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    Cosa significa essere sensibili?

    di Francesco Paolo Disegni

    … ricevo e con infinita commozione mista ad orgoglio pubblico:

    Riporto di seguito dal post precedente condiviso:
    << … È anche il momento di capire che essere sensibili vuol dire semplicemente che si è connessi in modo attivo e produttivo con se stessi.
    Quando siamo sensibili alle emozioni altrui, l’intensità diventa la migliore amica di tutte le emozioni: l’amore, il dolore, la delusione e l’allegria.
    La verità esiste per il saggio; la bellezza, per il cuore sensibile.
    Friedrich Schiller …
     >>

    Ora vi dico cosa significa per me.
    Ho il Diabete dal 1992, mi è scoppiato per lo stress a bordo di nave Libeccio esattamente dopo il rientro “Display Determination” una esercitazione N.A.T.O., sorvolo sulle cause che sono top secret 😎 fatto sta che il 4 luglio 1992 l’Asl di La Spezia mi comunica di avere un inizio di diabete, a pensare che imbarcai che ero sano come un pesce, subito dopo aver fatto le visita annuale per il rinnovo e mantenimento del brevetto di volo, presso l’Istituto Medico Legale dell’Aeronautica che superai brillantemente.
    Ebbene, da quel 1992, quando andavo in casa di amici e parenti, ho sempre detto di avere il diabete, nonostante ciò, mi venivano sempre offerti, con molta semplicità, pasticcini e bevande dolci che io naturalmente consumavo, sia per non offendere con un rifiuto, sia perché il diabete porta all’assunzione di zuccheri del quale se ne avverte una perenne mancanza, per cui è difficile resistere a tale impulso.
    Mi domandavo sempre perché amici e parenti, nonostante sapessero che avevo il diabete, mi offrissero con estrema disinvoltura e insistenza dei dolci, che mi facevano solo male eppure, secondo i dettami di quell’Uomo di 2000 anni fa l’ospite è sacro, credo che tutti loro avessero le idee confuse riguardo questa raccomandazione, per cui probabilmente pensavano di farmi cosa gradita e non del male.

    Fu così che un giorno, tra i tanti amici e parenti che mi venivano a trovare e che accoglievo con rispetto e un lauto pranzo, secondo i dettami di quell’Uomo, mi venne a trovare un caro amico con sua moglie che sapevo essere diabetico come me.
    Ebbene nel preparare l’accoglienza stavo per fare lo stesso errore degli amici e parenti che mi offrivano dolci ma, subito mi son ripreso e sono uscito a comprare prodotti adatti che non facessero male al mio ospite, caviale, salmone, mozzarella, pomodori e crostini integrali e preparai degli stuzzichini senza un solo dolce e vino bianco secco e acqua.
    Domanda: cosa mi ha reso differente da tutti gli altri?
    Risposta essere SENSIBILE VERSO GLI ALTRI!
    Non so se ho reso chiaro di cosa significa essere sensibili, scrive bene l’amico fraterno Ezio Pancrazio Vinciguerra:
    <<il nostro amore per gli altri deve essere così raffinato che non sia necessario che questi ci dicano di cosa hanno di bisogno, perché l’amore è intuitivo e si anticipa ai bisogni del prossimo facendoci assumere i desideri degli altri come i nostri. >>

    Quanta Verità c’è in questo pensiero, che denota un animo gentile, sensibile, da sincero e devoto cristiano. Un caro abbraccio Ezio, che il Signore sia sempre con te e i tuoi cari tutti per il tuo essere un “Giusto” su questa terra. ❤️

  • Attualità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Recensioni

    Giovanni Presutti, di porto in porto con i sogni nel cuore

    di Giovanni Presutti (*)

    Il Marinaio, a un certo momento della vita, dismetterà la Divisa ma il suo cuore, quello se non altro non potrà che rimanere Marinaio … per sempre!

