Lo sguardo e la pupilla

di Gerry Grassi (*)

…”Tutta la nostra anima è scritta nei nostri occhi” Edmond Rostand.

Lo sguardo è una delle principali forme attraverso cui gli individui prendono contatto gli uni con gli altri. E’ il mezzo attraverso cui si scambiano inviti, allusioni, promesse, rifiuti, desideri, repulsioni.
I movimenti oculari rivelano, meglio di ogni altro indicatore, la coerenza delle affermazioni espresse con la parola.
Lo sguardo è il risultato fisiologico della messa in circolo di ormoni connessi con il piacere e il rilassamento: quando questi ormoni vengono rilasciati, lo sguardo invia all’altro un segnale di apertura che viene immediatamente percepito.
La pupilla può rivelarci molte indicazioni rispetto alla persona che abbiamo davanti. Se chi ci ascolta è in uno stato d’animo favorevole, la pupilla sarà dilatata per l’attenzione.
Le pupille sono il fulcro dello sguardo e tendono a dilatarsi quando vediamo qualcosa di piacevole, quando ci troviamo in uno stato ipnotico, quando è presente qualcosa che ci interessa.
Le donne hanno sempre tenuto in gran conto l’espressività dei loro occhi e già nell’antichità usavano versarsi nella congiuntiva gocce di belladonna che, contenendo atropina, provocavano alla pupilla la dilatazione, che esprime coinvolgimento, emozione, interesse: questo espediente era specialmente attivato nei confronti dell’altro sesso.
Il medesimo effetto lo si può riprodurre anche oggi fissando per qualche istante senza spostare lo sguardo e con buona intensità un punto alle spalle dell’interlocutore: lo sforzo dell’occhio produrrà umidificazione lacrimale che favorirà la dilatazione della pupilla e una relazione più coinvolgente con l’altro.

(*) Dott. Gerry Grassi – Psicologo
Ordine degli Psicologi della Toscana n° 5112
Dottore Magistrale in Psicologia Clinica e di Comunità.
Approccio Strategico.
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