Marinai

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    La nostra “Banca della Memoria” è come il tramonto degli Eroi, è mio padre e non vedrà mai sera

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Molti lettori di questo blog si sono accorti che da tempo questo modesto blogger ed i suoi collaboratori intendono portare avanti il progetto della “banca della memoria” per non dimenticare e far cadere nell’oblio le gesta di quei marinai che non fecero ritorno all’ormeggio: i Caduti del dovere.
    Qualcuno ci accusa di parlare troppo al passato, altri che parliamo troppo di morti e defunti, altri ancora di tacere…
    A questi “illuminati di niente” rispondiamo con semplicità che solo attraverso il nostro passato, la nostra storia, quelli come noi ancora arrossiscono di fronte alla vergogna e che non parliamo dei morti se non favorevolmente (De mortuis nihil nisi bonum). Quelli come noi hanno compreso lo “spirito” e ci siamo abbastanza adeguati per questa illuminata pietà che ci spinge ad applicare il precetto cui si ispira la massima.
    Noi e quelli come noi (anche su richiesta dei parenti e familiari) cerchiamo semplicemente di dare dignità al ricordo di chi non ha una tomba o un sacrario su cui pregare i loro affetti …specie se risultano dispersi in mare!

    Un verso di Plauto riporta “Quem dii diligunt, adilescens moritur” (Muore giovane chi è amato dagli dei) che può sembrare una frase retorica, sicuramente aborrita da noi e dai rispettivi familiari, ma che riporta in sé una grande saggezza. Quei giovani (e anche meno giovani) che ricordiamo e celebriamo nella nostra “banca della memoria” credevano, e ci si crede solo quando si è giovani. Da vecchi, ci si può solo rammaricare ed allora sosteniamo:
    “MUORE GIOVANE COLUI CHE A DIO E’ CARO”.

    Buongiorno ai naviganti,
    molti ancora mi chiedono perché pubblico necrologi.
    Ebbene, non c’è niente di più doloroso che cercare di sorridere e rimanere positivi, perché dopo il doloroso ricordo per la perdita di mio padre, fra i primi a sperimentare sulla sua pelle la “colbato terapia”, lo sapete, la persona risulta completamente cambiata, devastata fisicamente e moralmente a terra. Soprattutto a chi gli sta vicino, soprattutto se ad assistere ci sono bambini.
    Forse a molti di voi non importerà un fico secco di questo messaggio perché, ovviamente e fortunatamente, io aggiungo, il cancro non ha toccato voi. Chi non lo vive non sa cosa vuol dire avere combattuto la lotta o avuto una persona amata che conduce una battaglia contro il cancro. Ma io sono fiducioso e conto sulla vostra sensibilità!🙂❤
    P.s. Per il paradiso la prima alla destra del Padre! 

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    Gaetano Petrazzuolo (Napoli, 29.5.1920 – Mare, 23.3.1943)

    di Gaetano Petrazzuolo 

    (Napoli, 29.5.1920 – Mare, 23.3.1943)


    Buongiorno Ezio,
    visto che sei molto aggiornato nella materia marinaresca, puoi farmi sapere qualche cosa di un sommergibile, penso della classe non voglio sbagliare “Delfino” (*) che è stato affondato lungo la costa africana verso la meta del 1943 o oltre…
    Lo so e poco, c’era mio zio.
    Dalla foto che ho io c’è una data ricordo 1943 mi sembra marzo, ne desumo sia affondato dopo questa data. Mio zio si chiamava Petrazzuolo Gaetano ed era del 1920. Ti ringrazio.
    Gaetano

    Buonasera Gaetano Petrazzuolo, grazie del complimento.
    Il sommergibile è questo:


    Ricevi gradito un abbraccio grande come il mare della Misericordia Divina e grande come il cuore, tuo e di tuo zio Geatano (nato a Napoli il 29.5.1920, cannoniere, disperso nel Mediterraneo Centrale il 23.3.1943 a seguito collisione, ma sull’albo risulta scritto Petrazzolo), di Marinai per sempre.
    Ezio

    Ezio grazie della informazione il nome nell’albo comunque è erroneo dicasi Petrazzuolo Gaetano, poi manderò la sua foto per eterno ricordo. Grazie tante e ci risentiremo.
    Gaetano

    Grazie a te Gaetano, non appena arriva la foto la inserisco nel blog e nella banca della memoria per non dimenticarlo mai.
    Ezio

    Questa è la sua foto. Grazie tante Ezio e il minimo che posso fare alla sua memoria.
    Gaetano.

    (*) Regio sommergibile Delfino (classe Squalo)
    Impostato presso i cantieri di Monfalcone il 10.10.1928, varato il 15.1.1930, entrato in servizio l’11.10.1930, affondato per collisione il 23.3.1943.
    Equipaggio: 5 ufficiali, 47 sottufficiali e marinai.

    Alle 12.15 del 23 marzo 1943 il regio sommergibile Delfino salpò da Taranto per raggiungere Augusta con un rimorchiatore al seguito. Un’ora dopo forse a causa di avaria al timone il sommergibile, per una accostata, si scontrò con il rimorchiatore che lo speronò a poppa affondandolo a circa 6,5 miglia per 205° da Capo San Vito (Taranto).
    Persero la vita 28 Marinai fra cui il cannoniere Gaetano Petrazzuolo.

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    Dante Daini (Calcinato, 29.5.1921 – 30.10.1974)

    di Gian Luca Daini


    (Calcinato, 29.5.1921 – 30.10.1974)

    Il marinaio Dante Daini, nato a Calcinato il 29 maggio 1921, fece parte del regio sommergibile Alpino Bagnolini, classe Liuzzi, con mansione di cannoniere durante la Seconda Guerra Mondiale. Prese parte alle varie missioni fino alla sua cattura e di tutto l’equipaggio del sommergibile da parte dell’esercito nazista, l’11 settembre 1943. In seguito fu deportato e imprigionato in un lager tedesco in Germania nei pressi della città di Amburgo, dove vi rimase fino alla conclusione del conflitto mondiale. Ritornò in patria dalla sua famiglia, dove visse felicemente gli ultimi anni della sua vita senza mai dimenticare gli orrori della prigionia e della guerra.
    Il 1° aprile 1980 gli fu conferito, dal Ministero della Difesa, il distintivo d’onore Volontari della Libertà.

    E’ deceduto a Calcinato (BS) il 30 ottobre 1974.

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    Tutti i giorni Dio concede

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra (2010)

    Tutti i giorni Dio ci concede
    (Pancrazio “Ezio” Vinciguerra – 2010)
    – insieme con il sole –
    un momento in cui è possibile
    cambiare tutto ciò
    che ci rende infelici.
    Tutti i giorni
    noi cerchiamo di fingere
    che non ci accorgiamo
    di questo momento,
    che esso non esiste,
    che oggi è uguale a ieri
    e sarà uguale a domani.
    Ma chi presta attenzione
    scopre l’istante magico.
    Esso può essere nascosto
    nel momento in cui
    la mattina infiliamo
    la chiave nella porta,
    nel silenzio dopo la cena,
    nelle mille e una cosa
    che ci sembrano uguali.
    Questo momento esiste,
    un momento in cui
    tutta la forza delle stelle
    ci passa accanto,
    e ci permette di fare miracoli.