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La preghiera del marinaio dimenticata…

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

…”dagli illuminati di niente”

Amici del marinaio,
ho atteso invano tutta la giornata di ieri e dell’altro ieri per vedere se i siti istituzionali, ma anche quelli vicino alla Marina Militare avessero pubblicato qualcosa in merito a questa preghiera tanto cara a noi marinai (…di un tempo). Ebbene non una parola spesa.
Oggi l’oblio ha vinto, anche gli “illuminati di niente” hanno vinto, ma non sarò e non saremmo mai vostri complici.
Con rammarico ed il cuore a pezzi prendo atto che
“I MARINAI DI UNA VOLTA,  SONO MARINAI PER SEMPRE!”

La nascita della preghiera del marinaio
di Gabriele Giorni
18 marzo, 2010

Questa storia ha inizio nel lontano 13 maggio 1901 quando il Regio Incrociatore Corazzato “Giuseppe Garibaldi” (che sostituiva la fregata ex “Borbona” della Marina Siciliana Garibaldina) entra a far parte della Forza Navale del Mediterraneo.
Il 23 febbraio 1902 il “Garibaldi, al comando del CV Giovan Battista Viotti, è ormeggiato al Molo Ciano di Genova per ricevere la bandiera di combattimento. Era Comandante in 2^ il CF Gregorio Ronca che, da fervente cattolico, pensò anche alle necessità spirituali del suo equipaggio e ritenne necessario che fosse scritta una preghiera redatta in termini più militari che ecclesiastici e che potesse essere letta anche da un ufficiale senza che venisse menomata la sua figura di soldato e di conduttore di uomini.
Il Comandante Ronca aveva avuto modo di esternare tale pensiero alla sua amica Marchesa Pallavicini Barraco (nobildonna livornese) che fece da intermediaria con il Vescovo di Cremona Monsignor Geremia Bonomelli che, passata la richiesta a “un credente e patriota modello”, lo scrittore Antonio Fogazzaro, ne ebbe, appena tre giorni dopo, quella “Preghiera Vespertina per gli equipaggi della Regia Maria da guerra” (riveduta nel titolo dal Monsignore in “Preghiera del mattino e della sera per gli equipaggi della Regia Marina da guerra”) che è giunta fino a noi.
Monsignor Bonomelli, invitato a presiedere la parte religiosa della cerimonia, benedisse la Bandiera donata da un comitato di donne genovesi – presieduto dalla signora Maria Giudice Bettolo – e un ricco labaro, dono della Marchesa Pallavicini, sul quale erano ricamate in oro le parole della preghiera divenuta poi – come si legge nelle pubblicazioni dell’Ufficio Storico della Marina – la preghiera di tutte le navi dell’Armata sulle quali il Ministro della Marina ne aveva disposto l’affissione e ne venne autorizzata l’esecuzione in navigazione quando l’equipaggio veniva riunito a poppa per l’ammaina bandiera.
Si rileva che il titolo modificato non fu l’unico mutamento subito nel corso del tempo dall’iniziale “Preghiera Vespertina”. Al primo testo del Fogazzaro che faceva riferimento al Re (“Salva ed esalta il Re”), a causa dei posteriori mutamenti politici, ne successe un altro con riferimento al Duce (“Salvaci il Duce”), che riportava il nuovo stemma con fascio littorio al posto di quello Sabaudo. Nel giugno 1946 avvenne l’ultimo significativo cambiamento: la Regia Marina divenne Marina Militare, venne soppressa la dicitura “Salva ed esalta il Re”, al posto dello stemma Sabaudo venne impresso lo stemma della Marina Militare Italiana.
Per concludere si riporta il testo originale del Fogazzaro con le varianti succedute nel tempo.

