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Eco netto! Eco netto!

di Marino Miccoli

Mediterraneo centro-meridionale: ore 23:00 circa di una notte del mese di giugno1941…gli astri nel tempo sono stati, sono e  saranno sempre i taciturni compagni di viaggio di tutta la gente di mare.

Sulla sconfinata distesa blu dai riflessi d’argento, come può essere soltanto il mare di bonaccia in una notte prossima al solstizio d’estate, si scorge lontanamente una sottile sagoma scura. Si tratta di una piccola nave militare … “ZURI”(1) si legge sullo scafo di questo caccia-sommergibili che, quasi fosse timoroso di turbare la quiete di questi momenti, naviga a lento moto.
La nave procede in quest’angolo di Mediterraneo seguendo la rotta tracciata dall’ufficiale addetto.
In coperta, poco distante dalla plancia e nei pressi della cassa-fumo, appoggiato al parapetto della murata vi è un uomo che scruta il cielo: è il secondo capo infermiere “Giovanni Miccoli”, classe 1912, che è stato richiamato alle armi a causa della guerra. Egli, tra una tirata e l’altra della sigaretta A.O.I.(2) che gli penzola dalle labbra, contempla il cielo.
In una notte così serena e meravigliosamente stellata la volta celeste  si svela in una visione eccezionale ai suoi occhi. Lo spettacolo offerto  dagli astri si può apprezzare in tutta la sua bellezza poiché il caccia-sommergibili Zuri, per le ovvie ragioni imposte dall’esigenza di tutelare la propria sicurezza, naviga a luci spente. In tal modo nessun’altra fonte luminosa è causa di disturbo per la perfetta visione degli astri.
A ben pensarci, gli astri nel tempo sono stati, sono e  saranno sempre i taciturni compagni di viaggio di tutta la gente di mare.
Proprio mentre era preso da questa riflessione, Giovanni è  interrotto da una voce allarmata proveniente dall’interno del castello.
“…ECO NETTO! …ECO NETTO!” grida il marinaio di turno all’ascolto del SONAR. L’eco che gli è tornato nelle sue orecchie non è il solito “eco frusciato” ma è l’allarmante “eco netto”, quel particolare e inconfondibile rumore di ritorno caratteristico dell’impatto dell’onda sonora emessa dal sonar contro superfici metalliche… si tratta di un sommergibile!
Così la sirena di bordo suona il posto di combattimento mentre Giovanni corre a indossare il suo salvagente, come saette accorrono ai lancia-bombe di profondità i cannonieri: l’ufficiale di turno in plancia ordina l’avanti tutta in direzione della localizzazione ottenuta a seguito dell’elaborazione dei dati provenienti dal sonar.
Poco dopo comincia il lancio delle bombe di profondità. Gli ordini sono quelli oramai ben conosciuti da tutto l’equipaggio, la sequenza è sempre la medesima:
– “LANCIA A DESTRA!” ordina il Comandante….
– “LANCIO!” risponde il capo-cannoniere….
– “LANCIA A SINISTRA!”
– “LANCIO!”
– “LANCIA A CENTRO!”
– “LANCIO!”.
Sorde e cupe esplosioni squassano il mare nelle sue profondità.
A seguito delle deflagrazioni colonne d’acqua s’innalzano dalla superficie…il mortale duello tra il caccia italiano e il sommergibile inglese è appena iniziato!

Stimato Ezio,
tempo addietro ho composto questo mio personale ricordo di un mio zio: Giovanni Miccoli fratello minore di due anni di mio padre. (3).
Il mio compianto e amatissimo zio Giovanni (detto familiarmente “Nino”) durante l’ultima guerra era imbarcato sul caccia-sommergibili ZURI.
Era veramente una persona straordinaria, sai… pensa che non riusciva a terminare le sue narrazioni riguardanti le vicende belliche che aveva vissuto senza emozionarsi.
Marinareschi saluti.
Dedico lo scritto che segue a Lui e a tutti i Marinai che hanno combattuto la tragica “guerra dei convogli” (4) che ebbe luogo sulle rotte della morte tra l’Italia e l’Africa del Nord durante la II guerra mondiale. Onore a tutti loro!
Marino Miccoli.

