L’approdo
L’approdo
Lirica di Vittorio Fioravanti
Non s’inoltrano più
a piedi nudi
sull’arenile caldo di sole
maschio d’agosto
quei quattro vecchi
in magliette smagliate
adagiati come sfiniti
contro il muretto
proteso bianco sul mare
a strisce verdazzurre
come quei solchi profondi
arati da pescatori
per quasi tutta
la loro vita
E neanche parlano ormai
alzando la mano agli occhi
per guardare lontano
vele correre al vento
e scendere gabbiani a stormi
attorno al molo di massi
dove tra le alghe viscide
giocano i granchi
con l’onde chiare
d’ogni alta marea
La barca rientra sola
spento adagio il motore
si lanciano cime nell’aria
accostando di fianco
l’approdo
Ho il piede saldo sul bordo
lo sguardo accorto
sbarco portandomi dietro
luci riflesse e sapori
di un’isola affioratami dentro
come il germoglio d’un fiore
rosso di voglia
Giugno 2005