Racconti

“Vieno co te”

Vieno co te
di Gianluca Galasso

E’ insistente il ricordo di Te bambino che con la manina tesa mi dicevi “vieno co te” mentre io mi accingevo ad andare a pescare di notte. Come eri dolce, poi gli anni sono passati e le beghe di noi adulti ci hanno allontanati, ma ti ho sempre pensato. Quante volte avrei voluto chiamarti quando dovevo andare per mare, mi sarebbe piaciuto insegnarti quello che conoscevo, ma.. ora tu sei partito per sempre e a me non rimane che il rammarico per quello che non è stato e che sarebbe potuto essere. Forse avrei potuto trasmetterti l’ amore che ho per la vita, anche se alcune volte si soffre, ma anche le sofferenze ti danno delle emozioni. Alzare gli occhi al cielo e contemplare quanto è meraviglioso l’universo e la natura che ci circonda, sai io non riesco ad immaginare un qualcosa che sia più bello del mondo che ci circonda, non riesco a immaginare un paradiso più bello del mondo, forse questa mia convinzione avrei potuto trasmettertela. Quando ti ho visto in quella stanza orrenda, il tuo corpo freddo e immobile, con le mani raccolte e su i segni del tuo carattere impetuoso, ma piccine come le mani di un bambino mi hai straziato il cuore, mi sei tornato in mente bambino che volevi stare sempre con me e il tuo visino preoccupato per me che andavo in mare di notte e la tua vocina che mi diceva “vieno co te”.
Piccolo Paolo, in chiesa una cassa di noce adagiata in terra e vicino la fonte battesimale, dove, sembra ieri, io ero il tuo padrino e ti accompagnavo al battesimo. In quell’istante si apriva davanti a Te una strada da percorrere che avrebbe dovuto portarti verso nuovi orizzonti ma tu sei uscito alla prima deviazione per tornare lì da dove eri partito. Non è giusto, non si può accettare, non riuscirò mai a capire.

Siamo soli? (…conversazione via mail)

Gianluca Galasso gianlucagalasso57@gmail.com
giovedì 9 aprile 2009 ore 12.01

Buon giorno Ezio, Ti avevo inviato una mia poesia sul tuo sito, la voce del marinaio. Ti racconto in maniera abbastanza superficiale i fatti che mi hanno ispirato nello scrivere questa poesia che vorrei sottoporre al tuo giudizio.
Mio nipote, un ragazzo di 22 anni pieno di vita, che amava il mare, attraversava un periodo di crisi nel rapporto con la sua ragazza. Questa crisi era accentuata dal fatto che vivevano lontani l’uno dall’altra, lui a Roma, lei in Calabria. Nel periodo delle festività di Pasqua dell’anno scorso, mio nipote decise di andare in Calabria nella casa che i suoi genitori fittavano per le vacanze per incontrarsi con la ragazza e cercare di ricucire il rapporto. Ma la cosa non si evolse nel modo auspicato da mio nipote, che rimase solo in questa casa situata in un parco prettamente estivo e disabitato in quel periodo in quanto era accompagnato da un tempo pessimo. In quella notte decise di togliersi la vita impiccandosi all’unico albero del giardino. Io, cercando di immaginare lo stato mentale che attraversava mio nipote in quei momenti, ho scritto questa poesia come se fosse lui a recitarla. La poesia è allegata a questa e-mail. Ti ringrazio, per l’attenzione, fammi sapere cosa ne pensi. Grazie a presto.

Mi son trovato solo a navigare in una notte di tempesta quando il cielo incontra il mare

L’impeto dei miei pensieri mi travolgeva come marosi impazziti e il vento alzava spruzzi che mi impedivano di trovare la giusta rotta, sono naufragato sugli scogli della vita

Ma quando l’aurora arriverà a placare la tempesta e  il mare grigio col sorgere del sole diventerà di un blu intenso, in quel blu rivedrai il mio sguardo, ed Io sarò al tuo fianco.


Pancrazio Ezio Vinciguerra ezio.vinciguerra@tele2.it
giovedì 9 aprile 2009 ore 19.37,
Mio Caro Gianluca,
ti ho mandato un messaggio su facebook e ti dico e confermo fin da subito che mi ha colpito il tuo racconto.
Tante cose su facebook non si possono dire. Per adesso mi sono fermato ad un laconico commento. Sono io a ringraziarti per aver dato consenso alla nostra amicizia. Mi hai ispirato una canzone che ho scritto di getto dopo aver letto la tua mail. Non appena trovo le parole te la mando. Adesso sono turbato perché la musica è venuta giù spontanea; come se qualcuno mi accarezzasse le dita che inconsapevolmente sfioravano i tasti del mio pianoforte. Se sei d’accordo inserirei subito sul guestbook del mio sito la tua Poesia con la tua mail. Poi, se sei d’accordo, vorrei pubblicarla sempre sul sito sui “VOSTRI RACCONTI” dei prossimi mesi. Però ho bisogno del tuo aiuto. Tu hai conosciuto meglio di me il ragazzo. Ti propongo di riscrivere la premessa e un tuo ricordo personale. Se tu vuoi possiamo inserire sull’articolo: la tua foto ed, eventualmente quella del caro estinto. Io ti posso aiutare mettendo qualche foto particolare del mio archivio che da un senso alla poesia e quindi al dramma che ti ha portato a scrivere quelle intense e commoventi parole e a quella voce che mi ha fatto comporre la musica. Ciao Ezio