Preghiera vespertina per gli equipaggi della Regia Marina da guerra
A Te, o grande eterno Iddio, Signore del cielo e dell’abisso, cui obbediscono i venti e le onde, noi uomini di mare e di guerra, Ufficiali e Soldati d’Italia, da questa sacra nave armata della Patria leviamo i cuori!
Salva ed esalta, nella Tua fede, o gran Dio, la nostra Nazione; salva ed esalta il Re; dà giusta gloria e potenza alla nostra Bandiera, comanda che la tempesta ed i flutti servano a lei; poni sul nemico il terrore di lei; fa che per sempre la cingano in difesa petti di ferro, più forti del ferro che cinge questa nave; a lei per sempre dona vittoria!
Benedici, o Signore, le nostre case lontane, le care genti; benedici nella cadente notte il riposo del popolo, benedici noi che per esso vegliamo in armi sul mare.
Benedici!
Antonio FOGAZZARO 1902

A Te o Grande Eterno Iddio..
di Marino Miccoli
29 aprile, 2010

A proposito di PREGHIERA DEL MARINAIO…
Ho letto con grande piacere e interesse lo scritto di GABRIELE GIORNI pubblicato il giorno 18 marzo 2010 sul nostro blog. Mi congratulo con lui per la chiarezza e la ricchezza di particolari che caratterizza l’articolo. Mi ha fatto ricordare due cose: la prima è la commozione che si prova nel recitarla; un sentimento, questo, comune a gran parte di coloro che hanno servito la Patria per anni in Marina.
Al riguardo il mio ricordo personale è questo: nella casa paterna mio padre Antonio Miccoli, Maresciallo della Regia Marina in pensione, aveva appeso in soggiorno un quadretto (che conservo gelosamente ancora oggi) recante la Preghiera del Marinaio. Ebbene, Egli non riusciva a leggerla per intero senza che i suoi occhi si bagnassero di lacrime. Allora se ne andava, si allontanava come se non volesse rammentare i ricordi che la lettura di quella Preghiera gli riportava alla mente.
L’altra cosa che porto all’attenzione di chi legge questa mia lettera è una vecchia fotografia. E’ un’immagine un po’ rovinata, poiché appare un alone grigio nella parte inferiore ma è comunque bellissima e significativa; infatti questo lieve difetto non impedisce di apprezzare un preciso e intenso momento: proprio quello della PREGHIERA DEL MARINAIO.

Guardatela bene, questa fotografia. Vi invito a soffermarvi sui particolari: siamo in coperta, a poppa. La nave è il superbo quanto temibile Regio Incrociatore “Fiume”, un vero e proprio gigante di 10.000 (ripeto: DIECIMILA) tonnellate di stazza, appartenente alla meravigliosa classe ZARA.
Senza dubbio tra le migliori unità di cui disponeva la Regia Marina prima della II Guerra Mondiale.
Troverà la sua tragica fine al largo di Capo Matapan la notte del 28 marzo 1941. E’ proprio la nave che in quell’agguato subì il maggior numero di vittime: degli 841 uomini che componevano l’equipaggio, 813 perirono. Mio padre scampò a quella immane tragedia con altri 27 superstiti. Giova precisare che all’epoca in cui è stata scattata la fotografia (fine anni ’30), mio padre vi era imbarcato in qualità di Maresciallo capo-cannoniere Telemetrista. Ma torniamo alla nostra immagine; sullo sfondo, nella scia del FIUME, si vede un’unità gemella (sarà il POLA?). Adesso guardiamo l’equipaggio: sono tutti a capo scoperto, divisi in due settori e ordinatamente allineati. I Marinai e i Sottufficiali davanti, gli Ufficiali dietro, sono tutti rivolti verso la Bandiera che sta per essere ammainata proprio mentre il più giovane Guardiamarina recita la Preghiera del Marinaio: ” A TE GRANDE ED ETERNO IDDIO, SIGNORE DEL CIELO E DELL’ABISSO…

La preghiera del marinaio in musica
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
29 novembre, 2010

