Marinai

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  S.O.S. richiesta notizie e foto,  Storia

    Ferruccio Cableri (Trieste, 15.4.1907 – Mare, 9.9.1943)

    a cura Antonio Pisanelli (*)

    – S.O.S. RICHIESTA FOTO E NOTIZIE –

    (Trieste, 15.4.1907 – Mare, 9.9.1943)

    Ferruccio Cableri nacque Kabler, a Guardiella, frazione di Trieste, il 15 aprile 1907, figlio di Antonio, funzionario di prefettura e di Antonia Krancih, casalinga. Il cadetto Cableri entrò nell’Accademia navale di Livorno giovanissimo, ottenendo il grado di guardiamarina in spe il 23 giugno 1927, di sottotenente di vascello del Ruolo Comando il 1º gennaio 1929 e di tenente di vascello il 12 luglio 1932.
    Fra i diversi imbarchi ricordiamo, nel 1932, quella del regio incrociatore Trento divenendo poi 3° direttore di tiro nel 1933-34. Comandante in seconda del regio cacciatorpediniere Folgore dal 12 aprile 1935. Con il regio incrociatore Raimondo Montecuccoli (Capitano di vascello Alberto Da Zara) nel 1937-1938, Cableri partecipò ad una famosa crociera in estremo oriente sino a Shanghai in qualità di primo direttore del tiro dal 25 ottobre 1936 sino al 28 marzo 1938. Ufficiale di stato maggiore al rientro in patria, il 7 aprile 1939 partecipò alla conquista di Valona, in Albania, al comando della regia torpediniera Centauro. Con lo scoppio della guerra divenne Capitano di Corvetta e primo direttore del tiro del regio incrociatore Fiume, partecipando agli scontri di Capo Teulada (27 novembre 1940, riuscendo a colpire l’incrociatore Inglese Berwick) e Capo Matapan (28 marzo 1941). Naufrago rimase in acqua per un intero giorno e fu raccolto dal cacciatorpediniere greco Hydra che lo condusse prigioniero ad Atene il 30 marzo. Liberato dalla prigionia nel mese di maggio, Cableri venne rimpatriato e rientrò in servizio sulla regia corazzata Roma, allora in allestimento, da Capitano di Fregata, prima quale comandante in terza poi quale comandante in seconda della grande nave.
    A bordo della regia nave Roma Cableri, trovò eroica morte a soli 36 anni nel pomeriggio 9 settembre 1943, nel suo affondamento da parte di aerei tedeschi nel golfo dell’Asinara, in Sardegna.

    Onorificenze
    – Medaglia d’argento al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’argento al valor militare.
    – Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di bronzo al valor militare.
    – Croce di guerra al valor militare.

    (*) per conoscere le altre sue ricerche digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    Nicola Conte (Tripoli, 15.4.1920 – Roma, 15.4.1974)

    a cura Antonio Pisanelli (*)

    (Tripoli, 15.4.1920 – Roma, 15.4.1974)

    Nacque a Tripoli, nell’allora Africa Settentrionale Italiana, il 15 aprile 1920.
    Nel 1938 diviene allievo della Regia Accademia Navale di Livorno, uscendone con il grado di guardiamarina nel 1941. Fu dapprima imbarcato sulla nave da battaglia Littorio e poi sulla Vittorio Veneto dove conseguì la promozione a sottotenente di vascello.
    Nel maggio 1942 passò, dietro sua domanda, alla Xª Flottiglia MAS e, ottenuto il brevetto da sommozzatore, operò nell’ambito del Reparto d’assalto subacqueo. All’atto dell’armistizio dell’8 settembre 1943 rifiutò la richiesta del suo comandante, capitano di fregata Junio Valerio Borghese, di collaborare con la Marina della Repubblica Sociale Italiana. Raggiunta Roma entrò a far parte attiva del Fronte militare di resistenza della Regia Marina, e dopo la liberazione della Capitale, il 4 giugno 1944 raggiunse il Centro Marina di Roma, venendo destinato al ricostituito Gruppo mezzi d’assalto. Fu protagonista nelle acque di Genova, assieme al sottocapo Evelino Marcolini, dell’impresa che nella notte del 19 aprile 1945 portò al danneggiamento della portaerei Aquila, operazione che gli valse la concessione della medaglia d’oro al valor militare a vivente e la promozione a tenente di vascello per merito di guerra.
    Dopo la fine del conflitto, dall’ottobre 1945 al dicembre 1947, prestò servizio al Centro Subacqueo di Taranto, partecipando attivamente alle operazioni di sminamento e bonifica delle coste e dei porti dell’Adriatico. Collocato in aspettativa per infermità contratta in servizio, nel 1951 fu posto in congedo assoluto ed iscritto nel Ruolo d’Onore nel grado di capitano di corvetta. Promosso capitano di fregata nel 1962, divenne capitano di vascello nel 1967.
    Si spense a Roma il 15 aprile 1976 nel giorno del suo 56º compleanno.

