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    Orazio Bernardini (Vicenza, 29.7.1899 – Roma, 16.3.1967)

    a cura Antonio Pisanelli (*)

    (Vicenza, 29.7.1899 – Roma, 16.3.1967)

    Biografia
    Orazio Bernardini è stato un ammiraglio italiano. Osservatore d’aereo. Comandante militare marittimo in guerra di base navale insulare avanzata. Nato a Vicenza il 29 luglio 1899, fu ammesso nel 1913 all’Accademia Navale di Livorno, conseguendo nel 1917 la nomina a guardiamarina. Dopo un periodo di imbarco da ufficiale inferiore su unità maggiori nel corso della prima guerra mondiale, da sottotenente di vascello frequentò la Scuola di aviazione di Taranto, conseguendo il brevetto di osservatore di aereo; tenente di vascello nel 1923, fu ufficiale in seconda dei cacciatorpediniere Antonio Cantore, Giacinto Carini, Generale Antonio Chinotto e quindi in comando dei sommergibili H 6, N 1 e N 6 e delle torpediniere 42 PN, 34 PN e 60 OL. Dal 1930 al 1932 fu destinato a terra presso il comando in capo del dipartimento di Taranto e capitano di corvetta, ritornò a bordo, esercitando il comando degli esploratori Carlo Alberto, Cortellazzo e dei Giovanni Nicotera e Bettino Ricasoli.
    Durante la guerra d’Etiopia fu comandante della base navale di Massaua (Eritrea) e, rimpatriato, per tre anni, dal 1936 al 1939, fu destinato a Venezia quale comandante in seconda della locale base navale. Promosso capitano di fregata e destinato nel gennaio del 1940 a Roma presso la Direzione generale delle armi e armamenti navali.
    Un mese dopo l’entrata in guerra – luglio 1940 – fu trasferito in Libia al comando superiore della Marina a Bengasi, come sottocapo di stato maggiore, nel corso delle operazioni che portarono allo scontro navale di Punta Stilo (6-9 luglio 1940) partecipò volontariamente a missioni di bombardamento di unità navali avversarie, dando un decisivo contributo della propria perizia marinaresca nel salvataggio del velivolo sul quale era imbarcato, costretto ad ammarare perché colpito dal fuoco nemico. Fu quindi destinato a Tobruch quale comandante del distaccamento marina di Ain-el-Gazala e comandante di una flottiglia di motozattere; successivamente a Tripoli; in queste destinazioni meritò, per specifici atti di valore, due medaglie di bronzo e due croci di guerra al valore militare. Di tali atti, da ricordare la pronta e decisiva azione, quale comandante a Tobruch di flottiglia di motozattere, nel contrastare efficacemente e respingere il 14 settembre 1942 un attacco avversario condotto con Forze navali e da sbarco; per tale fatto d’armi e per il suo comportamento durante i due anni di destinazione in Libia il comando supremo delle forze germaniche lo decorò della croce di ferro di prima classe con spade dell’ordine dell’Aquila germanica.
    Rimpatriato, promosso capitano di vascello per merito di guerra nel 1941, fu destinato a terra a Roma, al ministero presso la direzione generale armi e armamenti navali, dove tra vari incarichi ebbe anche quello, su ordine dell’Alto Comando della Marina (Supermarina), di pianificare il trasferimento su strada, mare e ferrovia di una squadriglia di M.A.S. e relativo treno logistico sul lago Ladoga per cooperare con le forze finnico-germaniche all’assedio di Leningrado; nel dicembre 1942 fu inviato nell’isola di Lampedusa quale comandante militare marittimo, che nel giugno del 1943 fu pesantemente investita dall’azione delle forze aeronavali alleate, reagendo con efficacia e respingendo un tentativo di sbarco; resasi inevitabile la caduta dell’isola, essa capitolò il 13 giugno, con gli onori delle armi alla bandiera e alla guarnigione, resi da un plotone britannico del secondo battaglione delle Coldstream Guards.
    Prigioniero di guerra in Inghilterra, rimpatriò nel 1944; ebbe il comando della nave da battaglia Giulio Cesare per tutto il 1945.
    Destinato a Roma, ricoprì dal 1949 al 1954 l’incarico di Capo dell’Ufficio sport velico della Marina. In tale destinazione utilizzò in maniera occulta le gare motonautiche per assicurare la continuità dell’addestramento degli operatori dei mezzi d’assalto, attività vietata dalle clausole armistiziali. Collocato in ausiliaria alla fine del 1954, fu promosso contrammiraglio.

    Onorificenze
    – Medaglia d’argento al Valor Militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
    «In occasione dello scoppio di munizioni all’interno del deposito prodiero a bordo del cacciatorpediniere Bassini accorse immediatamente sul posto discendendo più volte nel locale fuochisti completamente invaso da vapori tossici e dove, la temperatura era estremamente elevata, riuscendo, coadiuvato da due sottufficiali, a portare in coperta uno dei feriti gravi. Esausto di forze e quasi asfittico, dovette essere trasportato all’ospedale le inalazioni antitossiche (Taranto, 9 maggio 1923)».
    – Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di bronzo al valor militare.
    – Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di bronzo al valor militare.
    – Croce al merito di guerra – nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito di guerra.
    – Croce al merito di guerra – nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito di guerra.
    – Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43.
    – Croce d’oro per anzianità di servizio (ufficiali e sottufficiali, 25 anni) – nastrino per uniforme ordinaria.
    – Croce d’oro per anzianità di servizio (ufficiali e sottufficiali, 25 anni).

