Alle donne delle nostre Istituzioni
di Marina Cometto
Molto impegnate a battersi per le Pari Opportunità tra uomini e donne vorremmo chiedere di battersi anche per le Pari Opportunità da donna a donna e immedesimarsi nelle mamme che da un giorno all’altro dalla gioia più grande dell’attesa di un bimbo, sprofondano nella disperazione per la nascita della loro creatura con gravi malformazioni o malattie genetiche (in forte aumento) sovente con pluripatologie che comportano anche l’inserimento di un ventilatore polmonare, di alimentazione tramite Peg, cateterismi ecc., ecc.
Queste creature vengono dimesse dagli ospedali , consegnati nelle braccia di queste mamme senza un progetto definitivo , devono improvvisamente diventare infermiere (senza aver preso il diploma), imparare a destreggiarsi col respiratore, a somministrare l’alimentazione con la Peg, a valutare il momento di cambiare il “bottone”, a mettere il catetere , a dormire pochissimo ecc.,ecc.
Queste mamme non hanno altra scelta: oltre al dolore di vedere la loro creatura soffrire , oltre a dovere trascurare gli altri figli dopo aver usufruito dei due anni di congedo retribuito previsto dalle leggi e unica forma di sostegno veramente messa in pratica in tutta Italia devono lasciare il lavoro e diventare le infermiere dei loro figli.
Le ASL non costruiscono progetti sanitari allo scopo specifico, i Servizi Sociali attuano progetti carenti sia in qualità che in quantità , quasi sempre motivati con carenze di risorse economiche.
Cosa fareste voi DONNE DELLA POLITICA?
VOLTERESTE LE SPALLE ALLE VOSTRE CREATURE?
Vi rassegnereste a una vita da reclusa impegnata al 100% nel permettere a vostro figlio una vita il più lunga possibile il più dignitosa e serena possibile anche trascurando gli altri figli , cosa che sovente succede, oppure vi impegnereste e vi battereste per il riconoscimento dei vostri diritti di donna , di madre e di essere umano?
Loro non hanno questa forza o l’ hanno perduta, dopo mesi o anni sono esauste e il “diritto” alla Salute e alla qualità di vita viene loro negato così come ai loro figli.
Come associazione continuiamo a inoltrare richieste e a incontrare responsabili delle ASL e dei Servizi Sociali ,ma ogni volta è una lotta immane e faticosa .
Bisogna proprio sempre ricorrere alle denunce sui giornali o alle vie legali per salvaguardare il benessere fisico e mentale di queste famiglie .
Quando il diritto di queste famiglie a condurre una vita “normale” verrà veramente riconosciuto e garantito?
Oppure saremo condannate a vita per espiare “la colpa” di aver dato vita a una creatura disabile?
In attesa di un vostro riscontro inviamo
Cordiali saluti,
Marina Cometto
ASSOCIAZIONE CLAUDIA BOTTIGELLI
VIA PALMIRO TOGLIATTI 25 CAP. 10135 TORINO
CELL. 3383686730