Marinai,  Storia

Piri Reis e il Periplo della Sicilia

… dal suo diario di bordo

Piri Reis, ammiraglio Turco (1470-1554), è  ricordato per aver realizzato nel 1513 il Kitab al Bahriya e per la realizzazione della mappa della costa Occidentale dell’Africa, quella dell’Europa, la costa Orientale dell’America Meridionale, di parte della costa Orientale dell’America Settentrionale e la Terra della Regina Maud nell’Antartico.
Così, nel 1521descriveva, in uno stralcio del suo diario, il Periplo della Sicilia.

“Questo testo descrittivo fu da me scritto nell’anno 927 (1521) ed anche la carta della terra e del mare fu da me disegnata. La Sicilia, preziosa e montagnosa isola, è ricca per acque sorgive. Il suo circuito conta ben 700 miglia. Fino alla costa dell’Apulia calabrese misura tre miglia e, nelle giornate di bonaccia voce d’uomo si può udire, da una costa all’altra. Tra l’isola e la terra ferma, scorre impetuosa una corrente marina. Governa la Sicilia il Re di Spagna ed ogni anno, più di cento vascelli veleggiano dalla Sicilia carichi di grano. La Sicilia possiede anche piantagioni di zucchero e al suo interno sono molti i borghi e settecento le città. Io stesso ne ho viste almeno trenta… Una di queste si chiama Siracusa. Essa reca un ampio porto naturale capace a contenere mille vascelli. La seconda città è Messina, distante dalla prima cento miglia. Tra Messina e Siracusa è un piccolo braccio di mare e nella parte più interna di questo si trova Katane. E tra Katana e Siracusa è il borgo Agosta (Augusta) che ha dinnanzi un porto naturale. Il porto di Messina è basso e sabbioso ed è capace di vascelli duecento, e su ogni lato ha un castello forte. Uno di questi si chiama torre del faro e si trova dieci miglia. Se la città viene attaccata dal nemico, non può durare più di pochi giorni, gli apprestamenti infatti, non sono abbastanza. Ad una giornata di viaggio da Messina, verso l’interno, è un alto monte, chiamato Mongibello (Etna). Questo monte brucia per natura giorno e notte. Ad Occidente della Torre del Faro, prossima alla riva del mare sorge Milazzo. Ad occidente di questa, salendo il Bosco di Olivi (Oliveri). A venti miglia in mezzo al mare si trova un’isola. Il suo nome è Lipari, che possiede un porto e davanti al porto è la sua città, governata dal Principe di Spagna. Nel Mare aperto poi, a miglia due da Lipari, è un’isola che brucia per natura tutto il tempo, è Vulcano. A trenta miglia da Vulcano, è un’altra isola chiamata Usturangola (Stromboli). Essa brucia in un modo indescrivibile. Quando soffia il vento da sud il suo fuoco può lanciare pietre in aria grandi come vascelli. Per questa ragione a volte, nessuna nave si avvicina ad essa. A Occidente di Vulcano vi è poi un’altra isola, Salina e a occidente di questa altre due piccole isole, disabitate.

A cinquanta miglia da queste due piccole isole sulla terra ferma della Sicilia si trova una città chiamata Kefelus (Cefalù). A cinquanta miglia da questa si trova Balarm (Palermo) a città più grande della Sicilia. Il luogo è aperto ai venti del nord, e questo impedisce in inverno ai vascelli, di gettarvi l’ancora dinnanzi. A sessanta miglia ad Occidente da Balarm, è Trabana (Trapani) una grande città in riva al mare. Davanti a questa città si trovano i bassifondi. La profondità dove ancora i vascelli possono approdare è di sei braccia. Mezzo miglio a Nord Ovest è un’isola bassa, chiamata Borsu. Il capo che si stende alla estrema punta della città di Trabana è lontano novanta miglia dal capo del Nord Africa Kalebije. Gli Arabi chiamano la Sicilia Eskelije e il mare siciliano Bahr-Samkalije. È l’ombelico del Mediterraneo. Dopo Trabana è Sciacca, una grande città sopra una collina di fronte al mare. Presso di essa scorre un grande fiume. A quaranta miglia da Sciacca si trova Girgenti. Su questa costa oltre a piccole città si trovano anche piccoli castelli. Da Girgenti ad Alicata contano miglia trenta. Questa città nel Sud-Est della Sicilia sta ad oriente del suo porto, dove i vascelli sono al sicuro venendo dal mare. Da Alicata a Terranova miglia venti e poi segue Capasaro (Capopassero). Da questo capo fino a Ras-Chanir (Muro di Porco) si contano trenta miglia” Piri Reis.

Questa ricerca è dedicata al maestro e all’amico Gianfranco Jannuzzo che con la sua “camaleontica” maschera teatrale, ma anche umana bontà e solidarietà, riesce a trasmettere negli spettatori forti emozioni che spaziano dal pianto al sorriso.
Nel suo ultimo spettacolo “Girgenti amore mio” nel riuscito tentativo di un introspettivo viaggio alle origini, ha stuzzicato in me, e non solo, un cammino di vita che mi fa comprendere, ancora di più, le miei radici e, in particolare, quelle di ognuno di noi.

2 commenti

  • Gianfranco Jannuzzo

    Ezio carissimo è il più bel regalo che potessi farmi. Sei generoso a dire che ho stuzzicato il tuo commovente attaccamento alla nostra Sicilia ma il merito di aver trovato questo antico, straordinario documento e di coltivare questi nobili sentimenti è solo tuo. Ti abbraccio, Gianfranco

  • ezio

    Memo Remigi 21 maggio alle ore 14.31
    Grazie Ezio, uomo di mare e di vita!! Siamo abbastanza simili!

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