    In sintonia con la mia vita trascorsa nella Marina militare, con queste mie ispirazioni poetiche mi sono idealmente reimbarcato per una crociera che vuole rivisitare percorsi e approdi giovanili e della maturità.
    Non poteva mancare il ricordo nostalgico al mio paese natale, Campo di Giove, che ho portato pudicamente sempre nel cuore nelle mie peregrinazioni di porto in porto. Dalla lontana isola della Maddalena, osservando il suggestivo tramonto del mare, mi sono tornate tante e tante volte alla mente certe notti serene, senza luna, del mio paese. Quando contemplavo la volta celeste e rimanevo incantato dal fitto scintillio di miriadi di stelle o dal rinnovato sorgere della luna piena sulla Majella, proprio sopra la mia testa. Col naso all’insù, a bocca aperta come un bambino, ero affascinato dalla luminosità del disco lunare che, per uno strano effetto ottico, mi appariva più grande che altrove.
    Il presente volumetto cuore avere anche la pretesa, spero non del tutto vana, di lasciare per le nuove generazioni almeno qualche vaga orma del mio cammino di vita.


    Contattatemi per i miei libri sulla mia pagina Facebook
    https://www.facebook.com/profile.php?id=100002481195768&ref=br_rs

    (*) per saperne di pIù sull’autore, digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

    Giovanni Presutti, nato a Campo di Giove, vi trascorre la prima giovinezza fino ai venti anni quando si arruola nella Marina Militare con la specializzazione di segretario.
    Ogni anno in agosto ritorna per un breve periodo alla sua casa paterna.
    Nel corso di circa quarant’anni di servizio , tra diverse destinazioni a terra e imbarchi, approda nell’isola sarda di La Maddalena, dove crea la sua nuova famiglia e vi risiede.
    In Marina frequenta corsi professionali negli Istituti militari, uno a Venezia e due a La Maddalena. Raggiunge il massimo grado di sottufficiale.
    Dedica il suo tempo libero all’approfondimento culturale e all’innata passione per le lettere. Diviene giornalista pubblicista. Ha collaborato per due anni alla pagina culturale del quotidiano “L’Isola” e a diverse riviste specializzate con articoli di critica artistica e letteraria. E’ inserito su svariate antologie e su alcuni libri di scrittori delle epopee garibaldine, del brigantaggio postunitario e di specifici episodi della Seconda Guerra Mondiale. Ha pubblicato quattordici libri. E’ Membro dell’Istituto Internazionale di Studi “G. Garibaldi”, sezione regionale Sardegna. Ha ottenuto diversi riconoscimenti e lusinghiere citazioni su quotidiani, riviste e libri. E’ stato nominato Accademico di Merito “ad honorem” dal “Centro Cultural, Literario, e Artistico” de “O Jornal de Felgueiras” (Portogallo). Nominato Accademico di Merito per meriti acquisiti nel campo delle lettere, dall’Accademia Culturale d’Europa, sezione italiana di Viterbo.

  • C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    15.4.1943, varo della regia nave Auriga

    di Carlo Di Nitto

    La regia torpediniera “Auriga”, classe “Spica”, 2^ serie bis  o serie “Ariete”, dislocava 1127 tonnellate. Impostata il 15 luglio 1942 presso i Cantieri Ansaldo di Genova Sestri, fu varata il 15 aprile 1943 ma non ebbe il tempo di entrare in servizio  attivo nella Regia Marina. Infatti alla proclamazione dell’armistizio si trovava ancora a Genova in allestimento inoltrato presso i cantieri di costruzione.  Il 9 settembre 1943 fu catturata dai tedeschi che, dopo averla completata ed armata, la utilizzarono contraddistinta con la sigla T.A. 24.
    Venne affondata il 9 giugno 1944 a Portoferraio nel corso di un bombardamento effettuato da aerei statunitensi.

    In questa foto, realizzata nella tarda estate del 1943, vediamo l’unità durante l’allestimento, poco tempo prima della cattura.

  • Attualità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia,  Un mare di amici

    Raimondo Vianello (Roma, 7.5.1922 – 15.4.2010)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    (Roma, 7.5.1922 – 15.4.2010)


    Raimondo Vianello verrà ricordato come uno dei padri fondatori del varietà televisivo italiano, accanto ai suoi grandi colleghi, come Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Pippo Baudo; ed anche come uno dei protagonisti della Commedia all’italiana (insieme a Ugo Tognazzi, con cui ha spesso lavorato in coppia). Era nato a Roma il 7 maggio 1922.
    Il padre, ammiraglio, lo voleva diplomatico e con quella prospettiva il giovane Raimondo si laureò in giurisprudenza.
    Ma poi di quel prestigioso mestiere gli restarono solo il portamento signorile e i modi affabili.

