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Pagine di un diario mai scritto

di Orazio Vasta



“…In Bosnia, ragazze musulmane pendevano dagli alberi. Si erano impiccate per pagare per “il peccato” di essere state violentate e messe incinte dalla soldataglia di passaggio. Per gli islamici morire impiccato significa rimanere condannato per l’eternità, considerando che l’anima rimane bloccata nel corpo.
Qualche chilometro più in là, gli aerei della Nato, anche quelli italiani,bombardavano tutto quello che si agitava sotto il loro culo utilizzando bombe con il micidiale uranio impoverito.
Io ero lì, ho visto, ho sentito, ho scritto, ho subito l’uranio impoverito,due tumori alla testa …ma sono ancora qui.
Una vita di durezze, la mia, senza amore, con la convinzione che il mio cuore era solo un organo del mio corpo, un organo incapace di dilatarsi per un sentimento
….troppe cose da fare,altro che cuore e sentimenti.
Anche il mio matrimonio -nato per abitudine e imposto dalle regole barbare della società civile …matrimonio non per amore – è stato inghiottito da questa sorta di vortice, poi esperienze sentimentali vuote …esperienze sentimentali “importanti”(SIC!) strafinite come un pugno sulla testa,esperienze che non hanno mai fatto esplodere il mio cuore.
Ma, quando il cuore – in modo inaspettato – è esploso non è stato più possibile creare argini attorno ad esso.
Penso a tutto quello che è accaduto in questi 30 anni dentro di me, e mi dico che ne è valsa la pena. Il risultato è aver colto nel giardino della mia vita il più bel e profumato fiore.
Anche se la mia vita dovesse durare il tempo di un battito d’ali di una farfalla, il tuo amore/mi ha reso/eterno. “….

(Tratto da “Pagine di un diario mai scritto”, di Orazio Vasta. Segnalato da Luca Tiezzi).

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