Marinai
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Vittorio Vinaccia (Sant’Agnello di Sorrento, 10.4.1921 – 6.2.1995)
di Antonio Cimmino
(Sant’Agnello di Sorrento, 10.4.1921 – 6.2.1995)
Il Guardiamarina Vittorio Vinaccia, matricola 55646, di Aniello e di Antonietta del Giudice, nasce a Sant’Agnello di Sorrento il 10 aprile 1921, fra le varie destinazioni fu imbarcato sul regio cacciatorpediniere Bombardiere dove, purtroppo fu naufrago. Per il suo comportamento fu decorato con la seguente motivazione:
“ … si portava in aiuto del Direttore di Macchina gravemente ferito, aiutandolo a raggiungere una zattera di salvataggio e sostenendolo per tutta la notte, aggrappato al fragile e piccolo galleggiante. Esempio di spirito di Altruismo” – Canale di Sicilia 17 gennaio 1943.L’11 marzo 1943 fu destinato al Comando Marina di Nizza, dopo l’Armistizio fu internato in Svizzera ed in Francia fino al 25 gennaio 1946.
Fu decorato con la Croce di Guerra al Valor Militare.
E’ salpato per l’ultima missione il 6 febbraio 1995. -
10.4.1943, le regie navi Gorizia e Trieste
di Salvatore Atzori e Antonio Cimmino
Con la sconfitta di El Alamein e lo sbarco degli americani in nord africa (operazione TORCH, novembre 1942), iniziò il declino delle forze dell’asse in Africa. Man mano che le truppe retrocedevano, anche grazie alle nuove tecnologie che gli anglo americani svilupparono durante il conflitto, incominciarono per l’Italia le devastazioni dovute ai bombardamenti. I primi mesi del 1943, a partire da Cagliari (la città più martoriata), anche per la Sardegna iniziò a conoscere gli effetti dei bombardamenti a tappeto. Da alcuni mesi, a La Maddalena, vennero dislocati gli incrociatori pesanti Trieste e Gorizia (III Divisione), allo scopo di allontanarli dalle basi del sud ormai sotto torchio delle forze aeree anglo americane (analogamente a tutte le navi maggiori di primaria importanza).
Il giorno 10 aprile 1943, era una giornata tranquilla. Nel primo pomeriggio, incominciò l’inferno. A diverse ondate, si verificarono dei bombardamenti su tre principali obiettivi:
1) Gorizia;
2) Trieste;
3) Arsenale e Base Navale.(foto aerea del bombardamento dell’isola di Caprera 10.4.1943)
I danni furono ingenti e le vittime tantissime. Il Gorizia gravemente danneggiato e con parecchi morti, riuscì a raggiungere La Spezia, dove terminerà la sua carriera senza mai rientrare in squadra. Il Trieste non fu fortunato e affondò a causa dei gravi danni subiti e con molte vittime. Recuperato agli inizi degli anni 50, trasferito a La Spezia e raddrizzato (vennero individuati al suo interno altri corpi); Anch’esso non rientrò mai in servizio anche se il suo scafo, per un certo tempo, venne tenuto in considerazione per essere trasformato in portaerei, ma alla fine venne demolito in Spagna. Per quanto riguarda la Base Navale, anche per essa ci furono vittime, gravi danni alle strutture e Unità Navali. A nulla valsero le potenti e numerose batterie antiaeree dell’arcipelago e quelle dei 2 incrociatori. Gli attacchi vennero eseguiti da quote troppo elevate per la portata delle armi della piazzaforte.
Dal Jackson Daily News (11 aprile 1943), la notizia dell’attacco da parte di un quotidiano americano.Il giorno precedente, quanto restava della III Divisione (incrociatori pesanti Trieste e Gorizia) fu trasferito da Messina a La Maddalena nel tentativo di allontanare le unità dai continui attacchi aerei angloamericani.
Alle ore 14.45 del 10 aprile una formazione di 84 bombardieri attaccò duramente La Maddalena. I velivoli avevano dei precisi obiettivi:
– 36 attaccarono il Gorizia;
– 24 la base dei sommergibili;
– 24 il Trieste.
Prima di poter tentare una reazione, il regio incrociatore Trieste fu investito da più di 120 bombe che caddero attorno la nave. Una di queste aprì uno squarcio a poppa, due distrussero plancia e centrale del tiro, altre colpirono il fumaiolo prodiero ed i locali caldaie. Le esplosioni delle bombe cadute vicino allo scafo produssero altre falle. La nave, appoppatasi, fu abbandonata dall’equipaggio e affondò in meno di due ore, capovolgendosi. I morti furono 77 e i feriti gravi 75.Aniello Vanacore (Vico Equense, 8.1.1919 – Disperso, 10.4.1943)
di Antonio Cimmino(Vico Equense, 8.1.1919 – Disperso, 10.4.1943)
Nasce a Vico Equense l’8 gennaio 1919. Imbarcato sul regio incrociatore Trieste.
