Racconti

Ma come fanno le donne dei marinai?

di Roberta – ammiraglia 88

Vi voglio raccontare di due fatti successi nello stesso periodo e concomitanti con la mia lettura casuale di questa storiella (1).
Il primo è immediatamente successivo ad una mia visita alla nave scuola Amerigo Vespucci a Venezia. Il veliero stava rientrando, pian piano, da Venezia a La Spezia, alla fine dell’anno scorso, dopo aver concluso la lunga campagna addestrativa a favore dei cadetti del 1° anno dell’Accademia Navale di Livorno.
Prima del rientro in arsenale erano state programmate però una sosta a Bari ed una a Civitavecchia. Il mio primo pensiero è andato all’equipaggio e al loro prolungamento del rientro a casa.
“Meglio” – mi sono detta in un primo momento – “per chi ama navigare, però … è da inizio giugno che sono “a zonzo”, forse ci sono anche dei familiari che li aspettano. Probabilmente l’equipaggio stesso dopo diversi mesi di lontananza non vedrà l’ora di rientrare a casa”.
E da qui sono nate le altre mie riflessioni: “che coraggio ci vuole a sposare uomini così, quando sai a priori che stanno via mesi e mesi”.
Sia chiaro, li capisco perfettamente, sicuramente farei anch’io così, è fantastico imbarcarsi, però appunto devi avere a fianco qualcuno che ti capisce. Io capirei sicuramente che, se quella è la vita che lui vuole, lo devi lasciar fare, altrimenti soffrirei io stessa all’idea di averlo trattenuto a terra. Allo stesso tempo però non so se, e non credo che, sarei capace di accettare questa lontananza, pertanto ammiro moltissimo queste donne.
Il secondo fatto era collegato a questo stesso argomento. Nel guestbook del mio sito(2) c’era un messaggio singolare che aveva poi fatto scaturire una vera “discussione” che stava andando avanti ormai da qualche giorno.
C’era una ragazza che avrebbe voluto sposarsi, ma il suo ragazzo era imbarcato e lui (…lo dice lei però) non poteva scendere dalla nave e secondo lei chissà quando si sarebbero convolati a nozze. Non mi permetto di aggiungere altro se non  che secondo me si trattava di una scusa, ma questo spettava a lei appurarlo.
Così, alla luce di questi due avvenimenti che si sono intrecciati negli stessi giorni riflettevo sulla vita dei marinai e delle loro famiglie.
La conclusione a cui sono giunta è questa: “se ami un navigante devi capire quanto lui ami il mare, devi lasciarlo seguire la sua passione (altrimenti si è infelici in due, lui che non può imbarcarsi e tu che avrai sempre questo rimorso di averlo fatto rinunciare), e allo stesso tempo devi avere la forza per affrontare ogni evenienza quando lui non c’è, è lontano, è irraggiungibile, insomma … bisogna essere donne forti! Mogli e compagne intelligenti, preparate e pazienti”.
Complimenti a queste grandi donne!

(1) si riferisce al seguente articolo: https://www.lavocedelmarinaio.com/blog/2010/04/papa/
(2) si riferisce al seguente link
http://www.ammiraglia88.it/SEZIONE_NORMALE/PAGINE_SITO/guestbook.html

Roberta – ammiraglia 88 la puoi contattare direttamente su:
http://www.ammiraglia88.it/
http://www.mondovespucci.com/

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