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    24.4.1936, entra in servizio la regia nave Climene

    di Antonio Cimmino

    La regia torpediniera Climene, classe Spica, fu impostata il 25.7.1934 presso i Cantieri Navali Riuniti di Ancona. Fu varata il 7.1.1936 ed entrò in servizio il successivo 24 aprile.
    Il 27 aprile 1943, la nave salpò da Trapani e si diresse per  incontrare, nel Canale di Sicilia, i trasporti militari tedeschi KT 5 e KT 14e scortarli a Tunisi.
    Alle ore 10.30 del 28 aprile, a circa 25 miglia a sudovest di Marettimo, dopo aver da poco incontrato i due trasporti ed essersi posta a loro scorta, l’unità venne attaccata dal sommergibile britannico Unshaken, che le lanciò tre siluri. Uno di questi colpì a centro nave il Climene che si spezzò in due ed affondò in soli tre minuti in posizione 37°45’N e 11°33’E (circa 35 miglia a sud ovest di Marsala ed a 35 miglia per 250° da Marettimo), scomparendo in mare alle ore 10.35.

    Perirono con la nave 53 uomini, mentre 91 sopravvissuti tra i quali il comandate Colussi e Carmine Savastano, vennero recuperati dalla nave soccorso Laurana.
    Carmine Savastano nato a Castellammare di Stabia (NA) il 18 maggio 1918, è deceduto il 16 agosto 1999.
    ONORI A TUTTO L’EQUIPAGGIO.

    Domenico Biga
    di Tiziana Bonino

    (Fossano, 9.6.1915 – Cuneo, 11.10.1993)

    … riceviamo e con immenso orgoglio pubblichiamo.

    Mio nonno Domenico fu un marinaio imparato sulla regia nave Climene.
    Era nato a Fossano il 9 giugno 1915 ed è deceduto a Cuneo l’11 ottobre 1993.
    Grazie di cuore, ero molto legata a lui.

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    23.4.1943, entra in servizio la regia nave Scipione Africano

    di Carlo Di Nitto

    REGIO INCROCIATORE LEGGERO “SCIPIONE AFRICANO”

    Appartenente alla riuscitissima classe “Capitani Romani”, il regio incrociatore leggero “Scipione Africano” dislocava 5420 tonnellate. Impostato il 28 settembre 1939 presso i Cantieri O.T.O. di Livorno, era stato varato il 12 gennaio 1941 ed era  entrato in servizio il 23 aprile 1943.
    Il 16 luglio 1943 fu protagonista di un ardito forzamento dello Stretto di Messina. Era partito da Napoli per trasferirsi a Taranto. Entrato nello Stretto, alle ore 02.00 del 17 luglio, grazie alla presenza a bordo del radar italiano “Gufo”, rilevò davanti alla costa calabra quattro motosiluranti britanniche in missione di pattugliamento nella parte meridionale dello Stretto. Anche le motosiluranti, non appena avvistata l’unità italiana, attaccarono con decisione. Lo scontro a fuoco fu breve ed intenso: grazie all’ausilio del radar, lo “Scipione” si apprestò immediatamente e adeguatamente alla difesa. Con le artiglierie di bordo aprì il fuoco contro le motosiluranti che si erano divise in due gruppi d’attacco e, grazie alle sue eccezionali doti di manovrabilità e velocità, riuscì a schivare i siluri che gli erano stati lanciati contro. Nell’azione, tre delle unità nemiche attaccanti furono affondante con la perdita di 12 uomini. Uscito indenne dallo scontro lo “Scipione Africano” proseguì alla ragguardevole velocità di 36 nodi, inutilmente inseguito per un breve tratto dalla quarta motosilurante che, alle ore 02.50, desistette dall’attacco.
    Dopo la proclamazione dell’armistizio, il 9 settembre 1943, partì da Taranto per Pescara, dove il giorno successivo, 10 settembre, assunse la scorta della corvetta “Baionetta” diretta a Brindisi con il Re d’Italia e i capi politici e militari in fuga da Roma.
    Nei mesi successivi, fino al termine delle ostilità in Europa, svolse alcune missioni speciali e numerose missioni di  trasporto personale nazionale ed alleato,
    Nel dopoguerra rimase pressoché inattivo a La Spezia sino al 9 agosto 1948, quando fu radiato per essere ceduto alla Francia in esecuzione della clausole del Trattato di Pace. Assunta la sigla provvisoria S. 7 raggiunse il 15 agosto il porto di Tolone, dove, nei mesi successivi, fu ribattezzato “Guichen”. Rimase in servizio nella “Marine Nationale” francese sino al 1° aprile 1961, quando  fu radiato definitivamente e avviato alla demolizione nel 1982.

