Racconti,  Recensioni

L’acquaiolo

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

L’acquaiolo era  il venditore girovago di diverse tipologie di acqua da bere, contenute in damigiane adagiate in ceste di vimini e trasportate su un carretto di fortuna trainato a mano o con l’aiuto di un potente somarello. Annunciava la sua presenza gridando: acquaioloooo” oppure: “cu voli viviri! Fredda, fredda je! Ccu vivi?”.
Un vocabolario di antica data recita: “L’acuqiolo è colui che va vendendo acqua o la trasporta a pago”.
In genere l’acquisto avveniva direttamente dal balcone: la casalinga di turno, dopo essersi accordata sul prezzo, calava “u panaru” contenente i soldi e la fiaschetta da riempire.
Il mestiere dell’acquaiolo, a differenza di quanto potrebbe credersi, non era tipicamente estivo, meramente connesso all’arsura delle gole.
Recita una poesia napoletana di Catello Esposito Sansone quello dell’acquaiolo era:

“Na voce ca sentevo tutt’’è matine,
si chiudeva o nce steva ‘ sole,
‘a sentevo ‘ passà sempe.
Era ‘na voce ca t’accumpagnava
tutt’ journe.
M’affacciavo p’abbitudine e a ‘scena,
era sempe ‘ a stessa.
Nu’ ciucciariello affannato,
‘na carretta vecchia chiena,
chiena ‘e tammiggiane r’acqua,
scorze ‘e limone e
n’ommo ca reva ‘a voce…
“acquaiiuoooo…., acquauiolo chi veve?”

I nostri nonni avevano molte più probabilità di incontrare il venditore di acqua soprattutto durante le feste patronali estive: dopo la lunga processione dietro alla statua del Santo o della Madonna portati a spalla dagli uomini più forti o più devoti. Non vi era maggior sollievo che bere un bicchiere d’acqua fresca e limone offerto dall’acquaiolo.
La gente del Sud di un tempo ricordano anche la versione più “stanziale” dell’acquaiolo: l’Acquafrescaio. Egli lavorava su un banco di marmo ornato da limoni e da grandi boccali pieni d’acqua.
Legato alla figura dell’acquaiolo anche il detto popolare: “Acquaiuò, comm’è l’acqua? Manco ‘a neve…” utilizzato per sottolineare la retoricità di una richiesta.
Oggi non sono scomparsi del tutto, per altri motivi, gli acquaioli li puoi trovare sull’Autostrada Salerno – Reggio Calabria a dare sollievo laddove lo Stato continua imperterrito a non dare sollievo alla Gente del Sud.

… questo articolo è dedicato a Giovanni Mastropietro compagno di mille merende: lui metteva il pane e companatico e noi marinai portavamo da bere.

3 commenti

  • Marino Miccoli

    Stimato Ezio,
    molti e svariati mestieri di un’epoca passata che era semplice, caratterizzata da persone anch’esse semplici e genuine, oggi non esistono più.
    Io ricordo il passaggio per le vie del mio paese del VENDITORE DI ANGUILLE; egli le serbava in due secchi colmi d’acqua appesi al manubrio della sua bicicletta. Nel Salento, donde provengo, erano tenute nelle cisterne d’acqua piovana per mantenere l’acqua pulita dai vermi e dagli altri parassiti. Infatti questi serpentiformi innocui e sfuggenti si nutrono di piccoli animaletti che come loro vivono nell’acqua. Quando arrivava il momento di effettuare la pulizia periodica della cisterna che pertanto doveva essere totalmente svuotata, si prestava la massima attenzione a recuperare l’anguilla che poi veniva nuovamente immessa in quel luogo. L’anguilla in tal modo viveva degli anni in quella che era divenuta ormai la SUA cisterna, ed era considerata dalle persone di quella casa alla stessa stregua di un animale domestico,considerato utilissimo per la sua funzione anti-parassitaria!
    Marino Miccoli.

  • ezio

    Carissimo Marino, tanti piccoli mestieri sono purtroppo andati persi.
    Con la tua mail mi dai lo spunto ed il suggerimento di aprire una piccola parentesi sul mio piccolo diario sulla stesura di altri articoli.
    Il Salento è terra di ricche tradizioni contadine. Vivo in una cittadina laziale con una nutrita presenza di residenti originari del Salento e sovente nei loro racconti c’è traccia di questi mestieri di antica tradizione (contadina – culinaria – di vita – ecc.).
    Sono certo che tu comprendi benissimo il valore dell’italica tradizione popolare. Colgo l’occasione per invitarti a scrivere sul mio sito di storie e tradizioni popolari che purtroppo stanno scomparendo.
    Ti abbraccio Ezio

  • marcello

    ho visto con piacere immenso che il mestiere dell’acquaiolo a Napoli si è trasformato ma non è scomparso…
    Ve n’è uno all’esterno della Galleria e uno in via dei Tribunali.

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