La Civiltà
di Paolo Fadda (scrittore)
Forse può essere utile sviluppare al di fuori della squallida liturgia degli scoop una seria riflessione sullo stato dell’etica, nella politica e negli affari, e sui conseguenti pericoli di corruzione. Questo non solo perché sia un argomento oggi di stretta attualità, quanto perché non è facile rendersi conto se la società abbia veramente in se degli anticorpi o dei valori che la differenzino da quella dei mariuoli e dei birbantelli che va incancrenendo questa nazione.
Per la verità, interessa capire se ci sia, o meno, nell’ambiente generale prima ancora che in quello politico, un diffuso e radicato senso etico che salvaguardi dai guai sociali delle corruttele e delle tangenti. Questo perché taluni segnali farebbero pensare che si vadano verificando episodi di corruttela, con l’incontro tra vizi pubblici e bramosie private proprio perché non può che essere ritenuta un interessante campo di esercitazione per le mene di un affarismo deteriore.Che poi sia mini e non macro, dipende solo dalla micro dimensione della nostra economia. Si è infatti dell’avviso che anche da noi ci sia uno scadimento generale della moralità generale, tanto da poter generare taluni fatti di latrocinio e di malaffare.
Quel che viene da pensare è che il marcio non vada cercato soltanto da una parte sola (nella politica o, più generalmente,nel pubblico), proprio perché, da che mondo è mondo, è sempre assai incerta la discriminante etica fra corrotto e corruttore. Tra l’altro, allorquando, come oggi va da rilevare, i bandi e gli appalti vengono predisposti a maglie larghe, lasciando spesso larghi spazi di discrezionalità e di incertezze, è assai facile che vi prolifichino i virus malefici del latrocinio e della corruzione. Proprio perché si è dell’avviso che esista un campo minato, di non certezze e di non chiarezze, su cui la domanda pubblica di beni e servizi va ad incontrarsi con l’offerta privata, e sul quale è facile che esplodano quei fatti dolosi compiuti da funzionari furbetti e da imprenditori mariuoli.
C’è l’esigenza di ridare all’ etica negli affari, nella politica, nella pubblica amministrazione, quei valori sostanziali che con una sola parola vorremmo definire di “civiltà”.