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Gli occhi dei bambini

Relazione seduta consiglio provinciale del 14/02/2011.

La mattina è cominciata partendo da casa e arrivando sulle sedie del pubblico in sala del consiglio provinciale e regionale. Alle 11.10 circa il vicepresidente del consiglio Claudio Eccher, cominciò a presentare il punto del giorno. In questo caso eleggevano presidente il consigliere Bruno Dorigatti. Il segretario fece l’appello, quando Eccher riprese a parlare, il consigliere Luca Zeni chiese la parola, si alzò in piedi e disse che la maggioranza voleva discutere con la minoranza del punto del giorno. Intanto passò 3 quarti d’ora e vennero le 12.00.

Ad un certo punto il vicepresidente prese di nuovo la parola e diede la parola al signor Claudio Civettini che parlò per 20 minuti circa e dopo venne il consigliere Alessandro Savoi e anche quello parlò tanto. Sul tabellone c’era una fila di 9 consiglieri che volevano parlare. I 2 consiglieri che hanno parlato, nessuno gli ascoltava:

–          uno che leggeva il giornale;

–          l’altro che smanettava col telefonino;

–          un altro che andava in giro a parlare.

Era un vero disastro. Il presidente della provincia, Lorenzo Dellai, dopo un po’ si stufò, e così andò fuori dalla sala consiglio a fare lavori più importanti.

Eccher, vicepresidente, disse che si ritroveranno alle 15.00 per continuare a parlare.

Ciao Ezio,
una mia collega lunedì mi ha detto che suo figlio Alberto, quella mattina si trovava, in veste di pubblico spettatore, alla riunione del Consiglio provinciale per la nomina del nuovo Presidente.
Mi ha spiegato che si era recato a visitare questa sala con la sua classe, 5° elementare, circa quindici giorni fa, e in quel frangente, tra l’altro, la guida aveva riferito che il giorno 14 si sarebbe svolta una seduta.
Da quel giorno è stato un tormento, perché lui si è fissato che voleva andare a tutti i costi a quella seduta. Nonostante lei gli dicesse: “No, Ma dove vuoi andare, I bambini non ci vanno ecc”, tale è stata la sua testardaggine, che la ha convinta. Lì si è recato accompagnato dalla zia, perché per motivi di lavoro lei non poteva andare, e si è talmente immedesimato nel ruolo istituzionale che si è pure vestito elegantemente con giacca e cravatta.
Il giorno successivo alla sua partecipazione si è alzato presto, mentre in casa tutti ancora dormivano, e prima di andare a scuola ha scritto una relazione da esporre in classe al maestro e ai compagni.
La cosa fondamentale da sapere è che questa relazione l’ha scritta da solo, di suo pugno. E, come lui le ha riferito, non ha scritto le sue impressioni, ma i fatti così come li ha visti.
Ha fatto proprio una bella cronaca.
Ezio,  ti ho inviato la “cronaca” di Alberto solo perché in una mattinata, un bambino, si è reso conto di come i nostri politici non lavorano.
Buon fine settimana. Ciao ciao Roberta.

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