Canto sublime hanno le sirene

(Giuseppe Messina)

…carissimo Ezio, a proposito di sirene, ti dedico i versi qui di seguito tratte dal mio romanzo “Pagine superstiti e drammi di casta”

Tante le voci e si fanno sentire;
dolce motivo portato dal vento:
un coro ammaliante a non finire
si fa ascoltare e anch’io lo sento.

Se non mi fossi imposto una missione,
se non mi fossi fatto creder sordo
per non prestare la mia attenzione,
per non peccare come fossi ingordo,

sarei caduto come sprovveduto
tra le lusinghe, le adulazioni,
e in quelle note mi sarei perduto
vinto da incanto e vane emozioni.

È facile carpire l’interesse
di chi sogna l’astratto, senza meta,
con le bugie e le false promesse,
ma in me l’idea era una cometa.

Con l’animo possente dirottato
molto al di sopra delle vane bolle
vedevo il presente già passato
e l’avvenire quando fossi folle.

Canto sublime hanno le sirene,
annullano coscienza ed intelletto,
fanno intender gioia anche le pene,
rendono un uomo illuso perfetto.

Cantano in coro le fatue sirene,
trasformano in un sogno sublime
tutto e chiunque; svuotano del bene
sempre addolcendo le più rozze rime.

Canto maligno hanno le sirene,
in coro alito s’alza profumato,
forte trascina e il ritmo mantiene,
da cui solo Ulisse si è salvato.

Io, che sono un essere reale,
che con gli eventi del mito contrasta
riesco a respinger questo male
per testimoniare quanto basta.

Lungo il percorso, il tempo scorre lento.
Sono sempre in agguato le sirene;
lascia quel canto perdersi nel vento,
eviterai così le tante pene.