Attualità,  Racconti

Ho visto il mare!

di Roberta – ammiraglia88 (*)



… La spiaggia e il mare sono tornati ad essere naturali, solo semplicemente acqua e sabbia. Quell’acqua e quella sabbia che permettono ad altri esseri di vivere, la flora e gli animali che non hanno avuto tranquillità durante il giorno.

Caro Ezio, sai che ho visto il mare? Ma dalla spiaggia e non … dal mare come sono abituata a fare!
Eh sì, per la prima volta ho fatto un breve soggiorno al mare e … credo proprio che mai farò una settimana di ferie in spiaggia! I motivi sono semplici: innanzitutto avendo la pelle chiara devo continuamente spalmarmi e riempirmi di crema (grazie alla scarsa magrezza rischio di sembrare un bignè!); mi dà fastidio il caldo (già sopra i 21° C. comincio a soffrire) e di conseguenza scappo dal sole; non faccio il bagno tra le onde; dopo un po’ che sono inerte, se non ho un buon libro da leggere, mi annoio; per finire … amo i luoghi tranquilli e silenziosi. Per una volta ho voluto verificare che il mare, inteso come spiaggia per bagnanti, fosse come me l’ero immaginato. Così, motivata anche da un desiderio di mare della mia amica, abbiamo deciso di trascorrere due giorni a Jesolo, a Venezia, a fine maggio.
Curioso, vero? Io che ho navigato nel Mediterraneo Orientale, in quello Occidentale, ed ho fatto una crociera anche in Oceano (un breve tragitto oltrepassando Gibilterra, le famose Colonne d’Ercole, per sbarcare ad Amsterdam, dopo alcune tappe intermedie), non sono mai stata al mare, nemmeno in questo che è il più vicino al Trentino.
Ad ogni modo ho potuto appurare che … avevo ragione! La spiaggia nei periodi estivi sicuramente non fa per me. Amo il mare, inteso però come “ambiente” di navigazione: il mare … MARE! Non certo il luogo delle “lucertole”. Vivere in mezzo al mare per una settimana, questo sì che è mare. Ammirare il panorama che cambia in continuazione, con la sorpresa di qualche incontro navale o di delfini, questo è il mare che fa per me!
In queste due giornate, soleggiate ma per fortuna non eccessivamente calde, mi sono però divertita a osservare questo mondo nuovo (per me). Sai com’è! Alla prima visita ci si guarda intorno e si cerca di capire “come funziona”. Ovviamente il più delle volte ero concentrata nella lettura del libro che mi ero portata per combattere la noia, mentre l’altro massimo impegno è stato …. un continuo lavoro di spostamento della sdraio rincorrendo l’ombra proiettata dall’ombrellone! Sono sicura che i miei vicini, che per fortuna non erano tanti (è bassa stagione), si sono divertiti a vedere questo strano “essere” che scappa dal sole! Volevo però assolutamente evitare una scottatura!
Mi farebbe piacere, ora, raccontarti le mie impressioni. Mi ha infatti colpito il fatto che, osservando il panorama dalla mia sdraio, vedevo tutto come in un quadro. Mi sono ricordata subito di quelle scene che c’erano in un mio vecchio libro che avevo da bambina. C’era una pagina per ogni ambiente (il mare, la montagna, la casa, ecc.) e veniva spiegato chi lo abitava, chi ci lavorava, gli animali che ci vivevano, ecc. Ecco, guardandomi intorno rivedevo più o meno quella pagina, ma questa volta sembrava un quadro in movimento.
Ho apprezzato molto il passaggio delle varie barche a vela all’orizzonte, di alcuni motoscafi e di qualche grande nave (purtroppo molto in lontananza). Ho ammirato le onde che si rincorrevano incessantemente verso la spiaggia fino a mostrare la loro cresta di schiuma, che poi si disperdeva lungo la spiaggia. Camminando lungo il bagnasciuga ho potuto osservare quei piccoli granelli di sabbia che non riuscivano a resistere alla forza del mare e si mescolavano tra loro, depositandosi poi sul fondo in attesa della successiva onda. Qualche guscio di conchiglia, qualche piccolo granchio morto, qualche pezzo di tronco, giacevano ormai a riva e sembravano riprendere vita grazie alla carezza della successiva onda.
Nell’acqua e sulla spiaggia la scena che si presentava era molto varia e multicolore: c’erano il bambino che imparava a nuotare e quello che invece tentava di stare a galla indossando i braccioli, quello che cavalcava un bel aereo gonfiabile e quello sul pedalò con la sua famiglia; c’erano anche il signore esperto nuotatore e la signora di una certa età che, giustamente, non si preoccupava degli altri e sfoggiava il suo bel costume due pezzi; la ragazzina invece faceva la “civetta” e si guardava intorno sperando di essere osservata, mentre i ragazzini erano intenti a giocare una partita di pallanuoto; il bagnino dall’alto della sua postazione stava molto attento a tutti questi esseri umani.
C’era il giovane papà che si tuffava nella sabbia, per parare un piccolo goal, pur di giocare con i suoi due bambini e farli divertire (anche se dava l’idea di divertirsi di più lui!); c’erano i bambini intenti a scavare una buca nella sabbia, molto organizzati, e quelli invece indaffarati a costruire un castello. Su una zona della spiaggia c’era anche il noleggiatore di pedalò, occupato a mettere a mare i suoi ambiti “mezzi di trasporto”. Un po’ più in là c’era il proprietario di un piccolo carretto che esponeva la propria mercanzia (camicie, vestiti e pantaloni). Ogni dieci minuti poi c’era il passaggio di uno dei tanti “vù cumprà” con la più svariata offerta; la tipologia spaziava dai braccialetti e collane ai cappelli, alle girandole, agli ombrelli, alle borsette, agli occhiali, perfino ai tatuaggi e ai massaggi. Con tutto quell’avanti e indietro, alla fine della giornata si meritano proprio quel poco che guadagnano.

Ad un certo punto, in alto, oltre gli ombrelloni, ho visto in avvicinamento una serie di aquiloni molto colorati, con varie forme e molto allegri, uno legato all’altro in modo da innalzarsi il più possibile. Mentre ero intenta ad osservare come volavano leggeri trasportati dal venticello, ho sentito un suono di una trombetta. Che modo delicato di attirare l’attenzione! Era in arrivo infatti un carretto, con motore elettrico, con un frigorifero di gelati, bibite e bevande fresche. Il conducente ogni tanto, dopo i due colpi di trombetta, faceva una sosta e si guardava intorno speranzoso di ingolosire qualche bagnante. Durante la giornata non sono mancati anche qualche elicottero e qualche aereo che, scrutandoci dal cielo, dividevano lo spazio con qualche intrepido gabbiano.
Per finire, verso il calar del sole, sono arrivati gli addetti agli ombrelloni. In un attimo li hanno richiusi, hanno sistemato le sdraio già lasciate libere e, pian piano, la pagina di quel libro che avevo da bambina, si stava svuotando sempre di più. Il mare è tornato così ad essere quello di una cartolina panoramica, una foto della natura nella sua apparente semplicità che nasconde però una complessità.
Dopo cena la vitalità è ripresa, ma spostandosi nelle vie dei negozi. La spiaggia e il mare sono tornati ad essere naturali, solo semplicemente acqua e sabbia. Quell’acqua e quella sabbia che permettono ad altri esseri di vivere, la flora e gli animali che non hanno avuto tranquillità durante il giorno.

(*)
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