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Quell’albero in fondo al mare

di Filippo Mallamaci
www.scubapoint.it

tutti possono acquistare un brevetto subacqueo, ma solo pochi sono capaci di integrarsi totalmente con il mare.

La statistica dice che all’aumentare del numero delle immersioni la probabilità di fare ritrovamenti aumenta in proporzione. Possiamo quindi parlare di casualità della scoperta.
Sicuramente gioca a mio favore la possibilità (ad altri negata ) di potermi immergere 365 giorni all’anno grazie alla vicinanza al mare. Neanche un mare comune ma uno stretto che è bagnato da due mari diversi. Migliaia di immersioni effettuate hanno nel tempo aumentato la percentuale di nuove scoperte, che in maniera maniacale oggi cerco di proteggere dall’incuria dell’uomo ma soprattutto dalla strafottenza dello stesso. Molti mi definiranno “scontroso e arrogante”, ma……. l’esperienza mi ha insegnato che le quote cui certe scoperte sono effettuate, impongono una rigida selezione dei subacquei che mi accompagnano durante queste mie perlustrazioni subacquee.
Proprio durante una di queste mie avventure subacquee quasi i miei occhi uscirono fuori dalle orbite. Era una splendida mattina d’inizio primavera, l’Etna si ergeva maestoso con la sua cima imbiancata all’orizzonte dello stretto.
Il sole stava sorgendo ed esclusivamente in quell’intervallo di tempo tra l’alba e la completa esposizione solare mi sarei dovuto immergere in un sito poco frequentato e distante 200 metri dalla costa. L’obiettivo dell’immersione era il recupero dell’ancora di una grossa imbarcazione, persa per incuria del mozzo che non l’aveva legata all’occhiello dentro al gavone di prua della barca…. Giunti sul posto, l’ecoscandaglio disegnava una grande montagna che dai -68 metri si ergeva a – 45 e proprio alla base di questa enorme duna doveva trovarsi l’ancora. Dopo un’accurata preparazione e relativa programmazione, guadagnavo l’acqua e, in pochi secondi, mi ritrovavo a scendere nel blu, sempre più freddo e desaturato fino ad assumere una colorazione cobalto. I raggi del sole ancora non penetravano l’acqua e la mia ricerca sarebbe stata vincolata al fascio di luce che mi precedeva lungo la discesa e che, con il movimento del polso, proiettavo alla ricerca del fondo. Ad un tratto mi accorsi che la mia posizione era cambiata, ero giunto a -55 metri e potevo vedere l’ombra della montagna lateralmente alla mia posizione. Avevo programmato quell’immersione con la luna in quadratura, alle prime ore dell’alba proprio per evitare la corrente del luogo che in quell’area si genera solo due volte al dì e precisamente dopo che il sole sorge e dopo la mezza!!!
Mentre riflettevo sul da farsi una volta giunto sul fondo mi ritrovai a pochi metri dal sedimento accorgendomi che la duna si accavallava alla dirimpettaia. Fine della corsa, aria 200 bar, tempo di discesa 3 minuti, profondità -65 metri…….. “troppo fondo” pensai…… mi conviene sollevarmi di una decina di metri per avere una visione d’insieme. Messomi in quota, eseguii una ricerca a spirale prendendo a riferimento un masso sul fondo. Primo giro nulla, secondo giro notai qualcosa…..
Una sorta di confusione pervase la mia mente, la luce ancora non era il massimo, ma vidi in lontananza qualcosa tendente al bianco, non era un’ancora, ne tantomeno assomigliava alla sfera confezionata dall’aggrovigliarsi di una cima. “Ma cos’è?” , pensai….E’ rialzata dal fondo come fosse aggrappata a qualcosa……..
Oddio! Ma è di colore arancio, nooooooo…….. “e che è sta cosa?” … “Un albero in fondo al mare,… e che ci fa qui?” Non ricordo di aver mai visto niente di simile in nessun libro o manuale che sia; vuol dire che si tratta di una specie poco conosciuta. Gli strumenti suonano qualche bip di troppo: 34 minuti di deco, e soli 15 minuti di fondo, “merda devo risalire”. Però prima prendo qualche riferimento, scruto osservo, fotografo con la mente e via, su per la duna, risalgo sino ai -21 metri e cambio a nitrox 50 e attendo che il gradiente pressorio inizi la spinta verso l’esterno della massa gassosa inerte e poi via per le successive quote deco. Più mi avvicino alla superficie e più caloroso sarà l’abbraccio con i raggi del sole che iniziano a diffondersi nell’acqua. Che emozione! Devo urgentemente fare una ricerca su internet………”e che cerco?” Andiamo per ordine: assomiglia ad un albero, ha dei fiori bianchissimi, sembrano grandi madrepore “e che ricerca faccio?” Vorrei interessare qualcuno, ma chi? Nessuno dei miei conoscenti fotografi e biologi ha mai parlato di questa specie; in giro non si vedono fotografie. Sicuramente se qualcuno l’avesse fotografata prima avrebbe messo i manifesti….. conoscendoli … Subacquei atteggiati a protagonisti per un non nulla, figuriamoci per una colonia del genere! All’improvviso vedo un piombo legato ad una lenza transitarmi di lato che quasi mi apre la testa in due. Cavolo, dalla superficie volevano sapere se tutto procedeva bene. In fase di programmazione avevo informato l’equipaggio che ai -6 metri avrei lanciato il pallone bianco con la lavagnetta attaccata per fornire informazioni sulle mie condizioni e su cosa, eventualmente, mi servisse. Lancio in superficie il pallone con la lavagnetta con su scritto un grosso OK e i minuti di deco rimanenti : 12. Quindi mi rilasso e, come su un’amaca, mi sistemo in galleggiamento neutro ed attendo il passar del tempo. Uscito dall’acqua e rientrato a terra, inizia la fase della ricerca, internet, google, ricerca : madrepore del mediterraneo, circa 25.800 risultati……. impiegherò 200 anni prima di trovare l’animale da identificare. Ma la mia curiosità e soprattutto la testardaggine, mi regalano la soddisfazione di scoprire quello che da subito ho pensato. Un fotosub spagnolo (Manuel Gosalvez), identifica la forma di vita nella Dendrophyllia Ramea, appartenente al phylum cnidari, classe antozoi, sub classe esacoralli, famiglia dendrophylliidae, specie Dendrophyllia Ramea. Volgarmente definita anche madrepora albero perchè le sue ramificazioni sono arancio carico, mentre i polipi bianco candido hanno un’apertura di circa 5 cm.
La sua diffusione viene indicata nel Mediterraneo occidentale, la profondità a cui trova collocazione varia dai -35 delle aree altamente popolate, agli oltre -65 metri dei luoghi dove la sua presenza si riduce a singoli esemplari. Considerando che è piuttosto raro incontrarla a basse  profondità, è evidente che le fotografie subacquee di Dendrophyllia Ramea sono davvero poche e pochi sono i fortunati che l’hanno vista e/ o fotografata viva sott’acqua. Tra questi ci sono pure io, che in successive immersioni l’ho potuta filmare in tutta la sua esagerata bellezza.
Non posso dimenticare quando guidai sul luogo il fotografo Francesco Turano che, in pochi minuti, scattò l’impossibile. Chiaramente l’area che ospita l’unico esemplare sin oggi individuato (ancor presente nello stretto), riveste caratteristiche particolari e per questo invitai Francesco a non pubblicizzarlo, ne tanto meno accompagnare ulteriori subacquei in quel luogo per me incantato. Da allora, personalmente e con gelosia, ho guidato un paio di subacquei e sempre con lo stesso divieto. Sta di fatto che, per quanto abbia tentato la salvaguardia della forma di vita, alcuni pescatori con le loro reti e con i loro palamiti hanno rovinato la colonia. Purtroppo l’imbecillità e l’ingordigia dell’uomo non ha mai fine. Ed io vi chiederete? Sicuramente non torno indietro, ne cambio idea sulle forme di prevenzione da me attuate. Questa terra e questo mare, hanno bisogno di protezione, devono essere ben conservati e quindi si deve dare poco spazio a tutti quelli che “sono incapaci” di avere una corretta integrazione con l’elemento liquido. Rimango sempre della stessa idea: tutti possono acquistare un brevetto subacqueo, ma solo pochi sono capaci di integrarsi totalmente con il mare.