Note:
(1) “Oriole” (ex “Zuri”) – ex jugoslavo “Labud”
– Dislocamento: 476 tonnellate – Velocità: 14 nodi – Equipaggio: 71 – Armamento: 2 pezzi da 90/45, 2 da 13,2, 1 scarica bombe antisommergibili, 12 mine.
– Costruito in Germania come dragamine “M 106”; acquistato dalla Marina Jugoslava nel 1920; durante la guerra impiegato come pattugliatore costiero e antisommergibili – Storia: costruito nel 1918; preda bellica, in servizio nel 1941; autoaffondato nel luglio 1943 nel porto di Augusta (Siracusa); recuperato e demolito nel 1946.

(2) A.O.I. è una sigla che significa AFRICA ORIENTALE ITALIANA ed è la marca delle sigarette autarchiche, economiche e tutte italiane, che i militari erano soliti fumare durante la guerra.

(3) per ulteriori informazioni: https://www.lavocedelmarinaio.com/blog/2010/04/28-marzo-1941-matapan/  a cura dello stesso autore.

(4) per saperne di più si consiglia: “LA BATTAGLIA DEI CONVOGLI”( Prezzo intero: 9,00 € – Prezzo ridotto: 6,20 €) (AA.VV.) 2^ ed. 1994 – 233 p. – 155 ill.
La lunga lotta che la nostra marineria, militare e mercantile ingaggiò coraggiosamente per sostenere un esercito combattente di 230.000 uomini. I trentacinque mesi di continui, sanguinosi scontri sul mare contro un potente e sempre più agguerrito avversario edito dall’ufficio storico della Marina Militare.

21 commenti

  • Giuseppe

    Bella la storia, una pagina di vita vissuta da un giovane, in un momento poco felice della vita,ricordi genuini, semplici e senza implicazioni di colpe et ecc è bello conoscere la storia di un singolo uomo perchè è la storia di tantissimi altri. un abbraccio e spero leggere la continuazione.

  • michele

    Grazie Ezio come al solito le storie da te inserite sono sempre da me lette con amore e devozione nei riguardi dei nostri marinai ke hanno dato tutto x la marina e la patria. nonn mollare kondinua sempre su questa lunghezza d’onta, un grande abbraccio ciao alle prossime

  • Roberto Cannia

    Sono rimasto veramente ancorato alla lettura di questa emozionante storia. Giovanni Miccoli mi ricorda mio nonno Francesco, il quale ogni volta che raccontava le sue storie da militare durante il periodo bellico, si emozionava fino alle lacrime ricordando i commilitoni e tutte le vicende di quell’epoca. Ricordo che mi parlava sempre di un Tenente originario di Messina di cui aveva un bellissimo ricordo. Mi diceva sempre che prima di morire avrebbe voluto avere sue notizie. Feci delle ricerche per cercare di sapere qualcosa, seppi che il Tenente Donati (se non ricordo male) dopo la guerra lavorava in una banca. Contattai quella banca, ed un impiegato mi disse che il Tenente (mi piace chiamarlo così) era deceduto da qualche mese. Mio nonno era accanto a me mentre parlavo al telefono. Non dimenticherò mai il suo volto sofferente rigato di lacrime…

  • ezio

    Anna Cretaz 28 aprile 2010 alle ore 6.10
    R: Eco Netto! Eco Netto!
    NO. Sono affascinata della Marina.Grazie x avermi accettato Anna

  • Nicola

    Complimenti Ezio x averci regalato uno spaccato vissuto da chi ci ha preceduto un questa “Nostra” grande famiglia che e’ la Marina. Grazie

  • Andrea Miccoli

    Ciao Marino, come sempre, quando scrivi qualcosa, la tua penna produce emozioni intense e profonde perchè tratti argomenti crudi e veri come la guerra.
    Aprendo questo bel sito che mi (ci) hai indicato, ho avuto per un istante la folgorante visione di tre (dei cinque) fratelli Miccoli. Infatti: a fianco alla foto dei due marinai, tuo padre (zio Antonuccio) e mio padre Nino, c’è la foto dell’autore del blog (credo) che assomiglia in modo sorprendente ed impressionante al terzo fratello (zio Enrico). Una straordinaria combinazione che spinge a sperare che prima o poi li troveremo insieme tutti e cinque (anzi, sei con zia Amelia) in qualche tua “creazione”.
    Ancora complimenti a te e
    anche al blog “La voce del marinaio”.
    Ciao, Andrea.

