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La Guardia Costiera Ausiliaria

di Marco Angelo Zimmile (*)


Come in molti altri Paesi di cultura marinara, è un servizio di Volontariato specializzato per l’ambiente marittimo dei laghi e dei fiumi per concorrere, mediante apposita organizzazione, alla salvaguardia ed al miglioramento della vita, nel mare e del mare.
“GUARDIA COSTIERA” è un’espressione che riassume efficacemente la tutela della sicurezza della navigazione e la salvaguardia della vita umana, oltre che dell’ambiente marino e delle acque in genere.
In Italia sono molte le iniziative di “volontariato” (tutte meritorie ed apprezzabili) che si offrono per il soccorso in mare: la Guardia Costiera Ausiliaria ha una missione molto ampia che abbraccia tutte le coste nazionali e le acque interne e si propone anche di mettere a sistema le predette iniziative, con idonea organizzazione a rete.
Essa ha una struttura organizzativa “parallela” e “complementare” rispetto al Corpo delle Capitanerie di Porto (che fa parte del Ministero dei Trasporti e della Navigazione) per svolgere un’ampia gamma di attività rivolte soprattutto a creare e diffondere in tutti i ceti sociali la “cultura della sicurezza” e prevenire quindi i sinistri marittimi. Si interessa soprattutto delle imbarcazioni minori non soggette alla rigida normativa ed ai controlli della navigazione internazionale ed a tutte le innumerevoli attività nautiche, soprattutto ricreative, turistiche e sportive.
Il Servizio di Guardia Costiera Ausiliaria interessa circa 500 tra porti e porticcioli minori, di cui 450 sulle coste marittime e 50 sulle rive dei laghi e dei fiumi praticabili. A tal fine, il territorio nazionale è suddiviso in Zone Marittime come prevede il nostro Codice della Navigazione, che coincidono con le Regioni costiere; ma l’attività della Guardia Costiera Ausiliaria può ben svolgersi anche nei Centri non costieri.
Il Servizio di Guardia Costiera Ausiliaria si articola in un Ispettorato Generale e tanti Ispettori di Zona, quante le Regioni Costiere, oltre ad un Ispettorato per la Navigazione Interna.
Come richiede la Legge, tutte le cariche di massima responsabilità sono elettive, oltre che assolutamente gratuite; ma vi possono accedere soltanto quei Volontari che siano in possesso di particolari requisiti professionali.
Il teatro operativo d’interesse è il mare, ma non è l’unico settore di cui si occupa questa organizzazione di volontariato; una volta in possesso dei necessari brevetti i volontari si dedicano anche all’antincendio boschivo, al servizio di ambulanza, all’emergenza idrica, al rischio idrogeologico, alla gestione delle telecomunicazioni, all’installazione di campi base con tutte le opere di servitù quali acqua corrente ed energia elettrica. In pratica si gestisce come un corpo a sé completo ed efficiente in ogni sua componente, infatti costituisce un valido supporto alle Forze Operative in sede di emergenza, com’è stato per la missione “Sisma Abruzzo 2009”.

QUALI SONO I VANTAGGI?
Chi ama il mare ed è propenso al “Volontariato” svolge una missione di alto valore morale e ciò potrebbe anche bastare; valgono per tutte, le espressioni augurali del Presidente della repubblica rivolte ai partecipanti al “meeting internazionale” svoltasi a Roma presso la sede di Parlamento Europeo il 25 settembre 1998 per la presentazione della Guardia Costiera Ausiliaria: “…generoso impegno volontaristico in un settore particolarmente delicato ed impegnativo, data l’estensione delle coste del nostro Paese e le emergenze alle quali occorre far fronte, specie nel periodo estivo, per la vigilanza ed i salvataggi…
Appartenere alla Guardia Costiera Ausiliaria significa godere dei vantaggi propri delle grandi organizzazioni, in relazione alle varie iniziative per il miglioramento della qualità della vita della Categoria.
Il Volontario ha la possibilità di frequentare Corsi di Specializzazione che, oltre a servire all’interno dell’organizzazione, conferiscono un titolo professionale qualificante sulla base dei Modelli dell’INTERNATIONAL MARITIME ORGANIZATION, appositamente scelti come formazione di nuove e moderne figure professionali nel campo della sicurezza della Navigazione e delle attività portuali, delle tecnologie del trasporto marittimo, della tutela ecologica, delle Telecomunicazioni, dell’Informatica, ecc. Tutto questo, unitamente alla vasta portata delle relazioni sociali che la Guardia Costiera Ausiliaria coltiva, può costituire un sistema di occasioni e di sbocchi lavorativi per quel Volontariato che ne abbia interesse.

COME SI ENTRA A FARNE PARTE?
Tutti possono chiedere di far parte della Guardia Costiera Ausiliaria senza distinzione di sesso: i Volontari debbono essere soci di una delle Associazioni partecipanti al Servizio ed anche in possesso di particolari requisiti, come la sana e robusta costituzione, la maggiore età, la mancanza di precedenti penali, ecc., non vi sono limiti massimi di età.
Dopo un periodo di prova o di addestramento (salvo che sia in possesso di particolari requisiti professionali o abbia svolto precedenti servizi nella Guardia Costiera, nei Corpi navali dello Stato, nella Marina Militare o Mercantile) il Socio viene nominato “Volontario Operativo”, assegnato al settore prescelto (Aeronavale, Salvamento, Vigilanza ed anche Servizi generali) e quindi al Centro Operativo di residenza, ove già costituito.
Con i Corsi di Specializzazione, il Volontario può diventare ISTRUTTORE, ISPETTORE, SPECIALISTA IN PUBBLICHE RELAZIONI, COMANDANTE DI UNITA’ DI SOCCORSO, ecc. e può anche assumere incarichi di responsabilità fino ai massimi livelli, all’ interno dell’organizzazione.
La Guardia Costiera Ausiliaria fa parte anche del sistema di Protezione Civile Nazionale, Regionale e Locale.

Si ringrazia la Guardia Costiera Ausiliaria di Licata (Ag) per l’encomiabile opera di soccorso che presta, a titolo gratuito, in una delicata zona di confine …

(*) http://www.gcalicata.com/



2 commenti

  • STEFANO IOVINO

    Sono Presidente di un Circolo Nautico in provincia di Napoli. Come fare per consentire acchè il Circolo entri a far parte della guardia costiera ausiliaria?

  • Ugo

    Nessuna risposta dopo quasi 7 anni al commento/quesito del Sig. Iovino (che spero abbia trovato più attenzione altrove).
    Forse, azzardo io, perchè non può essere un Circolo a divenire reparto della GCA , ma solo i singoli aderenti, essendo individuali la formazione e la qualifica. Sarebbe come chiedere qual’è l’iter per far prendere la Patente Nautica al Circolo”.
    Poi se tutti gli iscritti del circolo riescono ad essere ammessi in massa al Servizio immagino che “de facto” se non “de Iure” costituiscano una sorta di distaccamento, e possano anche mettere le proprie strutture sociali a disposizione del reparto competente in quell’area.
    O sbaglio?

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