Il 10 aprile 1943 aerei americani bombardano la base di La Maddalena.
Vengono affondati il regio incrociatore Trieste (77 morti e 75 feriti gravi), le vedette foranee V143 Carmen Adele e V266 Eliana e i MAS 501 e 503; gravemente danneggiato il regio incrociatore pesante Gorizia (63 morti e 97 feriti) e, in maniera non grave, il regio sommergibile Mocenigo (1 morto e 2 feriti gravi):
I regi sommergibili Aradam, Topazio e Sirena, sebbene non colpiti, hanno tra il personale a terra, rispettivamente 2 feriti (Aradam 1 ferito e 1 dispersi (Topazio) 3 morti e 10 feriti gravi (Sirena).Aniello Vanacore risultò disperso in quell’attacco.
Lorenzo Vesco (Sanremo, 10.8.1922 – La Maddalena, 10.4.1943)
a cura Marinaio di Spirito Santo(Sanremo, 10.8.1922 – La Maddalena, 10.4.1943)
10.4.1943, affondamento regia nave Gorizia
a cura Pancrazio “Ezio” VinciguerraCaratteristiche tecniche e breve storia
Incrociatore pesante Gorizia
Classe Zara (Zara, Fiume, Pola e Gorizia)
Cantiere OTO Livorno
Impostazione 17 marzo 1930
Varo 28 dicembre 1930
Completamento 23 dicembre 1931
Caratteristiche generali
Dislocamento 13.660 (standard) tonnellate, 14.460 (pieno carico) tonnellate
Lunghezza 182,8 metri
Larghezza 20,6 metri
Pescaggio 7,2 metri
Profondità operativa metri
Propulsione 8 caldaie a tubi d’acqua con surriscaldatori tipo Thornycroft 2 gruppi turboriduttori tipo Parsons 2 eliche a tre pale tipo Scaglia
Potenza:95.000 HP
Velocità 33 nodi
Combustibile 2.350 tonnellate di nafta
Autonomia 5.434 miglia a 16 nodi
Equipaggio 31 ufficiali ed 810 marinai
Sistemi difensivi
Armamento artiglieria:
8 cannoni 203/53 mm
12 cannoni 100/47 mm
4 mitragliere da 40/39 mm
8 mitragliere da 13,2 mm
Nel 1942 il Gorizia ebbe aumentato l’armamento contraereo con sistemazione di mitragliere su piazzole installate lateralmente alla torre numero due.
Corazzatura verticale: 150 mm
orizzontale: 70 mm
torrette : 150 mm
Mezzi aerei 2 Ro.43 con una catapulta del tipo Gagnotto a prua, l’aviorimessa per il ricovero dei due aerei, fu ricavata nella struttura dello scafo immediatamente a proravia della prima torre da 203.
Costo dell’unità 112.700.000 lire.Il 10 aprile 1943 il regio incrociatore Gorizia fu attaccato da 36 aerei e fu presto colpito e messo fuori uso: il ponte fu sostanzialmente divelto dallo scafo, a bordo si svilupparono incendi, l’armamento fu distrutto e numerose falle si aprirono nello scafo.
La nave fu ridotta ad un relitto galleggiante ed ebbe 63 morti (4 ufficiali, 6 sottufficiali, 53 marinai) e 97 feriti. Ciononostante si riuscì a ripararla in modo da consentirle di trasferirsi a La Spezia per evitare un sicuro affondamento (l’indomani, infatti, La Maddalena fu nuovamente attaccata da aerei).
All’Armistizio la nave era ancora inutilizzabile e non poté prendere il mare. La sera del 9 settembre 1943 fu abbandonata dall’equipaggio e catturata dai tedeschi, che la abbandonarono dopo aver asportato tutto ciò che poteva essere usato.
Nel 1945 fu trovato semiaffondato nel porto ligure e non si poté far altro che demolirlo.
QUESTO ARTICOLO E DEDICATO A ARENA GIUSEPPE (1.11.1921 – 21.11.1941) E AI MARINAI CHE NON FECERO PIU’ RIENTRO ALLA BASE.Paolo Fumarola (Martina Franca, 16.5.1922 – Mare, 10.4.1943)
di Francesco Ruggieri(Martina Franca, 16.5.1922 – Mare, 10.4.1943)
…ricevemmo e con infinito orgoglio ripubblichiamo le tre foto di seguito.
