Attualità,  Storia

Louis Braille

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Duecento anni fa nasceva Louis Braille colui che verrà ricordato dai posteri per aver dato ai non vedenti la possibilità di leggere e scrivere con il geniale metodo che prende il suo nome.

Nel corso del cammino dell’umanità in molti avevano cercato di inventare un metodo che desse ai ciechi un sistema per leggere e scrivere (Erasmo da Rotterdam, Girolamo Cardano, Francesco Lanza Terzi) ma Louis, cieco fin dall’età di 3 anni, meglio degli altri, comprese il valore della sensibilità tattile dei non vedenti e riuscì a realizzare il suo metodo di lettura con la quale ad ogni lettera dell’alfabeto corrispondono puntini in rilievo collocati a distanza millimetrica fra loro.

Nel linguaggio Braille si scrive da destra a sinistra, usando una tavoletta con scanalature orizzontali e verticali che formano tanti piccoli rettangoli, composte da puntini da uno a sei,  che si incidono con un punteruolo su un foglio di carta speciale e resistente. La diversa disposizione dei 6 puntini creano le 64 combinazioni che sono per l’appunto i segni Braille. Per la lettura occorre girare il foglio alla rovescia e quindi questa avviene da sinistra a destra toccando con i polpastrelli delle dita i punti di rilievo corrispondenti alle varie lettere.

Aveva soli vent’anni quando realizzò questo straordinario tipo di scrittura in rilievo ma, come spesso accade, il metodo non ebbe subito successo. Furono le generazioni successive ad applicarlo, tanto da diventare poi il mezzo principale della scrittura per i ciechi. Di salute cagionevole Braille non visse abbastanza  per godere il meritato successo del suo linguaggio. Morì nel 1852 a soli 41 anni, a causa della tubercolosi. Nella sua breve esistenza fu maestro di musica e professore d’organo e venne nominato docente nella scuola dove da giovane era stato studente.

Il linguaggio Braille fu successivamente diffuso in tutto il mondo, tanto che nel 1952 l’O.N.U. lo proclamò ufficialmente sistema universale di scrittura e lettura per i ciechi così come l’U.N.E.S.C.O. costituì un comitato “ad hoc” con il compito di adattarlo alle diverse lingue. Oggi alcuni computer vengono prodotti col sistema Braille e sono corredati da un lettore vocale che consente ai ciechi di interagire tra loro. Questi mezzi di comunicazione di ultima generazione risultano quindi essere un utile mezzo di riscatto socio-culturale che migliorano la vita dei non vedenti e  danno la luce a chi vive un esistenza nel buio. Grazie Braille!

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