Per Grazia Ricevuta

  • Attualità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Per Grazia Ricevuta,  Recensioni

    E quando il male divorerà se stesso…

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Quando avranno inquinato il mare, le acque dell’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche.
    Terrorizzati dall’incubo di perdere tutto ciò che hanno rubato, senza amore, padri di famiglie avide e perverse, circondati di baciapile e ruffiani.
    Uomini di potere? Ricchi di cosa?
    I ricchi siamo noi che ci sediamo davanti al mare e possiamo ancora udire il suo canto, sentire il suo profumo, perché la nostra coscienza è pura.

    Il mare ora puzza di benzina!
    Penso e non ho difficoltà di affermare che il Tribunale penale internazionale, oltre che occuparsi dei reati commessi per esempio nella ex Jugoslavia e in Ruanda, debba processare pure gli autori di simili misfatti ambientali, che pure sono crimini contro l’umanità, come le speculazioni finanziarie come i mutui sub prime, che hanno messo in pericolo l’economia mondiale.

    Purtroppo sono sempre più convinto, e non sono il solo a pensarlo, che a nominare i tribunali sono gli stessi che commettono i crimini contro l’umanità.
    Le multinazionali hanno gestito ogni affare: guerre, armi, uranio, petrolio, diritto, inquinamento, spazzatura, ecc., ma non hanno considerato il principio che ciò che si fa alla terra lo si fa a se stessi.
    I loro figli subiranno lo stesso destino di ogni altro essere umano.
    “Il male divora se stesso (Giovanni Paolo II)”.

    Quando il male divorerà se stesso alla fine si diventa stronzi per legittima difesa.
    …questo articolo è dedicato alle donne e agli uomini di buona volontà e anche a coloro che mi invitano a schierarmi dalla parte del male, io vi perdono!

  • Attualità,  Per Grazia Ricevuta,  Recensioni,  Sociale e Solidarietà

    La preghiera cura della coscienza

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    C’è chi ritiene che la preghiera sia stata creata dall’uomo per trovare qualcosa che gli dia motivo di avvicinare il proprio spirito al Supremo e trovare conforto nei momenti di maggior disagio della vita. In tali momenti la ricerca di Dio è una necessità per la coscienza. Ogni luogo perciò è buono per rivolgersi al Signore. Si dice che nelle sofferenze più cocenti anche l’ateo più ostinato rivolga richiesta di aiuto, sotto forma di preghiera, al Supremo, ma nonostante queste suppliche il male continua, senza qualche buona dose di medicinale egli resterebbe a lungo con le sue angosce e magari senza scampo.


    La preghiera può essere di aiuto nel pentimento per liberare l’animo da peso di cattive azioni, ed allora l’individuo, dopo aver confessato segretamente il proprio peccato a qualcuno, si sente sollevato e con l’animo libero. La preghiera quindi è la cura della coscienza. In questo mondo ogni civiltà ha i suoi valori, usanze e tradizioni, così diverse da apparire talvolta contrastanti. L’umanità trova sempre motivo di appellarsi a qualcuno. C’è chi crede in un solo Dio, chi in molti dei e chi in nessuno. A noi la scelta.

  • Attualità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Per Grazia Ricevuta,  Recensioni,  S.O.S. richiesta notizie e foto,  Storia

    La nostra “Banca della Memoria” è come il tramonto degli Eroi, è mio padre e non vedrà mai sera

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Molti lettori di questo blog si sono accorti che da tempo questo modesto blogger ed i suoi collaboratori intendono portare avanti il progetto della “banca della memoria” per non dimenticare e far cadere nell’oblio le gesta di quei marinai che non fecero ritorno all’ormeggio: i Caduti del dovere.
    Qualcuno ci accusa di parlare troppo al passato, altri che parliamo troppo di morti e defunti, altri ancora di tacere…
    A questi “illuminati di niente” rispondiamo con semplicità che solo attraverso il nostro passato, la nostra storia, quelli come noi ancora arrossiscono di fronte alla vergogna e che non parliamo dei morti se non favorevolmente (De mortuis nihil nisi bonum). Quelli come noi hanno compreso lo “spirito” e ci siamo abbastanza adeguati per questa illuminata pietà che ci spinge ad applicare il precetto cui si ispira la massima.
    Noi e quelli come noi (anche su richiesta dei parenti e familiari) cerchiamo semplicemente di dare dignità al ricordo di chi non ha una tomba o un sacrario su cui pregare i loro affetti …specie se risultano dispersi in mare!

    Un verso di Plauto riporta “Quem dii diligunt, adilescens moritur” (Muore giovane chi è amato dagli dei) che può sembrare una frase retorica, sicuramente aborrita da noi e dai rispettivi familiari, ma che riporta in sé una grande saggezza. Quei giovani (e anche meno giovani) che ricordiamo e celebriamo nella nostra “banca della memoria” credevano, e ci si crede solo quando si è giovani. Da vecchi, ci si può solo rammaricare ed allora sosteniamo:
    “MUORE GIOVANE COLUI CHE A DIO E’ CARO”.