Ciao Ezio,
questo è mio zio, Marinaio Paolo Fumarola a Tripoli.
Purtroppo è morto durante una scorta convoglio imbarcato sulla regia nave Gorizia il 10.4.1943.
Abbiamo dato alla Patria sangue e onore …A Francesco Ruggieri
Buongiorno Francesco, so che il nostro Signore Gesù Cristo deciderà e premierà chi leggerà questa nota con il cuore, perché Lui sa che se ci siamo trovati con il cuore un motivo ci deve essere.
Sono convinto che ognuno di noi ha un suo scopo nel mondo. Il mio quello di amare la vita, il mare, la musica, la scrittura.
Ognuno di noi è una particella di Dio che si rispecchia in un’altra particella di Dio e ognuno di noi, Marinai per sempre, questa notte guarderà la stessa luna e domani sarà riscaldato dallo stesso sole.
Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
P.s. Ti voglio bene e …grazie di aiutarmi a rendere più sopportabili le mie giornate. -
Lionello Troili (Orvieto, 17.12.1889 – Mare, 10.4.1918)
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e Carlo Di Nitto
(Orvieto, 17.12.1889 – Mare, 10.4.1918)
… e la regia nave Benedetto Cairoli.
QUESTO ARTICOLO E’ DEDICATO AL NIPOTE MARCO VANNINI.
Lionello Troili, nasce ad Orvieto il 17 dicembre 1889, da Giulio e Lelia Berti.
In data 8 novembre 1908 è nominato allievo della Regia Accademia navale. Fu promosso Guardiamarina l’8 ottobre 1991; Sottotenente di vascello il 29 gennaio 1914 e Tenente di vascello il 31 dicembre 1915.
Imbarcato sul regio cacciatorpediniere Benedetto Cairoli, in qualità di Ufficiale in 2^ (Tenente di Vascello), fu tra le vittime accertate per affondamento (Certificato Ministero Regia Marina del 25 aprile 1919) tra la notte del 9 e 10 aprile 1918. Le altre vittime annegate vennero raccolte dalla regia nave Roma e furono seppellite nel cimitero di Gallipoli. Altri superstiti furono raccolti dalla nave australiana Torrens (di cui uno morì).
La presa di Tobruk, l’occupazione di Rodi e il combattimento nell’interno dell’isola furono i fatti della guerra libica in cui si distinse, giovanissimo ufficiale, ma vi partecipò anche a bordo di regie navi nelle crociere in Egeo. La sua natura buona e generosa che le immancabili noie del servizio non volevano alterare, lo fece molto amare negli imbarchi successivi; amante dello studio, sacrificava spesso le poche ore di libertà alle scienze sue predilette.
Imbarcato quale comandante in seconda del regio cacciatorpediniere Benedetto Cairoli, esulò di poter spiegare un’attività strettamente connessa alle sorti della guerra, ma fu per poco tempo. In una oscurissima notte la sua nave, mentre scortava un convoglio militare, veniva violentemente investita e l’urto fu tale che ogni speranza di salvarla apparve tosto inutile. Negli ultimi istanti passati sul rottame che si inabissava, e nei primi in cui, in mare, ebbe la visione della fine che lo aspettava, perfettamente presente a se stesso, non cessò da prestar la sua opera come esecutore di ordini, sia come consigliere e confortatore di naufraghi.
Di lui e degli altri ufficiali periti con lui nel disastro, così scrisse il suo comandante:
“Mi si permetta ora di manifestare a a V.E. tutta la mia commossa ammirazione per la condotta dell’ufficiale in seconda signor Troili, del direttore di macchina signor Baccano e del Guardiamarina Baldacci. Calma, serenità, energia, speranza di salvar la nave, ferma volontà di non tralasciare nessun mezzo per lo scopo, hanno fatto di questi tre ufficiali tre preziosi coadiutori e consiglieri. Hanno disimpegnato i molteplici incarichi che ho tentato di suddividere tra loro coadiuvandosi a vicenda, e,nonostante le condizioni estremamente difficili, con perizia, zelo sublime, rincuorando la gente…
La morte incontrata in mare dopo la catastrofe è da inscriversi tra le morti gloriose”.
Alla sua memoria venne decretata la Medaglia di Bronzo al Valor Militare cona la seguente motivazione:
“Ufficiale in seconda del regio cacciatorpediniere Cairoli in occasione di sinistro che produsse l’affondamento della nave, dimostrava calma, serenità, energia ed alto spirito militare, nulla tralasciando per tentare di portare a salvamento la nave e coadiuvando con perizia e zelo mirabili il proprio comandante.