    Nella foto, lo “Scipione Africano”, lo vediamo pitturato con la colorazione delle marine alleate (scafo grigio scuro e sovrastrutture grigio chiaro), ripreso verosimilmente nell’ultimo periodo della cobelligeranza. Nell’immagine risalta la sua superba e moderna linea. Lo “Scipione Africano” e le unità gemelle della classe “Capitani Romani” raggiunsero alle prove l’eccezionale velocità di 41 nodi e per questo sono state le navi più veloci della Regia Marina Italiana.
    Il suo motto fu : “NAVIGARE ET AUDERE” (Navigare e osare).

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    Francesco Paolo Di Paola (Barletta, 23.4.1920 – Mare, 15.9.1943)

    di Sebastiano Lavecchia (*)

    (Barletta, 23.4.1920 – Mare, 15.9.1943)

    QUANDO BARLETTA MARINARA EVOCA I SUOI EROI

    Il pomeriggio del 9 settembre 1943, durante l’attacco aereo da parte dei Dornier tedeschi piombati sulla regia nave Roma, nello scontro in mare che produsse la più tragica ecatombe che la Regia Marina ricordi, veniva colpito ed affondato anche il regio cacciatorpediniere Ugolino Vivaldi.
    Su una scialuppa di salvataggio, con il l’ammiraglio Camicia, presero posto naufraghi e feriti.
    Tra questi il più grave, parve da subito, il marinaio Francesco Paolo Di Paola.
    Senza acqua, viveri e farmaci, l’odissea dei naufraghi, si protrasse per giorni e, per dissetarsi, i naufraghi dovettero ricorrere all’acqua di mare e alla propria urina. 
Nel primo pomeriggio del 15 settembre, preda di febbre, di stenti patiti, per sete e per l’ incalzare di una vasta infezione alla spalla ferita, l’eroico giovane marinaio barlettano esalò l’ ultimo respiro. I compagni di scialuppa, dopo averlo avvolto nel tricolore, recitarono la nostra preghiera e lo affidarono al buon Dio degli abissi.
    Francesco Paolo Di Paola non fece più ritorno sul suolo natio e riposa negli abissi, a tomba degli Eroi.

    “A TE, O GRANDE ETERNO IDDIO, SIGNORE DEL CIELO E DEGLI ABISSI, CUI UBBIDISCONO LE ONDE, BENEDICI IL MARINAIO FRANCESCO PAOLO DI PAOLA CLASSE 1920”.
    (*) 
    per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

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    23.4.1917, varo del regio sommergibile H6

    di Carlo Di Nitto

    Il regio sommergibile “H. 6”, classe “H.” o tipo “Holland canadese”, dislocava 360/474 tonnellate (emersione/immersione). Era stato impostato il 23 novembre 1916 presso i Cantieri “Electric Boat Company” di Montreal (Canada). Fu varato il 23 aprile 1917 e contestualmente consegnato alla Regia Marina Italiana. Come tutti I sommergibili della classe “H.”, si rivelò un eccellente battello.
    L’8 luglio 1917 entrò in servizio attivo e, dopo il completamento, partì dal porto canadese di Halifax per l’Italia. Purtroppo, dopo aver superato l’Atlantico, il 6 ottobre 1917 durante l’attraversamento dello Stretto di Gibilterra (effettuato in gruppo con i battelli gemelli “H. 7” e “H. 8”), venne attaccato e colpito dalla nave statunitense “USS Nahma”, che l’aveva scambiato per un sommergibile tedesco; alcuni colpi caddero a bordo provocando la morte di due marinai ed il ferimento di altri cinque componenti l’equipaggio, mentre la torretta subì danni abbastanza rilevanti. Riuscì comunque a raggiungere l’Italia dove fu sottoposto a di lavori di ripristino nell’Arsenale di La Spezia. Rimesso in sesto, il 18 marzo 1918, raggiunse Taranto dove iniziò ad operare in missioni esplorative e offensive lungo le coste meridionali dell’Adriatico, senza però ottenere risultati di rilievo.