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    Vittorio Marulli (Roma, 16.9.1922 – Roma, 19.3.2000)

    a cura Antonio Pisanelli (*)

    Biografia
    Nato a Roma il 16 settembre 1922 nobile dei conti Marulli, nobile di Barletta, entrato nell’Accademia navale di Livorno nel 1939, ne è uscito nel febbraio 1942 col grado di guardiamarina.
    Nel corso della seconda guerra mondiale ha prestato servizio sulla nave da battaglia Vittorio Veneto quale ufficiale sottordine è successivamente sulla torpediniera Orsa quale direttore del tiro.
    Tra il 1966 e il 1969 ha diretto l’allestimento dell’incrociatore lanciamissili Vittorio Veneto, di cui è stato, con il grado di capitano di vascello, il primo comandante, mantenendone il comando fino al 1970 al termine della crociera addestrativa tenutasi fra il 25 aprile e il 23 agosto 1970 in nord Atlantico, toccando diversi porti americani ed europei ed effettuata dopo un anno dall’entrata in servizio e di messa a punto. Successivamente ha ricoperto fino al 1972 l’incarico di Capo Ufficio Operazioni del 30º Reparto dello Stato Maggiore Marina.
    Promosso contrammiraglio nel dicembre 1972, venne assegnato allo Stato Maggiore Difesa quale Capo Ufficio del Capo di Stato Maggiore. Tra aprile 1975 e settembre 1976 ha ricoperto la carica di Capo di Stato Maggiore del Comando in Capo della Squadra Navale e del Mediterraneo Centrale; l’anno seguente, con il grado di ammiraglio di divisione ha comandato la I Divisione navale e dal novembre 1977 al dicembre 1978 ha ricoperto la carica di Ispettore per l’allestimento delle unità di nuova costruzione presso lo Stato Maggiore della Marina.
    Promosso ammiraglio di squadra, dal dicembre 1978 al settembre 1980 ha ricoperto l’incarico di Comandante in Capo del Dipartimento Militare Marittimo dello Jonio e del Canale d’Otranto e, dal 28 settembre 1980 al 15 settembre 1981, quello di Presidente del Centro Alti Studi per la Difesa. Dal settembre 1981 al gennaio 1984 è stato Comandante in Capo della Squadra Navale e del Mediterraneo Centrale, e dal 7 febbraio 1984 al 15 ottobre 1985 Capo di Stato Maggiore della Marina.
    In questo incarico ha svolto un ruolo particolarmente rilevante nel sostenere e promuovere un’azione determinante per la costituzione della componente ad ala fissa dell’Aviazione Navale ed è stato sotto la sua direzione e sotto il suo costante stimolo che l’argomento è stato portato all’attenzione delle autorità politiche, sino a sfociare in un disegno di legge governativo. Il 20 dicembre 1984, mentre il nuovo incrociatore portaeromobili Garibaldi era ancora in allestimento nel cantiere di Monfalcone venne presentato, su sollecitazione da parte dell’ammiraglio Vittorio Marulli il disegno di legge n. 1083 con cui veniva richiesta l’istituzione dell’Aviazione Navale della Marina. La proposta firmata da 19 senatori venne presentata all’allora Presidente del Senato Cossiga aveva come primo firmatario il senatore democristiano, nonché ammiraglio in congedo Severino Fallucchi e il 26 gennaio 1989, fu approvata la proposta di legge 2645, come legge 36, che autorizzava la Marina Militare a dotarsi di velivoli ad ala fissa.
    Sempre in veste di Capo di Stato Maggiore della Marina, ha autorizzato il capitano di fregata Francesco Cossiga ad accettare l’incarico di Capo dello Stato Repubblica Italiana, autorizzazione che gli Ufficiali della Marina Militare per tradizione chiedono prima di assumere cariche pubbliche.
    L’ammiraglio Marulli è stato insignito di due Croci al merito di guerra e dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Con Real Decreto numero 2076/1984, gli è stata conferita dal Re di Spagna la Gran Croce con decorazione bianca dell’Ordine del Merito Navale.
    L’ammiraglio Vittorio Marulli è morto a Roma il 19 marzo 2000.

    Onorificenze
    Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana — 28 febbraio 1984
    Croce al merito di guerra (2 volte) – nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito di guerra (2 volte)
    Gran Croce con decorazione bianca dell’Ordine del Merito Navale – nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce con decorazione bianca dell’Ordine del Merito Navale — 1984

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    Camillo Ferraro (Gragnano, 8.9.1916 – 13.4.1943)

    di Antonio Cimmino

    (Gragnano, 8.9.1916 – 13.4.1943)

    Il sottocapo cannoniere Camillo Ferraro nasce a Gragnano – Santa Maria La Carità (Napoli) l’8 settembre 1916.
    Arruolato nella Regia Marina, si trovava a La Spezia in attesa di imbarco sulla regia nave Eugenio di Savoia quando la città subì ennesimo violentissimo bombardamento da parte di 208 Lancaster e 3 Halifax inglesi che scaricano circa 500 tonnellate di bombe sulla cittadina ligure.


    Il team de “lavocedelmarinaio.com” ha rilevato che Camillo Ferraro risulta tumulato nel Sacrario Militare di La Spezia sito all’interno del Cimitero Comunale Boschetti dove sono sepolti 787 Caduti italiani di cui 133 ignoti, 91 partigiani e 3 della Repubblica Sociale Italiana.