Dopo la catastrofe incontrava morte gloriosa in mare” (Basso Adriatico, 10 aprile 1918).Regia nave Benedetto Cairoli
Il regio cacciatorpediniere Benedetto Cairoli, di base a Brindisi, ebbe breve vita operativa. Fu attrezzato per la posa di mine, il lancio di bombe torpedini da getto ed il dragaggio in corsa.
Apparteneva alla IV Squadriglia e nella notte tra il 9 e il 10 aprile 1918, mentre scortava corazzate della II Divisione, da Brindisi a Taranto, fu speronato, a centro nave, dal regio cacciatorpediniere Carini ed affondò nelle acque a largo di Santa Maria di Leuca.Caratteristiche Tecniche
Classe: Giuseppe La Masa (derivato dalla classe Rosolino Pilo)
Impostazione: 1916 presso i canteri Odero di Sestri
Varo: 28 dicembre 1917
Completamento: 1918
Dislocamento: – Normale: 840 Tonn. – Pieno carico: 875 Tonn.
Dimensioni: – Lunghezza: 73,5 (f.t.) mt. – Larghezza: 7,3 mt. – Immersione: 3 mt.
Apparato motore: – 4 caldaie – 2 turbine – 2 eliche
Potenza: 16.000 HP
Armamento: – 4 pezzi da 102/45 mm. – 2 pezzi da 76/30 mm. – 4 tubi lanciasiluri da 450 mm.
Equipaggio: 99 uomini. - Attualità, Che cos'è la Marina Militare?, Marinai, Marinai di una volta, Naviglio, Recensioni, Sociale e Solidarietà, Storia
10 aprile 1991 – 10 aprile 2024, dov’è la verità sulla tragedia della Moby Prince?
# IO SONO 141
Vittime della Moby Prince
Abbattista Giovanni, 45, Macchinista
Allegrini Stefano, 23, Passeggero
Alves Sandrine, 24, Passeggera
Amato Natale, 52, Motorista
Ambrosio Francesco, 22, Passeggero
Ambrosio Vittorio, 30, Passeggero
Andreazzoli Marco, 28, Passeggero
Averta Mariano Rocco, 36, Cameriere
Avolio Antonio, 45, Ingrassatore
Baffa Nicodemo, 52, Caporale macchinista
Baldauf Gerhard, 27, Passeggero
Barbaro Luciano, 24, Cameriere
Barsuglia Luca, 24, Passeggero
Bartolozzi Umberto, 48, Commissario di bordo
Belintende Sergio, 31, Passeggero
Bianco Gavino, 40, Cameriere
Bisbocci Alberto, 20, Passeggero
Bommarito Giuseppe, 43, Cameriere
Botturi Adriana, 60, Passeggera
Brandano Raimondo, 60, Passeggero
Campo Antonino, 26, Marinaio
Campus Giovanni Battista, 53, Ufficiale radiotelegrafista
Campus Gianfranco, 21, Passeggero
Canu Angelo, 28, Passeggero
Canu Sara, 5, Passeggera
Canu Ilenia, 1, Passeggera
Caprari Alessia, 19, Passeggera
Cassano Antonello, 25, Allievo ufficiale di macchina
Castorina Rosario, 39, Primo ufficiale di macchina
Cervini Domenico, 21, Cassiere
Cesari Diego, 24, Passeggero
Chessa Ugo, 54, Comandante
Cinapro Graziano, 45, Passeggero
Cirillo Ciro, 25, Piccolo di camera
Ciriotti Tiziana, 22, Piccola di camera/Hostess assistente del commissario di bordo
Congiu Giuseppe, 23, Passeggero
Crupi Francesco, 34, Cameriere
Dal Tezzon Antonietta, 47, Passeggera
Dal Zotto Pasquale, 32, Passeggero
D’Antonio Giovanni, 22, Giovanotto di coperta
De Barba Mauro, 30, Passeggero
De Caritat Beatrice, 31, Passeggera
Defendenti Anna, 24, Passeggera
De Gennaro Giuseppe, 29, Garzone di cucina
De Montis Angelita, 23, Passeggera
De Pretto Tatiana, 18, Cassiera
Esposito Francesco, 43, Barista
Falanga Nicola, 19, Garzone di cucina
Farnesi Cristina, 22, Cassiera
Ferraro Sabrina, 20, Commessa della boutique di bordo
Ferrini Carlo, 32, Passeggero
Filigheddu Maria, 40, Passeggera
Filippeddu Giovanni, 46, Passeggero
Fondacaro Mario, 57, Primo cuoco
Formica Maria Giovanna, 51, Passeggera
