Poesie

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    Tempesta (Carmelo Scimone)

    di Carmelo Scimone

    Tempesta
    (Carmelo Scimone)

    Furibonda lotta di venti contrari
    il mare sconvolto
    spumeggia e freme
    insiste con forza e fierezza
    il vento flagella
    quelle che erano le calme acque del porto
    assalta i navigli
    spingendoli a cozzare
    fra loro
    spezza…
    disperde…
    affonda…
    i marinai corrono come mille formiche
    cercando di salvare i loro legni
    nulla può il misero uomo
    grande e la forza contro qui lotta
    e misero e lo spettacolo
    di quel che rimane.

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    La mia Divisa, la confessione di un ammiraglio

    di 
Enzo Arena

    Enzo Arena per www.lavocedelmarinaio.comCari colleghi/amici non più in servizio attivo, credo di interpretare la nostalgia e le sensazioni che ognuno di noi prova quando, a volte per caso a volte volutamente, si imbatte nell’armadio che conserva la nostra divisa o in un cassetto nel quale è conservato un distintivo, un berretto, due stellette, oppure la scarpe bianche che ci fanno venire in mente i modi più svariati e bizzarri per pulirle. Ricordate?




    Ammiraglio Enzo Area per www.lavocedelmarinaio.com
    La mia divisa (Enzo Arena)

    
La mia divisa
    
si sente trascurata,
    
dentro un armadio
    
adesso a riposare.

    Io me la guardo
    
e lei comincia a dire.
    
Io me l’ascolto
    
e lei mi tocca il cuore.
    


    Ricordi?…berretto,
    
stellette ed eri fiero.
    
Ero con te
    
in ogni posto andavi.
    
Ero blu, ero bianca,
    
ero “di bordo”.

    Ero il tuo orgoglio
    
quando mi indossavi.
    


    Cara divisa,
    
non cambio la mia pelle.
    
Non sei mai stata

    un semplice vestito.
    
Cucita addosso

    ed anche dentro il cuore.
    
Tu lo sai bene

    che non ti ho mai tradito!

    il Marinaio Enzo Area per gentile concessione a www.lavocedelmarinaio.com

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    Deasy Carapello ringrazia il Reggimento San Marco

    di Claudio53

    …riceviamo e con infinito orgoglio pubblichiamo.

    Egregio sig. Ezio,
    ti invio in allegato quattro file che tu potrai impiegare quando ritenuto opportuno. Essi sono:

    • una poesia scritta da una bambina (se non sbaglio di Baresciano – L’Aquila) per ringraziare gli uomini del Reggimento San Marco per l’attività svolta durante il terremoto (ci furono vari lavori fatti da una scuola elementare ma la poesia della bambina è incredibile).

    L'Aquila

    • una litografia d’epoca dell’inno di MameliInno di Mameli• una cartolina relativa alla bandiera italiana
    Bandiera• una cartolina postale con “La preghiera per i morti” scritta da Sem Benelli per il Reggimento Marina (rarissima).Benelli

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    24.12.2015, in ricordo di don Gino Delogu

    PER GRAZIA RICEVUTA
    Ciao Don Gino,
 molti di noi, come me, ti conoscevano come uomo di mare e di Dio.

    Mi sento di affermare, a nome di tutta la grande famiglia dei marinai che occuperai, per sempre, un posto speciale nei nostri cuori. Hai vissuto intensamente e fuori dal comune questa vita straordinaria che Lui ci ha donato e adesso, in questo giorno particolare e in questo anno misericordioso straordinario, Lui ti ha voluto nel suo Regno per continuare la navigazione nella Gerusalemme divina in supporto di chi prima di noi è salpato per l’ultima missione…


    Don-Gino-Delogu-e-gli-inseparabili-amici-marinai
    Riporto le parole che Riccardo scrisse quando diventasti Diacono

    Articolo

    Trovare me stesso.
    Sapere chi sono.
    Non è un fine, non è la meta.
    Non esiste il traguardo di aver raggiunto la consapevolezza di se stessi.
    Essere coscienti di sé è un continuo divenire.
    Una continua scoperta.
    Una sorprendente avventura che dura tutta una vita.
    Ogni giorno io cambio, perché lo stesso universo dentro e fuori di me che muta.
    Perché il mutamento è l’unico punto fermo dell’esistenza.
    Dunque scelgo di guardare davanti a me con gli occhi di un bambino.
    Scelgo di riflettere su quello che vedo con lo sguardo dell’esperienza.
    E poi decido di agire, sentendo e valutando la pesantezza o la leggerezza di tale scelta, prima che venga compiuta.
    E poi vivo.
    Vivo le mie scelte in piena responsabilità.
    Ed è questo che mi fa sentire libero.
    Libero di vivere appieno ogni secondo che il Creatore mi ha donato.
    Libero di cambiare.
    Libero di scoprire un nuovo me stesso in ogni istante che vivo.
    Libero di sorprendere me stesso e ancora e ancora…
    (Lirica di Riccardo Fioravanti)

    Don Gino Delogu - www.lavocedelmarinaio.com

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    17.12.1942, Francesco Gullace e la regia nave Aviere

    di Rosario Gullace e Giuseppe Magazzù (Presidente gruppo A.N.M.I Gioia Tauro)



    banca-della-memoria-www-lavocedelmarinaio-com

    «Era il 17 dicembre 1942 e il Marinaio Fuochista di leva Francesco Gullace faceva parte dell’equipaggio del Regio cacciatorpediniere Aviere.regio-cacciatorpediniere-aviere-www-lavocedelmarinaio-comFu dichiarato disperso con l’affondamento della nave. 
Quel giorno l’Aviere, alla sua 41^ missione di scorta convogli, navigava unitamente al regio cacciatorpediniere Camicia Nera a protezione di un mercantile tedesco, con rotta da Napoli a Biserta. Giunto a circa quaranta miglia a nord della cittadina tunisina, il sommergibile britannico Splendid gli lanciò contro due siluri affondandolo.
    Solo trenta furono i superstiti».francesco-gullace-marinaio-fuochista-www-lavocedelmarinaio-com

    A mio Padre
    di Rosario Gullace

    17.12.1942 a mio papà marinaio fuochista sulla regia nave Aviere perito per la Patria
.

    …ero in fasce quando quando perì per la PATRIA e io lo ricordo così.
    17 dicembre 1942, il regio cacciatorpediniere Aviere, di 2460 tonnellate, viene improvvisamente colpito da due siluri lanciati dal sommergibile britannico P.228 Splendid affondando immediatamente alle ore 11.15 nel punto 38°00’N – 10°05’E, a nord di Biserta.
    L’unità era partita il 16 dicembre da Napoli insieme al regio cacciatorpediniere Camicia Nera, di scorta alla motonave tedesca Ankara, diretta a Biserta.

    Ho conosciuto in fasce;

    il mio genitore…
    
Un giovane ragazzo tutto Ardore.

    Mi teneva in braccio,
    con AMORE…

    Sicuro…
    Io sentivo 
Il suo Calore…
    
In guerra diede tutto.
    
Il suo valore…
    
La Patria…
    Lo ricorda…
    
Vive in me….
    Il figlio mio.
    
Ne porta il nome.
    (16.12.2012)