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Dacci oggi il nostro pane quotidiano

Tutto il ciclo del grano e del pane veniva posto sotto il segno della croce. Si faceva un segno di croce sul mucchio del grano, appena riposto nel granaio. Si mettevano croci di canna in capo ai filari, nella zona del campo coltivata a grano. Sulle croci s’infilavano rametti dell’ulivo che era stato benedetto in chiesa la domenica delle Palme.
Quelle croci venivano poi piantate sul covone più alto delle biche – dette «cavalletti» – in cui si sistemava il grano nei campi, tra la mietitura e la trebbiatura. Poi lo si portava sull’aia a formare un unico mucchio grandioso, detto «barcone», alto come una casa e con l’ultimo strato di covoni messi a spiovente come un tetto. Sul punto più alto del barcone si metteva una croce.
Una croce si faceva sulla pasta lasciata per una notte a lievitare nella madia e un’altra su ognuna delle pagnotte prima di metterle nel forno e un’ultima, infine, sull’uscio del forno appena richiuso, tracciata con la pala di legno dell’infornatura. Il forno con il pane dentro era un luogo santo come una donna incinta.
La croce veniva posta a protezione dai topi, dai fulmini.

7 commenti

  • Marino Miccoli

    Sì, confermo anch’io il valore sacrale attribuito al pane nella cultura popolare. In quella del Salento, Terra da cui sono originario,ho visto sempre benedire con il segno della croce dalle donne (mia suocera compresa)le pagnotte di pasta lasciate a lievitare. Così come vi è l’usanza, in feste religiose particolari quali S. Antonio da Padova o S. Giuseppe, di fare delle pagnotte che dopo essere state benedette in Chiesa, vengono distribuite casa per casa a tutto il vicinato; è un segno della particolare devozione che quella famiglia ha per quel Santo. Chi riceve in regalo quella pagnotta deve recitare una preghiera di ringraziamento (generalmente il Padrenostro) prima di mangiarla.
    Usi e costumi meravigliosi di un’Italia che, speriamo, non si perdano mai.

  • ezio vinciguerra

    Ciao Marino,
    il pane (inteso come cibo quotidiano) è un valore sacro ed irrinunciabile per i credenti. Sono certo che queste belle italiche tradizioni non si perdano mai.
    Ezio

  • Sandro Sariconi

    Grazie di cuore, trovi come sempre le parole giuste nelle giuste occasioni, grazie ancora.

  • Gianna Arzu

    Ciao Ezio,
    “grazie di cuore….questa nota e veramente splendida, fa piacere rileggerla e ti auguro quando ti avvicinerai di nuovo al mare a vedere il tramonto o magari all’alba con i gabbiani che volano attorno ai pescherecci e a te di rivivere quel momento carico di emozioni e silenzi……tu…il mare….i gabbiani ……i tuoi pensieri….e tutto ciò che desideri….grazie ancora un abbraccio”

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