Gianluca Galasso gianlucagalasso57@gmail.com
venerdì 10 aprile 2009 ore 0.37
Grazie Ezio, scusami se non ti ho risposto prima ma stavo tenendo una lezione di vela, faccio lo skipper e quando non sono imbarcato mi aiuto così. Paolo, è il nome di mio Nipote, da quando nacque era legatissimo a me perché vivevamo nella stessa casa e passava più tempo con me che con i genitori. Io fui il suo padrino al battesimo, ti dico questo perché ti aiuterà a capire meglio una lettera che ho scritto poco tempo dopo la sua morte e che ti rimetto in allegato. Poi quando Paolo aveva circa un 17 anni ci siamo un po’ persi di vista perché avevo litigato con mia sorella (la madre) e quindi ci vedevamo più di rado ma sempre legati affettivamente. In seguito si è iscritto all’università e si è trasferito a Roma e quindi ci incontravamo sporadicamente quando rientrava ad Avellino, città dove vivo. Aveva un carattere allegro sempre pronto a fare scherzi e aveva un mare di amici e si faceva in quattro per loro. Era la persona dalla quale non ti saresti mai aspettato una reazione simile. Un ragazzo bellissimo con due occhi azzurri come il mare, poi lo vedrai dalle foto. Era però anche molto nervoso e perdeva la testa facilmente, infatti i segni sulle mani che cito nella lettera di cui ti ho parlato credo siano dovuti a pugni che deve aver dato contro un muro. Ho cercato di darti più o meno un quadro della situazione. Nella lettera che ti ho citato, quando scrivo di una stanza orrenda mi riferisco alla sala mortuaria dell’ospedale in cui l’anno portato e la chiesa in cui sono stati fatti i funerali è la stessa in cui fu battezzato, quindi ti lascio immaginare il mio stato d’animo nel vedere la fonte battesimale vicina al feretro di mio nipote. Questa lettera non so se ti può ispirare nel prosieguo della canzone di cui mi hai parlato, spero di si. Ti autorizzo a tutte le pubblicazioni di cui mi hai scritto e domani ti invio anche alcune foto. Se vuoi contattarmi telefonicamente il mio numero di casa è: – XXXX -XXXX. Ti auguro una buona notte. Voglio anche provare a dare un seguito alla poesia.

Sabrina Forgione sabrinaforgione@hotmail.it (moglie di Gianluca)
venerdì 10 aprile 2009 ore 17.36
Buonasera Ezio, mi son permessa di chiederti l’amicizia perché sei entrato nel cuore di mio marito. Grazie per averla accettata, ti saluto cordialmente, Sabrina.

Pancrazio Ezio Vinciguerra ezio.vinciguerra@tele2.it
Venerdì 10 aprile 2009 ore 17.37
Tuo marito ha un cuore grande come il nostro mare. Non so se ti ha raccontato dei miei presentimenti e di quello che mi è successo dopo aver letto la mail che mi ha mandato sul mio sito. C’è qualcosa o qualcuno che ci guida. Io lo so ne ho la certezza. Ai fratelli abruzzesi defunti e a tutti coloro che soffrono e s’offrono https://www.lavocedelmarinaio.com/apr09/preghiere.php

Sabrina Forgione sabrinaforgione@hotmail.it (moglie di Gianluca)
venerdì 10 aprile 2009 ore 17.43
Certo che mi ha raccontato e, credimi, ne è profondamente colpito. Anche tu avrai un cuore grande, lo sento. Chissà se un giorno avrete modo di potervi abbracciare..Ciao Ezio, ancora grazie, Sabrina.

Gianluca Galasso gianlucagalasso57@gmail.com
venerdì 10 aprile 2009 ore 19.31
Ascolta bene il testo della canzone, oltre a dare l’idea della navigazione a vela e anche un po’ il senso della vita. Quando tutto sembra andare male un giorno diverso mette a posto tutto.

Pancrazio Ezio Vinciguerra ezio.vinciguerra@tele2.it
Venerdì 10 aprile 2009 ore 19.37
Gianluca questo elemento lo voglio assolutamente inserire quando faccio l’articolo. Me lo mandi oppure mi mandi il collegamento http? … chi meglio di Lucio che vive il mare 360 giorni a bordo può conoscere “come è profondo il mare”

Gianluca Galasso gianlucagalasso57@gmail.com
venerdì 10 aprile 2009 ore 19.55
io l’ho messo su youtube basta andare su youtube e scrivere akipperaggi ed altro gianluca galasso e lo trovi. comunque te l’ho inviato basta conservare l’e-mail ci clicchi su ed accedi

Pancrazio Ezio Vinciguerra ezio.vinciguerra@tele2.it
Venerdì 10 aprile 2009 ore 19.58

Grazie Gianluca

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