Attualità,  Racconti

L’elogio dell’imbecille

di Marcello Finocchiaro


Il codardo scappa e ingravida la vedova dell’eroe.
Il potere di un’organizzazione sociale umana è tanto più forte, quanto maggiore è la quantità di intelligenza che riesce a distruggere.
La santa inquisizione per esempio scelse con estrema cura gli uomini più liberi e coraggiosi per bruciarli o imprigionarli, scrisse Darwin che spiegò in questo modo il perché la Spagna fosse rimasta così arretrata.
Nella selezione naturale e culturale della specie prevale il peggio, se il peggio è più utile. Da qui derivano due conferme alla Prima Legge sulla fine dell’intelligenza:
1) l’evoluzione preferisce un cretino vivo a un genio morto;
2) per dare la vita, chiede in cambio cervello.
Si arriva poi alla Seconda Legge sulla fine dell’intelligenza:
* L’uomo moderno vive per rincretinire.
Un grande studioso sovietico, Jury Lotman, aveva definito la cultura come il cervello della società.
E intendeva quell’insieme di conoscenze teoriche e pratiche che possediamo in condominio con gli altri membri della comunità… Le idee e le scoperte di poche menti illuminate entrano a far parte di questo bagaglio e si ritrovano, così, a disposizione di tutti, anche di chi non le capisce… Un colpo di genio portò un uomo eccezionale a scoprire il fuoco; ma a quel falò si scaldarono pure i cretini.
Queste considerazioni conducono verso la Terza Legge sulla fine dell’intelligenza, che ha forma articolata:
* L’intelligenza opera a beneficio della stupidità e ne alimenta l’espansione.
Quarta legge sulla fine dell’intelligenza:
* L’imbecillità può solo aumentare.

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