto dono di due mani e dieci dita, la “Farfisa” dovevo suonarla con due mani e dieci dita. Scesi negli scantinati, dove in un garage facevano le prove quelli della Folle Idea, per dire al loro organista che anch’io avevo una Farfisa e che volevo imparare i rudimenti della musica. Stavano provando “Senza luce” nella versione italiana dei Dik Dik. Rimasi folgorato dall’assolo di organo e dalla bravura dell’organista. Lui non solo usava sapientemente tutte e due le mani con le dieci dita ma riusciva a riprodurre fedelmente il suono dell’organo della chiesa. Mi incoraggiò e in un quaderno mi appuntò gli accordi del “giro armonico del do” dandomi consigli anche su come usare le dita della mano destra e della mano sinistra. Poi mi confidò che se avesse avuto i soldi avrebbe comprato un Hammond con un amplificatore Leslie della Lombardi per diffondere nella stanza il suono dell’organo a 360 gradi. Con queste prime nozioni iniziai ad innamorarmi della musica. I suoni della mia Farfisa assomigliavano piú alla zampogna che all’organo Hammond, però a me andava bene…”.

Il dik dik è un’antilope africana che si caratterizza per il naso mobile che le permette di fiutare il cibo a distanza ed i grandi salti
che compie quando corre. Caratteristiche che hanno distinto anche l’omonimo gruppo pop italiano che tra il 1965 e la metà del decennio successivo è stato uno dei protagonisti della scena musicale italiana grazie anche al “fiuto” nello scegliere cover epocali come “Senza luce” e “Sognando la California” e, per l’appunto, “Sognando la California. Scalando il Kilimangiaro” è, non a caso, anche il titolo del libro che loro storico chitarrista Pietruccio Montalbetti ha pubblicato di recente per Aerostella Editore con la pregevole prefazione di Marino Bartoletti.
Il libro, illustrato da bellissime fotografie, nasce dal desiderio di condividere una fantastica esperienzadi scoperta. Un racconto che si snoda attraverso i viaggi tra gli Indios dell’Amazzonia, in India, tra le popolazioni del Mali nel deserto del Sahara, tra i Masai della Tanzania, e poi ancora in Nepal, Tibet, Perù, Bolivia,Ecuador, Venezuela, Colombia e fa seguito al precedente “I ragazzi della via Sthendal(2).

– “…Viaggiare è conoscere altri luoghi e altre genti. Viaggiare da soli è conoscere se stessi”afferma Pietruccio, e noi marinai lo sappiamo bene, e proseguendo ancora mi confida:
– “  …tra gli 8 libri dei miei viaggi, che in seguito pubblicherò, c’è anche quello su Battisti con aneddoti e storie che solo io posso raccontare. Inizia nel 1964 e termina prima che diventi famoso il titolo ancora provvisorio è LUCIO ed IO, mi dimenticavo di dirti che da ragazzo sognavo di attraversare gli oceani in barca a vela perché ho sempre amato il mare e a suo tempo ero anche un buon velista con la scuola di Erik Pascoli uno che con una barca di 7 metri ha attraversato l’Oceano Atlantico in solitario senza tecnologia ma con il sestante e senza radio”.

Sono rimasto senza parole.
Ancora una volta Pietruccio Montalbetti, maestro di musica e  di vita (in particolare quella mia) mi
ha insegnato a non smettere mai di mollare nella vita.
Adesso comprendo, ancora meglio, che se mi si dovessero presentare vette impervie e insormontabili nel mio cammino, proprio come descritte su “Sognando la California. Scalando il Kilimangiaro”, c‘è un esempio che arriva da un “marinaio milanese” da emulare, proprio come feci  tanto tempo fa…
Grazie Pietruccio.

Note
(1)
https://www.facebook.com/profile.php?id=100000735567868&sk=wall
(2) https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/10/i-ragazzi-della-via-stendhal/

Titolo: Sognando la California. Scalando il Kilimangiaro
Autore: Pietruccio Montalbetti
Editore: Aereostella
Data uscita: 28/07/2011
Pagine: 144, brossura, Illustrato
Lingua: Italiano
EAN 9788896212264

19 commenti

  • Mi Manchi

    ..molte volte le parole non riescono ad esprimere le nostre emozioni…ad esternare

    i nostri sentimenti…siano attimi di felicità intensa vibrante che non si comunica

    verbalmente…siano momenti di dolore, di sofferenza profonda che ci serra la gola

    e non esistono termini adatti a lenire le ferite spirituali, a trasmettere costernazione

    disorientamento …siano stati d’animo che esigono introspezione, riflessione, meditazione che ci fanno ascoltare la voce dell’anima, della coscienza, del cuore, dell’amore…

    in tutti questi momenti è il SILENZIO che parla…

  • gennaro galluzzo

    starei ore a leggere tutto quello che scrivi e che senti nell’anima….bravo è molto profondo grazie di esistere…..con le tue parole animi i nostri cuori.

  • Mario De Luca

    CIELO E MARE.
    Due opposti che si attraggono e si uniscono solo in un tocco.
    Due realtà apparentemente diverse.
    Un unico mondo simile.

  • Margherita Repetto

    La musica udita era ascoltata pure dai sordi…
    caro marinaio, caro scalatore
    che dire di sirene e di dik dik da interrogare?

  • ezio vinciguerra

    ‎:-) dovevo togliere quel cartello sulla parete a destra, prima di andare via dall’ufficio… quello che recitava colpire al centro. Ti ricordi?
    Sei un folle ma mi piaci così

  • Rachy Rach ʚϊɞ

    Grazie della cuore Ezio! Noi sempre cercarti quando Vediamo una grande tenda della marina
    .. Abbracione!

  • Joseph Gorgone

    Si in realta’ non finisci mai di sorprendermi con le tue cose.
    Ciao un abbraccio affettuoso. Babbo Natale!!!

  • MAURIZIO BISANTI

    CARO EZIO, COME AL SOLITO MI LASCI SENZA PAROLE …TU SEI UN GRANDE E LO SAI IL PERCHE’…..TI RINGRAZIO E TI ABBRACCIO INSIEME ALLA TUA FAMIGLIA……CIAO
    LA MARINA NEL CUORE IL LEONE NELL’ANIMA

  • Raffaele Gennaccari

    Come sempre usi benissimo il dono della parola, grazie amico mio, per il futuro speriamo bene, “polemicamente” come solo io so essere, per agganciarmi ai tuoi sogni e desideri, solo una cosa quest’anno chiedo a Gesù Bambino, che un potente FULMINE ci liberi da tutti quanti i politici, sia in servizio attivo che in quiescenza tecnici compresi!
    Grazie ancora fratello!!!

  • LUCIANO SANTORO

    Immensamente grazie Ezio. Sei / siete sempre speciali per noi che abbiamo sempre nel profondo del nostro animo il suono del mare, il suo immenso profumo e adesso anche le vette del Kilimangiaro .

  • Pietruccio Montalbetti

    Ho ricevuto il tuo libro grazie sei stato molto gentile anche per aver divulgato il mio un Buon Natale Pietruccio

  • ezio vinciguerra

    ‎:-) Ciao Pietruccio una volta letto, se desideri, mandami una mail privata. Ci tengo Maestro

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