Fratini Bruno, 34, Passeggero
Frulio Ciro, 18, Piccolo di camera
Fumagalli Andrea Alfredo, 23, Piccolo di camera
Furcas Daniele, 33, Passeggero
Fusinato Angelo, 58, Passeggero
Gabelli Antonino, 72, Passeggero
Gasparini Giuseppe, 62, Passeggero
Ghezzani Maria Giulia, 57, Passeggera
Giacomelli Piera, 55, Passeggera
Giampedroni Lido, 29, Secondo ufficiale
Gianoli Giorgio, 29, Passeggero
Giardini Priscilla, 23, Cassiera
Giglio Alessandra, 26, Passeggera
Gnerre Erminio, 29, Passeggero
Granatelli Giuseppina 27, Passeggera
Guida Gerardo, 23, Mozzo
Guizzo Gino, 52, Passeggero
Ilari Salvatore, 31, Secondo ufficiale di macchina
La Vespa Gaspare, 31, Terzo ufficiale di macchina
Lazzarini Giuseppe, 32, Passeggero
Lazzarini Romana, 22, Passeggera
Lipparelli Raffaela, 50
Manca Giuseppe, 48, Motorista
Marcon Maria, 83, Passeggera
Martignago Giuseppina, 46
Massa Angelo, 30, Marinaio
Mazzitelli Francesco, 56, Dispensiere
Mela Maria, 44, Passeggera
Minutti Giovanni V., 50, Passeggero
Molaro Gabriele, 35, Passeggero
Mori Aldo, 52, Passeggero
Mura Paolo, 34, Medico di bordo
Padovan Giovanna, 54, Passeggera
Padula Aniello, 44, Marinaio timoniere
Pagnini Vladimiro, 59, Passeggero
Paino Vincenzo, 34, Garzone di camera
Parrela Maurizio, 15, Piccolo di camera
Pasqualino Ignazio, 36, Secondo cuoco
Paternico Rosana, 43, Passeggera
Perazzoni Arnaldo, 28, Passeggero
Perez De Vera Luigi, 24, Garzone di camera
Pernice Rocco, 41, Cameriere
Picone Arcangelo, 34, Terzo ufficiale
Piu Pasqualino, 28, Passeggero
Porciello Pasquale, 23, Marinaio
Prini Silvana, 38, Passeggera
Prola Mauro, 27, Maitre
Regnier Bernard, 53, Passeggero
Rispoli Liana, 29, Commessa della boutique di bordo
Rizzi Monica, 27, Passeggera
Rizzi Umberto, 47, Passeggero
Rizzo Salvatore, 29, Elettricista
Rodi Antonio, 41, Cameriere
Romano Rosario, 24, Macchinista
Romboni Cesare, 56, Passeggero
Roncalbati Amelio, 54, Passeggero
Rosetti Sergio, 52, Motorista
Rota Vania, 22, Piccola di camera
Saccaro Ernesto, 50, Passeggero
Saccaro Ivan, 17, Passeggero
Salsi Giuliano, 41, Passeggero
Salvemini Nicola, 35, Cameriere
Sansone Massimo, 26, Passeggero
Santini Roberto, 53, Direttore di macchina
Sari Gianfranco, 39, Passeggero
Scano Salvatore, 73, Passeggero
Sciacca Giuseppe, 53, Primo ufficiale
Scuotto Mario, 31, Marinaio
Serra Maria Antonia, 54, Passeggera
Sicignano Gerardo, 34, Elettricista
Simoncini Maria Rosa, 25, Passeggero
Sini Antonio, 42, Passeggero
Soro Gabriella, 29, Passeggera
Stellati Mara, 44, Passeggera
Tagliamonte Giovanni, 38, Marinaio
Timpano Giulio, 29, Garzone di camera
Trevisan Ranieri, 30, Passeggero
Trevisan Rino, 58, Passeggero
Tumeo Francesco, 58, Cameriere
Vacca Alessandro, 37, Passeggero
Vidili Raimondo, 22, Passeggero
Vigerello Giuliano, 44, Passeggero
Vigliani Carlo, 31, Cameriere
Vinattieri Roberto, 44, Passeggero
Vitiello Ciro, 31, Cameriere .SOSTIENICI SU FACEBOOK:
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9.4.2024, a Roma presentazione del libro “Pagine di diario 1940-1945 di Emilio Bianchi”
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Peschereccio Farfalletta
a cura Marinaio di Spirito Santo
PER GRAZIA RICEVUTACustodito presso il museo del Santuario di Monte Sant’Angelo (FG).
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Folco Quilici (Ferrara, 9.4.1930 – Orvieto, 24.2.2018)