Amici del marinaio,
ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Francesco Cardullo, un giovane Ufficiale della Marina Militare nonché l’autore della melodia della Preghiera del Marinaio.
Desidero ringraziarvi da parte sua per l’attenzione che presterete all’ascolto della musica e, allo stesso tempo, mi congratulo con lui per aver creduto nella non facile iniziativa e cioè quella di musicare l’ode di Fogazzaro tanto cara a noi marinai.
L’obiettivo che Francesco si è posto, sin dal giorno in cui ha avuto questa idea, è stato quello di realizzare un motivo semplice ed orecchiabile in grado di suscitare, almeno in parte, quelle emozioni indescrivibili che solo “gli uomini di mare e di guerra” provano all’ascolto della preghiera. Insomma un motivo per tutti e di tutti.
Francesco Cardullo ci è riuscito pienamente.
Il video è visibile al seguente link:
http://www.youtube.com/watch?v=UfHwnU93818

Personalmente, ma penso anche a Voi, fa un immenso piacere poter condividere questa gioia con i marinai di tutti i tempi che da sempre credono nei veri valori della Forza Armata, perché “una volta marinai, marinai per sempre”!
Un fraterno ringraziamento e un saluto a Francesco Cardullo che potete conoscere meglio consultando il suo blog
http://fcardullo.altervista.org/

22 commenti

  • rossana tirincanti

    ….ho letto con vivo interesse la storia della Preghiera del Marinaio …così ben descritta da Ezio Pancrazio Vinciguerra, e di seguito quanto ancora è stato detto !
    Ho provato una grande emozione nel leggerla….e nell’ascoltarla in video ! Pur non appartenendo alla vostra ammirevole famiglia ,sono felice di condividerne i vostri sentimenti e la vostra gioia !

  • Simone Correnti

    “Salve, sono il figlio di un marinaio della nave Calatafimi, mio padre Correnti Salvatore fuochista che servì nella nave per tutto il servizio. Ho molte foto dei suoi compagni d’armi e della nave, avrei il piacere di mettermi in contatto con lei, per metterla a conoscenza di molti aneddoti che mio padre mi raccontava, molto significativi e importanti. distinti saluti.”

  • ezio

    Ciao Simone,
    grazie per i complimenti e per avere con poche e semplici ma mirate parole esternato i sentimenti di un figlio nei confronti del padre e, più in generale, di di quelli che tutti i papà marinai vogliono sentirsi dire dai rispettivi figli. Sono certo che questa navigazione virtuale ci farà approdare al porto della solidarietà per approfondire la nostra reciproca conoscenza in modo da consolidare la nostra amicizia.
    Un abbraccio Ezio
    P.s. Il mio blog è il tuo blog mandami gli articoli
    ….Una volta marinai, marinai per sempre e questo vale anche per i figli e per le mogli che in silenzio ci seguono in questo lavoro che sarebbe meglio definire missione!
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/06/i-valorosi-della-nave-calatafimi/

  • Maurizio Spagone

    Mio Padre Marinaio ed ex sottufficiale me la fece entrare nel cuore perché ogni volta che doveva rivolgersi al Signore lo faceva con questa preghiera …da piccolo l’ho imparata da grande l’ho assaporata e capita …dopo il mio ingresso in marina nelle CEMM di Taranto l’ho ripetuta ed ora mi rivolgo all’idDIO nello stesso modo ….

  • Graziano Favilli ‎

    ….Ezio, sapessi quanto mi manca un ammaina bandiera in navigazione con la Preghiera del Marinaio….

  • Giuseppe Pantile

    La preghiera del marinaio, io la conosco a memoria,
    ed ora,che ormai e già da un bel po di anni che non la recito in navigazione,perchè in pensione, almeno una volta all’anno la sento recitare da tanti marinai come
    me, che il giorno di tutti i Santi ci ritroviamo presso il monumento dei Caduti in mare nel Cimitero di Genova Staglieno, dove un cappellano militare dopo la Santa
    Messa ai Defunti fa recitare la nostra preghiera ad un appartenente dell’ ANMI di GE.
    E tutte le volte,vedo e sento, il momento magico di quelle parole, che fanno fermare le genti che si trovano a passare per quel viale, ad ascoltarle in ammirato silenzio.

