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    Galiano Cattaruzza (25.2.1948 – 10.4.2023)

    di Marinaio di Spirito Santo

    (25 febbraio 1948 – 10 aprile 2023)

    Caro Galiano,
    in certi momenti della vita scrivere o comunicare sentimenti diventa difficile e oggi lo è ancora di più. Si ha sempre la sensazione che le parole siano vuote e che non possano esprimere appieno la nostra tristezza. Facciamo ancora fatica a crederci, siamo arrabbiati, nella nostra mente non possiamo pensare altro a frasi come: ”Non è giusto!” o come “Lui non se lo meritava!”.


    Ci sentiamo di far sapere a quelli che non ti conoscevamo, che ci hai insegnato il vero senso delle parole Patria e Onore, senza retorica alcuna, sempre in trincea, allineati e coperti come a suo tempo ci avevano insegnato i nostri predecessori marinai.
    Sai già che occuperai per sempre un posto speciale nei nostri cuori.
    Forse questi pensieri possono sembrare semplici esternazioni ma sono profondamente veri. La Tua dipartita porta solo dolore nei nostri cuori.
    La Tua vita l’hai sicuramente vissuta intensamente, una vita straordinaria, tra cielo e mare, tra i sogni e i ricordi indelebili, tracciati nell’onda, lungo la scia, fra i flutti…tra raduni e condivisioni!

     

    Nello scrivere queste brevi parole abbiamo cercato delle possibili citazioni e la scelta era vasta. Pensavamo di usare un brano di un grande scrittore, ma nulla alla fine avrebbe reso l’idea dell’uomo che noi tutti abbiamo conosciuto. Tu sostenevi l’importanza della famiglia, il valore degli amici e ci hai insegnato a sostenerci l’un l’altro, a credere nelle nostre forze e a lottare per ciò in cui si crede e si ama.
    Dio ci fa comprendere proprio in questo giorno, insieme ai tuoi familiari, che se anche ci mancano le persone a noi più care, come te Galiano, Lui ci ha donato la Grazia che è l’amicizia nel prossimo e l’amicizia nel prossimo è la Sua Grazia, in una parola sola: amore.
    Lo stesso amore che tu hai riposto in noi oggi e noi lo riponiamo in te caro Galiano.
    Adesso riposa in pace fra i flutti dell’Altissimo magari pregando per noi come noi preghiamo per te.

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    10.4.1957, viene riclassificata nave Granatiere (2°)

    di Carlo Di Nitto

    Il regio cacciatorpediniere Granatiere (2°), Classe “Camicia nera” o “Soldati (prima serie)”, dislocava 2460 tonnellate a pieno carico. Costruito nei Cantieri Navali Riuniti di Palermo, fu impostato il 5 aprile 1937,  varato il 24 aprile 1938 ed entrò in servizio il 1° febbraio 1939.
    Nel breve periodo prebellico svolse attività addestrativa, prendendo parte anche ad una crociera in porti spagnoli.
    Partecipò intensamente alle operazioni belliche del secondo conflitto mondiale totalizzando 124 missioni di guerra per scorta forze navali, scorta convogli, ricerca e caccia antisommergibile, percorrendo circa 47.000 miglia.
    Numerosi furono gli episodi significativi della sua attività. Tra questi: 1940, partecipazione alle Battaglie di Punta Stilo e di Capo Teulada; 1941, partecipazione alle Battaglie di Capo Matapan e Prima della Sirte. Al termine di quest’ultima battaglia, all’alba del 18 dicembre 1941, ebbe una grave collisione con il gemello “Corazziere” subendo l’asportazione della prora e la perdita di tre uomini. Venne quindi rimorchiato a Taranto dove rimase fermo per lavori fino al 30 settembre 1942.
    Il 20 marzo 1943, mentre sostava in porto a Palermo, fu sorpreso da un violento bombardamento aereo statunitense che provocò gravi danni a bordo e la perdita di ben 42  membri dell’equipaggio.
    Trasferito per lavori a Taranto, l’8 settembre 1943, venne sorpreso dalla proclamazione dell’armistizio.
    Durante la cobelligeranza, nel 1944-45, svolse intensa attività a fianco delle Marine alleate compiendo azioni contro le coste occupate dai tedeschi e missioni di scorta e trasporto di personale.

    Dopo la guerra, rimasto alla Marina Italiana, sostò per quasi un anno per importanti lavori di trasformazione e ammodernamento. Al termine, rientrò a far parte della 1^ Squadriglia Cacciatorpedinieri con cui effettuò attività addestrativa per le ricostituite Forze Navali fino a tutto il 1955.
    Agli inizi del 1956, passò in riserva e, il 10 aprile 1957, fu riclassificato “fregata veloce”. Rimasto in riserva, il 1° luglio 1958, venne radiato.
    Nel corso della sua vita operativa, portò le sigle ottiche GN e D 550.
    Il suo motto, fino al 1946, fu: “A me le guardie per l’onore di casa Savoia”. Successivamente, con la nascita della Repubblica, il motto fu modificato in “A me le guardie”.

    Nella foto, dietro la nostra Unità, si intravede una corazzata classe “Littorio”.
    ONORE AI CADUTI!