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Morire troppo giovani

di Paolo Iorio

Accendiamo il televisore per guardare il telegiornale, per sapere cosa accade in questo mondo massacrato da mille problemi, ma sperando anche di sentire qualcosa d’allettante; per tenerci aggiornati si cerca anche di ascoltare la politica, e tutto il resto.
Lo speaker parla con voce quasi inanimata, per lui ogni notizia deve essere solo informazione e le immagini che scorrono di fronte a noi, mentre, magari, stiamo pranzando, sono di pessimo gusto, o di una banalità assoluta: ” Quanti kg si dovrebbe essere per mettersi, fra pochi mesi, in costume; quali creme si devono acquistare per far scomparire rughe e far si che la nostra pelle sia sempre giovane; le immagini cambiano improvvisamente e ora c’è, abbiamo di fronte a noi, gente che muore di fame, che muore d’epidemia da colera, di popoli massacrati dalla cattiveria d’altri popoli, in altre parole guerre etniche per le quali pochi si preoccupano, e poi ecco, la tragedia più vicina a noi: una mamma che piange disperata, un padre che, intervistato dopo il funerale del figlioletto morto, è in grado di ringraziare tutti coloro che in momenti del genere gli sono vicini, però quel bimbo non glielo ridà nessuno, men che meno questa solidarietà e, cosa peggiore, la giustizia non è certo confortante per questi genitori lacerati dal dolore, da quel dolore che provocano persone come il ragazzo pedofilo che si voleva approfittare di un bimbo di appena otto anni.
Di fronte a fatti del genere, si rimane annichiliti; è sconfortante il fatto che uno stato dal quale ci si attende protezione, giustizia, rettitudine, ci lasci, invece, completamente in balia di noi stessi, dei nostri problemi, del nostro dolore, smarriti, in cerca di conforto.
Il fatto fa notizia, si approfondisce, con psicologi esperti, il problema della pedofilia che ormai sta’ dilagando nel nostro paese come una macchia d’olio sparsa per terra.
Tutti sono dell’idea che quest’atteggiamento cosi deplorevole, sia fortemente punito, però prima è meglio approfondire le cause per cui in ragazzo, una persona apparentemente normale, arrivi ad approfittare della debolezza di bambini per i proprio scopi sudici e perversi, al punto di arrivare al massacro; si studiano, questi casi che, in tribunale appaiono con il volto pulito e pentito, quasi come degli angioletti in stato di trans.
“La colpa, non è solo loro” si sente dire dall’esperto, ” è la società che non gli ha dato amore, comprensione, affetto sufficiente per essere una persona normale, anche lui ha sofferto e si deve tener conto di quello che gli è venuto a mancare nel periodo della sua infanzia, della sua adolescenza.”
Ma certo, ora non sarà condannato per quello che ha fatto, sarà invece capito curato, perché il vero sofferente è lui, non la famiglia che si è trovata privata di un bimbo che l’unica colpa reale era quella d’essere ancora un bambino.
Tutto questo è allucinante!
Diamo pure, a questi giovani, la possibilità di riabilitarsi, spendiamo dei soldi per farli seguire dai migliori specialisti, per poi ritrovali al telegiornale con la faccia camuffata, che fanno cadere nella disperazione più nera altre famiglie con l’unica colpa d’avere ancora dei bambini che avrebbero visto volentieri crescere davanti ai loro occhi, protetti non da giustizie inesistenti, ma da grande amore.
Riflettete come me su questi fatti e pensate ai vostri figli e non fate che muoiano dentro troppo giovani.
Si, la prima morte è dentro, nell’anima…e poi tutto il resto come fosse una naturale conseguenza.

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