  • Francesco CAVALIERE

    Caro Ezio, che bella cosa che ho trovato stasera, sicuro che le prossime giornate le passerò su qyesto sito. Grazie e un commosso saluto

  • Marco Turrioni

    Ciao Ezio,
    potresti mettermi in contatto con il sig. Marino??
    Avrei delle domande da fargli!

    Grazie
    Marco

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Marino ho ricevuto il messaggio di cui sopra dal Signor Marco Turrioni. Non lo conosco personalmente, ma per doverosa ed opportuna informazione, ti metto a conoscenza della sua richiesta
    Grazie anticipatamente.

  • Marino Miccoli

    Gentile signor Turrioni,
    il maresciallo Ezio Vinciguerra mi ha comunicato che lei voleva mettersi in contatto con me a seguito di una sua richiesta postata in calce all’articolo ECO NETTO, ECO NETTO pubblicato sul blog de LA VOCE DEL MARINAIO.
    Può scrivermi all’indirizzo da cui le spedisco questa e-mail.
    Cordialmente.
    Marino Miccoli

  • Marco Turrioni

    Salve signor Marino,
    non ho potuto fare a meno di leggere la sua storia pubblicata sul blog da lei citato… da poco ho iniziato a cercare informazioni su Oriole (Zuri), nave dove mio nonno ha fatto il suo dovere di marinaio, però le uniche cose che sono riuscito a trovare sono informazioni tecniche.
    Pochi giorni fa l’ho informato della scoperta da parte mia di una foto e di qualche informazione su Oriole e non riesco a descrivere l’emozione provata nel vedere il suo viso incredulo e commosso. Consideri che è riuscito a creare un modello della nave soltanto con i ricordi che aveva.
    Non so in che anno ci è salito ma so che era presente al momento dell’affondamento nel ’43.
    Se ha qualche testo o altro su Oriole/Zuri la prego di farmelo sapere.
    Ovviamente proverò a chiedere se conosceva suo zio!
    Mio nonno si chiama Bruno Millesimi
    Grazie!!
    Marco Turrioni

  • Marino Miccoli

    Egregio signor Marco Turrioni,
    sono lieto di fare la sua conoscenza attraverso il gentile tramite dello stimato maresciallo Ezio Vinciguerra che legge la presente per conoscenza insieme a mio cugino Andrea Miccoli figlio del fu Giovanni.
    In base a quanto raccontatomi dal mio compianto zio Giovanni Miccoli (all’epoca imbarcato con la qualifica di sottocapo infermiere) le confermo che la nave Regio Cacciasommergibili ZURI aveva anche un altro nome, quello di ORIOLE appunto. Il suo comandante (di cui non ricordo il nome) morì proprio tra le braccia di mio zio, durante un bombardamento aereo a causa di una scheggia che lo colpì al petto. Non ho alcun testo scritto su quel Cacciasommergibili ma solo i ricordi tramandati oralmente dal mio compianto e amatissimo zio Nino.
    Deve sapere che ho scritto anche il seguito di quel primo articolo, ( https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/04/eco-netto-eco-netto/ )
    che Lei troverà al seguente link:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/05/eco-netto-eco-netto-l%e2%80%99epilogo/
    Gentile signor Turrioni, mi faccia avere una fotografia del modello della nave di cui mi parla e una foto di suo nonno Bruno Millesimi con qualche notizia biografica che lo riguarda e vedrò di tornare con un altro mio modesto articolo sull’argomento.
    Con stima, la saluto cordialmente
    Marino Miccoli

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