    Buongiorno ai naviganti,
    molti ancora mi chiedono perché pubblico necrologi.
    Ebbene, non c’è niente di più doloroso che cercare di sorridere e rimanere positivi, perché dopo il doloroso ricordo per la perdita di mio padre, fra i primi a sperimentare sulla sua pelle la “colbato terapia”, lo sapete, la persona risulta completamente cambiata, devastata fisicamente e moralmente a terra. Soprattutto a chi gli sta vicino, soprattutto se ad assistere ci sono bambini.
    Forse a molti di voi non importerà un fico secco di questo messaggio perché, ovviamente e fortunatamente, io aggiungo, il cancro non ha toccato voi. Chi non lo vive non sa cosa vuol dire avere combattuto la lotta o avuto una persona amata che conduce una battaglia contro il cancro. Ma io sono fiducioso e conto sulla vostra sensibilità!🙂❤
    P.s. Per il paradiso la prima alla destra del Padre!

  • Attualità,  Per Grazia Ricevuta,  Pittori di mare,  Recensioni,  Storia

    San Giovanni Paolo Secondo (18.5.1920 – 2.4.2005), l’ultima scintilla mandata dal Cielo

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    ritratto (olio su tela) di Toty Donno (diritti riservati dell’autore)

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Questo articolo è dedicato ai padri Micheliti, in particolare ai “padri spirituali” del Pontificio Santuario Maria SS. “ad Rupes” di Castel Sant’Elia (VT) che quotidianamente con fede, speranza e carità, con la preghiera e la perseveranza offrono ai pellegrini di entrare in “dialogo con Dio”, nel silenzio, personalmente e tramite la Sua Parola.

    karol-una-preghiera-per-te-ritratto-di-toty-donno-diritti-riservati-f-p-g-c-a-www-lavocedelmarinaio-com

    Di San Giovanni Paolo II si è parlato tanto, non solo nel suo per il suo pontificato e quindi per i tempi eccezionalmente brevi della beatificazione chiesta dai credenti fin dal giorno del suo solenne ed indimenticabile funerale avvenuto il 2 aprile 2005 ma per il suo cammino in questa Gerusalemme terrena.
    Papa Benedetto XVI il 1° maggio 2011 (altra data non a caso) ne celebrò la sua Beatificazione e l’attuale papa Francesco il 27 aprile 2014 lo ha canonizzato.
    Ma quelle di cui sopra non sono che date volute direttamente dal nostro Signore Dio Padre. In realtà dal giorno della sua nascita, dal giorno della sua dipartita, il sensus fidei di Dio donato al popolo cristiano aveva acclamato santo Giovanni Paolo II.
    Questo papa venuto da lontano, nemico del comunismo, sportivo, amante del teatro e dell’arte, pellegrino per il mondo come nessun suo predecessore, il grande Pontefice.
    La sua grandezza umana, spirituale e storica si può di seguito riassumere dalla sua nascita, dal suo sposalizio con Dio e soprattutto da quegli oltre 26 anni di pontificato (16 ottobre 1978 – 2 aprile 2005) che gli hanno permesso di imprimere nella storia una impronta decisiva ed indelebile fin dalle sue prime parole pronunciate nell’omelia di insediamento al suo pontificato (22 ottobre 1978):

    “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!”.

    santuario-santa-maria-ad-rupes-castel-s-elia-vt-www-lavocedelmarinaio-com

    Questo che lui chiedeva, lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi economici, invertendo con quella forza spirituale che gli veniva da Dio una tendenza che fino ad allora sembrava irreversibile ed incontrovertibile.
    La sua testimonianza mista di sofferenza e gioia, quel suo indimenticabile abbracciare la Croce, il suo amore e coraggio ci ha ridato la forza di credere in Cristo, Redentore dell’uomo.

    2-aprile-2005-san-giovanni-paolo-ii-www-lavocedelmarinaio-com_

    Si consiglia la lettura del seguente link:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/04/giovanni-paolo-ii/

  • Per Grazia Ricevuta,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    La lettera alla mamma di Don Pierluigi Todeschini

    di Claudio Confessore

    banca-della-memoria-www-lavocedelmarinaio-com

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Don Pierluigi Todeschini (Selino di Sant’Omobono, 1889 – Brembate di Sotto, 1933).
    Con il grado di Sergente, da seminarista, partecipò alle fasi iniziali della campagna in Libia durante la guerra italo-turca. Nel 1912 rientrò in Italia ed ordinato sacerdote prestò la sua opera prima a Gorno e poi a Stabello e a Chignolo d’Isola.
    Allo scoppio della Grande Guerra fu nominato cappellano dei “Lupi di Toscana” prima del 77° Reggimento e poi del 78°
    Amatissimo dai suoi soldati e dai superiori si distinse sul fronte italoaustriaco nel soccorso ai feriti e al termine della guerra si dedicò al recupero e all’identificazione di decine di migliaia di salme di militari sepolti nei luoghi delle battaglie.
    Gli furono concesse tre Medaglie d’Argento e quattro di Bronzo al Valor Militare ed una Medaglia d’Oro al merito della Sanità Pubblica. Fu parroco di Brembate di Sotto dal 1922 al 1933. Il comune gli ha intitolato una strada ed in ricordo gli è stato eretto un monumento.

    il-monumento-di-don-pierluigi-todeschini-a-brembrate-di-sotto-www-lavocedelmarinaio-com

    Di seguito una lettera che don Pierluigi invio alla madre di fratelli gemelli del 78° Reggimento caduti al fronte.

