Racconti

Gli idealisti

di Paolo Iorio

Penso che gli idealisti esistano di due specie.

La prima, ed è la più comune, è formata da tutti quelli che parlano, parlano, ma non hanno intenzione di cambiare niente. Questi “elementi”, così mi piace chiamarli, lo fanno o per protagonismo e per soldi: sono i classici venditori di fumosa retorica.

Poi ci sono quelli come me, come noi, da cui è meglio stare alla larga, in quanto estremamente convinti di ciò che pensano e restano umilmente consapevoli alla realtà dei fatti (anche se a noi non va bene così!).

Quelli come noi non potranno mai creare un partito politico, in quanto le nostre idee, seppur estremamente sane, darebbero fastidio a troppe persone e, soprattutto, a troppi portafogli! Gli idealisti come noi, sono sinceri, non hanno più bisogno di fingere e danno segnali che ancora qualcosa di sano esiste, forse ideologie fuori luogo ma non fuori tempo. Purtroppo, alla fine, per non essere ghettizzati, ci troviamo costretti ad assecondare e reprimere i nostri pensieri, solo per mero opportunismo!

Non ci piace vivere solo di materialità, quelli come noi vivono di emozioni, sentimenti ed altro che non è “palpabile”.

Personalmente sono diventato idealista solo dopo l’esperienza di vita vissuta che mi ha insegnato quello che non è scritto sui libri o promozionato da un messaggio pubblicitario e che nemmeno i tuoi genitori possono spiegarti. Ci si ferma una attimo e si ha modo di riflettere e vedere la vita in “altro modo”.

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