Ti scrivo che piango la notte
(Vittorio Fioravanti)
Ti scrivo che piango la notte
sciogliendomi in schegge di ghiaccio
la mano mia tesa nell’ombra
su carta di straccio
Cercando il bicchiere di vino
mi slaccio le scarpe di gomma
c’è luce soffusa dall’alto
lei beve d’aperta lattina
la gelida coca cola
a sorsi lunghi giù in gola
Lagrime di commozione
scendono sul teleschermo
nell’ottuso riflesso
d’un viso bianco convesso
con una riga di sangue
Parole scritte lontano
lette a formarsi in visioni
sono frasi d’angoscia
I morti sono ventuno
– più tu che vi muori dentro
la coscia nuda dischiusa –
la bomba esplosa al mercato
stroncato ha soltanto le donne
i corpi vi giacciono in fila
fra ceste di cavolfiori
Sul tavolino che ho accanto
scorre rosso il vino versato
macchiando d’orrore l’incontro
Così passa anche a te la voglia
di sdraiarci a fare l’amore
Il fatto? …uno degl’innumerevoli attentati terroristici effettuati in un mercato rionale di Bagdad, contro povere donne in cerca di alimenti. Non si tratta d’un’azione di guerra, ma di un criminale atto di vergognosa quanto vigliacca strategia del terrore.
Assistervi in differita via satellite ci fa dolenti partecipi di quell’orrore…
(Dicembre 2008)