Racconti,  Sociale e Solidarietà

Il difficile equilibrio dell’essere

di Germano Marini

Ad un certo punto della vita, sarebbe opportuno fermarsi e porsi delle domande, cercando poi nelle risposte come quel segmento del nostro cammino sia stato vissuto e soprattutto “per chi” sia stato vissuto.
Razionalmente bisognerebbe analizzare le risposte date ad ogni domanda posta, al fine di comprendere realmente chi siamo e soprattutto cosa vogliamo e se la vita vissuta sino a quel momento di riflessione, sia stata nel rivolgersi verso gli altri, o solo nell’esaltare l’ego del nostro … IO, dominante secondo noi, nei confronti di chi ci è di fronte.

Sigmund Freud, in suoi scritti sulla percezione dell’IO, nota che è semplicemente una realtà infinitamente più marginale di quello che si creda. “ da Socrate in poi”. L’uomo di per se “ spiega”, tenderebbe a soddisfare all’istante il piacere che prova per poter trovare così una forma di equilibrio interno e tuttavia a questo “ principio di potere “ per cui si sarebbe indotti a realizzare sempre e comunque il piacere, si oppone il “ principio di realtà” ovvero la consapevolezza delle richieste provenienti dall’ambiente circostante: Se infatti tutte le pulsazioni fossero immediatamente realizzate, non solo ciò sarebbe incompatibile con le regole della società, ma perfino con la semplice sopravvivenza fisica dell’individuo, che non a caso, ciascuno di noi tende a reprimere parzialmente, il principio del piacere in funzione del fatto che, deve vivere.
La morale dovrebbe portare a comprendere che l’istinto posseduto da ogni essere umano, a volte porta a non razionalizzare le azioni, le parole, i gesti che contraddistinguono la percezione dell’ IO di ognuno di noi. La vita è un dono prezioso, ed è tale per essere vissuta con gli altri e per gli altri senza porre delle barriere, per non dover rimanere poi inevitabilmente fuori da tutto ciò che essa di bella ha da offrirti.
Ma sempre noi razionalmente cogliamo l’attimo? Non cerchiamo forse evasioni astratte al fine di fuggire lontano da ciò che più ci spaventa dalla vita? Non esageriamo molto spesso esaltando la percezione del proprio IO?

Mi sono imposto questa riflessione, quando ho avuto la percezione di omettere qualcosa, di avere contrapposto le mie esigenze, con quello che in realtà potesse portarmi ad essere considerato “ una persona equa “, questa percezione, in realtà disarmante mi ha fatto riflettere su come volessi prospettare la mia vita futura, di come volessi relazionarmi con chi mi sta vicino e con gli altri anche perché credo fondamentalmente di essere un uomo buono.

3 commenti

  • Marino Miccoli

    Personalmente credo che il motto di Orazio “Carpe diem, quam minimum credula postero” abbia un significato sempre attuale, per ciascuno di noi e può essere considerato valido per una moltitudine di situazioni che si verificano nella nostra vita.
    Il fermarsi un attimo, per riflettere sul vero scopo della nostra vita, in un’epoca come quella attuale dove tutto (…o quasi) è fatto di corsa, è una salutare pausa che purtroppo poche persone vogliono fare.
    Sono d’accordo con te, Germano, quando affermi che si cercano evasioni astratte per fuggire lontano dalla realtà… troppo semplice e comodo!

  • ezio

    da facebook

    Riflessione molto saggia, soprattutto in questo momento…e concordo che in noi individui ,c’è una sconsiderata esaltazione del proprio IO, dovremmo riflettere molto Germano…cercando di migliorarci, per poterci relazionare con umiltà di fronte a qualsiasi controversia.
    Tu sei buono, grazie !
    Luisa

  • Joseph Gorgone

    Eg.o Germano, quello che tu hai scritto vale a peso d’oro; pero’ come ha giustamente commentato qui sopra, l’amico Marino Miccoli.. al giorno d’oggi che tutti corrono in tutto e per tutto, non hanno tempo per riflettere ed ecco che per questo la ns vita diventa ogni giorno piu’ problematica, e ci rende piu’ scontrosi verso tutti.
    Magari, si applicasse il motto di Orazio al giorno nostro sarebbe si ancora attualissimo, ma ci renderebbe la vita molto piu’ facile e semplice.

    Grazie Germano per ricordarci questa grande verita’!!
    Saluti,
    Pippo

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