    A seguito della sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana nel 1945 è detenuto nel campo di concentramento alleato di Coltano, assieme ad altri personaggi noti: il poeta americano Ezra Pound, gli attori Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, l’olimpionico di marcia Giuseppe Dordoni, il giornalista Enrico Ameri, il regista Luciano Salce ed il politico Mirko Tremaglia.
    Poco dopo insieme al fratello Roberto, è atleta e dirigente del Centro Nazionale Sportivo Fiamma. E’ allora che – quasi per caso – debutta in teatro.
    Una generazione di marinai lo ricorda in un film del 1958 “Marinai donne e guai” , regia di Giorgio Simonelli, dove interpreta la parte del Comandante in seconda che cerca di tenere a freno  l’equipaggio della sua nave. Nel film quattro marinai scavezzacollo vengono costretti a controllarsi l’un l’altro durante la franchigia a Barcellona per evitare di combinare guai. Uno, però riesce a dileguarsi, ma è vittima di una bella ragazza che gli ruba la divisa per darla al fratello contrabbandiere. Di qui nasce una serie di eventi, ma tutto termina con la solita scazzottata alla marinara grazie alla quale i nostri marinai riescono a sgominare la banda dei contrabbandieri. All’inizio ed alla fine del film le scene son girate sul Cacciatorpediniere San Giorgio. Questa nave è ormeggiate  alla banchina Duca degli Abruzzi dell’arsenale di  La Spezia avendo alla sua sinistra il D571 Centauro (poi F554) ed a dritta il Cacciatorpediniere ex USA D553 Artigliere.
    Riposa in pace Comandante …”arremba San Zorzo!

  • Attualità,  Il mare nelle canzoni,  Recensioni,  Un mare di amici

    Auguri di buon compleanno a Luca Barbarossa

    di Luca Barbarossa

    L’alba

    A me basta un raggio di sole per alzarmi dal letto
    cantare una canzone
    A me basta un raggio di sole basta uno sguardo
    perché nasca un amore
    A me basta un raggio di sole per fare un arcobaleno
    che arrivi al tuo cuore per non lasciarti più
    Guarda c’è il sole svegliati anche tu…

    Aspettavamo il 2000
    Testo e musica di Luca Barbarossa

    La mia generazione è sopravvissuta perfino al tuca tuca e alla guerra fredda
    alla moto senza casco all’avvento della disco all’arresto di Valpreda
    eravamo convinti che Rivera fosse Dio
    e che quello di Mina non fosse un addio
    La mia generazione è sopravvissuta perfino a Nikka Costa e agli anni di piombo
    ai decreti delegati ai servizi deviati ai sofficini e al pongo
    eravamo studenti ci sentivamo operai
    certi giorni di festa non finivano mai
    Aspettavamo il 2000 perché tutto sarebbe cambiato
    ma tu l’avevi previsto che il futuro sarebbe passato
    lo immaginavi diverso questo mondo un po’ perso
    che se provi a cambiarlo ti spara anche addosso
    per ritornare lo stesso
    sempre uguale a se stesso
    La mia generazione è sopravvissuta
    al ritorno nelle sale della commedia italiana
    alla fuga dei cervelli alla P2 di Gelli
    alla banca vaticana
    siamo stati i cattivi negli anni Settanta
    niente sconti di pena per chi non si accontenta
    Aspettavamo il 2000 perché tutto sarebbe cambiato
    ma tu l’avevi previsto che il futuro sarebbe passato
    e sognavamo la luna ma qualcosa non ha funzionato
    tu quanto avevi scommesso cosa hai perso e chi c’ha guadagnato
    lo immaginavi diverso questo mondo un po’ perso
    che se provi a cambiarlo ti spara anche addosso
    per ritornare lo stesso
    Aspettavamo il 2000 perché tutto sarebbe cambiato
    ma tu l’avevi previsto che il futuro sarebbe passato
    per ritornare lo stesso
    sempre uguale a se stesso
    sempre uguale a se stesso
    sempre uguale a se stesso

    Guerra e pace – Nota di Luca Barbarossa

    Il male trova sempre il modo di farsi sentire, è devastante e spesso ci dà la sensazione di prevalere sul bene.
    L’amore è silenzioso, discreto, non fa notizia ma se facesse rumore ci renderemmo improvvisamente conto di quante cose positive succedono in ogni istante e sicuramente cambierebbe il nostro modo di vedere le cose.

    http://www.youtube.com/watch?v=19GHq_eScHA