Si ringrazia per la gentile segnalazione Fabrizio Pirrello

http://www.gravityzero.it
http://www.cochran.it
http://www.cedifop.it
http://www.mutastagna.com
http://fabrizio-pirrello.blogspot.com/

17 commenti

  • Salvatore Russo

    buonasera ezio..ti ringrazio davvero x avere pubblicato questo articolo

    🙂
    Filippo mi piace tantissimo

    siete persone ke stimo..vento in poppa e buon proseguimento

    =)

  • Massimo Campo

    Carissimo Filippo, il Mare non inganna, a volte è nemico, ma sempre leale; di giorno ti sprona all’avventura, di notte ti riempie di pace; ti fa sentire come Lui, superiore e distante da questo schifo di terra e di terricoli, schiavi di vanità.
    Buon vento
    Massimo Campo

  • ezio vinciguerra

    Bellissimo soprattutto la frase finale. Un abbraccio e complimenti a Filippo Mallamaci … scrive e descrive benissimo.

  • Giuseppe Troisi

    Grazie per aver raccontato la Tua scoperta fantastica. Spettacolari le foto, complimenti come sempre . Sei un mito ! Ciao

  • Pietro Scognamiglio

    Magnifico articolo.Io apneista pescatore dilettante,avuto in regalo una cinepresa per sub,ho cambiato la mia vita in acqua.Alla giovane età di oggi,57 anni,frequento un corso sub,con l’intenzione di riprendere e fotografare tutto quanto di meraviglioso andrò a scoprire e farne partecipe più persone possibile!

  • Ezio Pancrazio Vinciguerra

    Ciao Pietro trovo che Filippo Mallamaci sia una persona veramente speciale. Descrive in maniera encomiabile il mare soprattutto nelle sue “profondità”.

  • Matteo D'Angelo

    Da quando posso confrontarmi con persone stimolanti sento di crescere ogni giorno… questi sono la gioia, con gli altri un semplice buongiorno ed è già noia.
    Bravo bel racconto

  • Bruno V. Bardelli

    Grazie a te Ezio e grazie di avermi fatto conoscere questo pezzo della mia vita che sembrava gia perso nell’obblio….

  • ezio vinciguerra

    ‎…Marinai di una volta, marinai per sempre! Un abbraccio a due generazioni di marinai

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