    Al termine del conflitto, fu destinato a Brindisi con compiti addestrativi. Successivamente venne destinato a Taranto assegnato alla Flottiglia Scuola Comando.
    All’inizio del Secondo Conflitto Mondiale era in forza nella base di La Spezia e partecipò a diverse missioni di guerra lungo la costa francese con compiti di ascolto idrofonico e di ricerca e caccia di sommergibili nemici. Svolse anche missioni addestrative per la scuola idrofonisti di La Spezia.
    Alla proclamazione dell’armistizio, si trovava in Corsica, nel porto di Bonifacio ma i tedeschi ne impedirono la partenza. Il 14 settembre fu catturato a sorpresa da elementi germanici. Gli stessi, la sera del 18 settembre, lo affondarono a cannonate a poco meno di un miglio a ponente dal fanale della Madonnetta del porto di Bonifacio.
    ONORE AI CADUTI! 

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    Angelo Pastrello (Venezia, 15.8.1917- 23.4.1942)

    segnalato da Paolo G. Vivian

    (Venezia, 15.8.1917- 23.4.1942)

    Qualche nota sulla Piazza Pastrello di Favaro Veneto.
    Prima della Seconda Guerra Mondiale era intitolata  Umberto 1°.
    Dopo  il Referendum, con la vittoria della Repubblica sulla Monarchia,  si decretò il cambio di nome della piazza dedicandola ad Angelo Pastrello.
    Ma chi era Angelo Pastrello (Venezia, 15 agosto 1917- 23 aprile 1942)?

    Era un marinaio fuochista imbarcato sul regio cacciatorpediniere Perseo, durante la Seconda Guerra Mondiale, diretto da Messina a Tripoli e perse la vita per salvare quella dell’amico Sante Guarnieri.
    (fonte: L.Scaramuzza, Foglie, 2019)

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    23.4.1902, varo della regia nave Francesco Ferruccio

    di Carlo Di Nitto

    Il regio incrociatore corazzato Francesco Ferruccio, classe “Garibaldi”, dislocava 8.100 tonnellate.
    Varato il 23 aprile 1902 presso i Cantieri dell’Arsenale della Marina Militare di Venezia, entrò in servizio il 1° settembre 1905.
    Partecipò attivamente alla guerra italo – turca ed alla Grande Guerra.
    Dal 1919 al 1923 venne impegnato in operazioni di polizia coloniale lungo le coste della Cirenaica.
    Nel 1924 fu adattato a Nave Scuola e così utilizzato fino al 1929, quando fu posto in disarmo per essere poi radiato il 1° aprile 1930.
    Il suo motto fu “Qui la virile età l’ardir prepari”.

    Il Regio Incrociatore corazzato “Francesco Ferruccio” fotografato a Venezia verosimilmente nel periodo immediatamente precedente lo scoppio del Primo Conflitto Mondiale.

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    23.4.1937, saluti da Derna

    di Carlo Di Nitto

    SQUADRIGLIA MAS


    Bella cartolina fotografica viaggiata e partita da Derna (Libia) il 23-4-1937 e diretta a Salò.
    La didascalia originale recita: “Squadriglia MAS alla direzione di un attacco”, mentre lo sconosciuto Marinaio, di nome Giorgio, scrive sul retro ai familiari: “I custodi attuali delle nostre acque”.
    Altri tempi …
    Trattasi di motoscafi antisommergibili tipo “S.V.A.N. veloce 1917” (10 unità, MAS 401 – MAS 410) che nel 1937, anno di viaggio della cartolina, erano già stati posti in disarmo.