Poesie

La mia solitudine

(Roberto Cannia)


Canto la mia solitudine al mondo intero,
a coloro che non mi hanno mai capito,
a coloro che mi hanno tradito,
a coloro che mi hanno ucciso.

Canto la mia solitudine sotto l’ombra di un cipresso,
solo come un falco pellegrino
alla ricerca di correnti ascensionali,
che lo portino verso un cielo azzurro senza eguali.

Canto la mia solitudine alla terra che mi ha umiliato,
reso un relitto,
non ti ho mai calpestato terra ingrata!
Tu hai cancellato i sogni della mia vita.

Canto la mia solitudine agli dei,
che accolgono nel loro regno
solo i mitici eroi fautori di epiche gesta,
non certo io che aspetto ancora la clemenza del mio Dio.

Canto e piango la mia solitudine
cercando ancora l’odore di salsedine.
Sembra venire in lontananza
da laggiù oltre la piana,
è spedito sale sù.

Canto la mia solitudine alle ombre
mie compagne da sempre,
vecchi fantasmi vestiti da santi
che non dispensano grazie,
ma sono ancora presenti.

Non mendico applausi,
solo i sordi udiranno la mia voce,
e gli alberi e gli uccelli e le pietre vive
di questi imbiancati sepolcri,
che scintillano quando il sole è allo zenit.

…la voce della sofferenza in pochi la sentono.

4 commenti

  • ezio

    Antonella Berardelli
    La ringrazio molto per tutte queste belle cose che pubblica!

    Luca Tiezzi
    BUONGIORNO CARISSIMO AMICO MIO!TI AUGURO DI TRASCORRERE UNA BUONA E FELICISSIMA GIORNATA,RICCHISSIMA DI GIOIA E FELICITA’ DA CONDIVIDERE CON LE PERSONE CHE AMI!CIAO EZIO!

    Ezio Pancrazio Vinciguerra
    :-)) buongiorno amici mi hanno ripristinato il blog provvedo a pubblicare il materiale arretrato. Buona Giornata

    Gigi Fois
    Buongiorno a te Ezio….

    Francesco Montanariello
    Buongiorno a tutti.-

    Nicola Faino
    Un cordiale Buon Giorno alla “Nostra” grande famiglia e a tutti i suoi componenti. Felice giornata.

  • Giuseppe Messina

    Caro Ezio, ho letto “La mia solitudine” di Roberto Cannia.
    L’ho riletta attentamente e trovo sia il canto di un’anima straziata dal dolore, dalla delusione e, pertanto, dalla tristezza. E’ proprio un canto solitario, che l’autore dedica a se stesso e a chi non potrà applaudirlo dal momento che sa che nessuno sta ad ascoltarlo se non i sordi, gli alberi, gli uccelli e le pietre vive, proprio così: vive, cioè dure, taglienti, quasi quanto l’insensibilità di molta gente che nulla vede, nulla sente, intanto che continua a correre indaffarata rinchiusa nel proprio egoismo. Proprio così: un’anima straziata dal dolore, dalla solitudine, dalla delusione colmata soltanto dal ricordo, dalla nostalgia dell’odore di salsedine che viene su; l’unica cosa che “sale su” ad accompagnare la tristezza dell’uomo solo. Complimenti, Ezio per la scelta e ancor più complimenti a chi ha composto questi drammatici, vivi versi dell’anima.

  • Marino Miccoli

    “L’uomo non ascolta il grido del povero, ma questo giunge fino all’orecchio di Dio”. Questa frase, pronunciata da un illuminato prelato francese dell’800, mi ha riportato alla mente la bellissima poesia di Roberto Cannia.
    Con l’eleganza che contraddistingue il suo gradevole stile, egli ha saputo trasmetterci il senso, il significato più profondo della sua solitudine.
    E’molto bello leggere simili liriche sul nostro blog.
    Bravo Roberto! Non stancarti mai, per la delizia di chi ti legge, di dare sfogo alla tua vena poetica!

  • Roberto Cannia

    Vi ringrazio di vero cuore per i sentiti apprezzamenti. Spesso il susseguirsi degli eventi, secondo l’ordine naturale in cui si svolgono le cose, anima la nostra mente. Quindi scrivendo si cerca di colmare il vuoto interiore del nostro essere che spesso, nonostante la quasi totale rassegnazione, intravede uno spiraglio di luce oltre il buio. Questi versi risalgono a qualche decennio addietro, e sono una autentica manifestazione delle mie emozioni in quel particolare momento. Spero che i veri poeti mi perdonino! Ma ho solo espulso da dentro di me una forte energia che è caduta su dei fogli di carta. Ancora grazie al maestro Giuseppe Messina e a Marino Miccoli…

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