  • Pietro

    Un saluto a tutti i marinai!!!!!
    Non mi piace la preghiera cantata…….il sig Cardullo non l’abbia a male…..sono, forse, troppo tradizionalista….
    l’ho ascoltata durante le cerimonie religiose, quando ero allievo alle scuole CEMM……ma quello che suscitava la sera all’ammaina bandiera è qualcosa di indescrivibile: COMMOZIONE ED EMOZIONE………nel suggestivo tramonto atlantico………

    BENEDICI NELLA CADENTE NOTTE IL RIPOSO DEL POPOLO E NOI CHE PER ESSO VEGLIAMO IN ARMI SUL MARE……..a tutti buona notte!

  • Leonardo Torelli

    Quando sul proprio cammino della carriera militare ci si imbatte in teste di legno, il risultato è assicurato : mare mosso,carriera distrutta…. ed altro…. con le relative conseguenze….. soprattutto sul piano lavorativo ed umano. Purtroppo queste mele marce, che guarda caso, si trovano quasi sempre su rami robusti ed a un’altezza tale, non proprio comoda, per cui il più delle volte è difficile estirparle.Bisogna avere la fortuna di incontrare un magistrato con le p………….. che gli dia una bella lezione…….perchè sono dei veri e propri delinquenti che si nascondono sotto le stellette.

  • Ezio Pancrazio Vinciguerra

    Ciao Leonardo hai fotografato benissimo la storia …sono solo illuminati di niente!

  • Francesco Cardullo

    Salve! quanto letto mi ha un po’ intristito… è vero che c’è un lento abbandono delle tradizioni … però vi posso garantire che ci sono giovani che credono ancora in questi ideali.
    Altrimenti perderebbe tempo un trentenne come me che ha provato a comporre la musica per la preghiera del marinaio e che ha sempre partecipato con entusiasmo a tutte le comandate con l’ANMI (istituzione da supportare in tutti i modi possibili).
    A Ragusa, grazie all’aiuto di tutti, ad esempio, si è valorizzata dopo tanto tempo la figura dell’ammiraglio Scrofani di cui non si sapeva quasi nulla.
    Detto questo, confermo che in qualsiasi modo la si musichi, ritengo che la preghiera recitata sia la versione migliore. Lo dico io che ho realizzato il video gentilmente riproposto dal Sig. Ezio che ringrazio, nonostante l’imprevisto successo di questa iniziativa che non ha più bisogno di sponsorizzazioni.
    Saluti per tutti e …stiamo uniti!

  • Tullio Carrazza

    Grazie Ezio come sempre sei un signore un grande e carissimo amico e collega ti ringrazio di tutto spero di rivederti molto presto ciao TULLIO!!!!!!!!!

  • Giuseppe Pantile

    Devo dire che la versione recitata, è sempre più emozionante, ma onestamente dico che quella che ha cantato il tenore Anselmo Fabiani, mi ha trasmesso quel brivido che veniva quando la si ascoltava in navigazione. Penso comunque, che è la preghiera ad avere quel fascino che ti da quelle emozioni che ti restano in mente per sempre, sia essa recitata che cantata.
    Saluti a tutti e vento in poppa.

  • Paolo Urbini

    Sono stato imbarcato nel 1950 sulla corazzata Andrea Doria, allora ammiraglia della flotta, e ricordo con commozione la cerimonia dell’ammaina bandiera, la preghiera del marinao che recito ogni sera anche oggi. Duole ascoltarla oggi mutilata in quella parte che recita:”poni sul nemico il terrore di lei” quasi che fossimo diventati dei teneri vacanzieri e non uomini di mare.
    Povero Fogazzaro.

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