    Cara mamma di Cosimo e Damiano,
    io non Ti ho mai vista ma quando ho conosciuto i Tuoi figli mi sembra di conoscerTi dall’eternità per quanto essi mi parlavano di Te; sento di amarTi col loro stesso amore poiché i loro occhi luccicavano di gioia nel pronunciare il Tuo nome. Io amo immensamente tutti questi cari figlioli e sarei pronto a dare la mia vita per ciascuno di essi, avevo per loro una predilezione speciale per la loro bontà, gracilità e fiducia incondizionata che in me avevano posto. Prima di scriverTi questa lettera, che Dio solo sa cosa mi costa, inginocchiato nel mio rifugio davanti al Crocifisso, ho scongiurato Cristo di darmi il coraggio.
    Carissima mamma, lascia che io Ti abbracci prima di darTi la notizia che trafiggerà il Tuo cuore: oggi 6 agosto 1917, alle pendici del monte Sabotino, in un’azione per la conquista di tale monte sono caduti valorosamente Cosimo e Damiano. Io ho seguito passo passo tale azione con i miei fanti, ho avuto l’ingrato e terribile compito di raccogliere le loro ultime parole. Cosimo mi disse: “Abbracci per me mia madre”, Damiano non parlò, il suo sguardo volto su di me e sul Crocifisso era l’espressione fulgida di un amore immenso, mi stringeva la mano fino a farmi male e me la lasciò solo dopo aver baciato il Crocifisso e chiusi gli occhi per sempre.
    Cara mamma, nella triste esperienza della trincea, io fui per loro più vecchio di sei anni non solo per la missione ma per l’affetto di padre e madre poiché nel mio cuore essi riversavano tutte le loro ansie e aspirazioni. Ho cercato di sostituirTi, mamma, e Ti sia di conforto il pensiero che non solo la mano pietosa del Cappellano ha composto le dilaniate membra, ma dell’amico, del padre che in questi due anni ha avuto modo di ammirare la loro bontà. Essi non prenderanno più il treno per venirTi a trovare ma il loro spirito è vicino a Te, è qui con me nel difficile compito di ogni giorno e di ogni ora. Pregherò per Te la Vergine dei dolori perché Ti dia la forza di sopportare questa terribile prova; le tue lacrime, quelle di tante madri e spose, il sacrificio generoso di questi giovani possano ottenere presto la pace. InviandoTi gli indumenti dei Tuoi figli, oso trattenere una Tua fotografia e una loro, così mi sentirò più vicino a voi. Chiudendo questa lettera che mai avrei voluto scrivere, Ti assicuro di aver provveduto alla sepoltura dei Tuoi figli con immenso amore, mentre ancora fischiavano le pallottole, non mancherò di recarmi sulla loro tomba fino a quando cessata la guerra mi sarà consentito la riesumazione per una più dignitosa sepoltura. Accetta, mamma, due baci che per i Tuoi figli Ti mando con profondo rispetto e amore; ricordaTi che oggi hai un altro figlio, questo Cappellano il quale con tutta umiltà si raccomanda alle Tue preghiere.

    Ti abbraccio, mamma, e accettami come Tuo figlio.

    don-pierluigi-todeschini-www-lavocedelmarinaio-com

  • Attualità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Per Grazia Ricevuta,  Recensioni,  Sociale e Solidarietà,  Storia

    I santi

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    Buonanotte ai naviganti,
    tutti quanti abbiamo un Santo che ci ha dato il nome e che ci protegge. I santi glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature. Ci proteggono da turbamenti interni ed esterni, ci rimproverano quando ci allontaniamo dalla buona strada, ci assistono e ci aiutano nel prioritario ed importantissimo compito di pregare.

    Camminano con noi, pregano con noi, lodano ed adorano Dio con noi. Purtroppo, oggi la vita è spesso piena di tensione e di ansie di ogni tipo. Invece di cadere nella disperazione facciamo ricorso Loro che ci danno grande aiuto e conforto perché camminano al nostro fianco e ci proteggono in ogni circostanza, ci difendono dai pericoli e, ad Essi, possiamo ricorrere in ogni momento. 🙂 ❤
    P.s. Grazie a tutti voi per gli auguri di buon onomastico che ho ricevuto!