    Onorificenze
    Medaglia d’oro al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione:
    «Operatore volontario dei mezzi d’assalto, sorpreso dall’armistizio in territorio occupato, ricongiuntosi ai compagni d’arme per rinnovare le gesta che già tanta gloria avevano dato alla Regia Marina, otteneva di partecipare ad ardita operazione di forzamento di porto nazionale nella zona occupata, benché a conoscenza che il materiale da impiegare fosse ormai poco efficiente e conscio di affrontare in caso di cattura l’estremo sacrificio. Con abilità somma, sorretta da mirabile freddezza, indomita decisione e temerario coraggio, superava le ostruzioni attentamente vigilate, attaccava con successo l’obiettivo, riuscendo poi a rientrare incolume sull’unità che lo aveva trasportato nelle acque foranee del porto. Con questa azione che sollevava l’ammirazione dei compagni d’arme della Regia Marina e delle Nazioni Unite e risparmiava ulteriori gravi offese ad uno dei maggiori centri marittimi nazionali, già tanto provato, recava – in un momento particolarmente difficile – nuova gloria alla Marina ed alla Patria. Esempio mirabile di elette virtù di soldato. Acque di Genova, notte sul 19 aprile 1945.» — 31 maggio 1946.

    Croce al merito di guerra (4 concessioni) – nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito di guerra (4 concessioni)

    (*) digita il suo nome e cognome sul motore di ricerca del blog per conoscere le altre sue ricerche.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    15.2.1939, viene consegnato il regio sommergibile Michele Bianchi

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra



    (Messina, 30.4.1920 – Mare, 7.7.1941 da verificare)

    In memoria di Antonino Bertuccio e dell’equipaggio.

    Antonino Bertuccio nasce a Messina il 30 aprile 1920, guardiamarina ufficiale di rotta, decorato al valor militare con medaglia d’oro. Partecipò a numerose missioni di guerra. 
Scomparse in mare con il sommergibile Michele Bianchi (classe Marconi), affondato dal sommergibile inglese Tigri. Caduto in Oceano Atlantico il 7 luglio1941, a soli 21 anni, durante una pericolosissima missione.

    “O tu che passi, soffermati! Non vi è dolore grande come il mio. Le mie spoglie mortali non sono qui, ma in fondo al mare. Ogni tua prece mi raggiungerà all’eterno!“

    La tomba si trova nel piccolo cimitero di Villaggio Pace a Messina.
    L’articolo fa parte della “Banca della memoria” per non dimenticare mai coloro che hanno servito la Patria con Onore, e che sono morti in una guerra iniziata male e terminata peggio.
    Era una generazione di giovani Marinai di una volta che non meritavano, come Antonino, questo tipo di dipartita.
    Adesso riposano tra i flutti dell’Altissimo.

    Con data ufficiale del probabile affondamento il 10 settembre1941, per gli storici il 5 luglio 1941, per la famiglia 7 luglio 1941.

    Caratteristiche Tecniche
    Cantiere: O.T.O.-La Spezia
    Impostato: 15.02.1939
    Varato: 03.12.1939
    Consegnato:15.04.1940
    Affondato: 05.07.1941
    Radiato: 18.10.1946
    Dislocamento:
    In superficie: 1171,303 t
    In Immersione: 1466,729 t
    Dimensioni:
    Lunghezza: 76,040 mt
    Larghezza Max: 6,784 mt
    Immersione Media: 5,21 mt
    Apparato Motore: 2 Motori Diesel C.R.D.A,
    2 Motori Elettrici Marelli
    1 Batteria di accumulatori al piombo composta da 232 elementi
    Potenza complessiva : Motori a scoppio 3520 hp
    Motori Elettrici 1500 hp
    Velocità:
    In superficie: 18 nodi
    In immersione: 8 nodi
    Autonomia:
    In superficie: 2900 miglia a 17 nodi-10.500 miglia a 8 nodi
    In Immersione: 8 miglia a 8 nodi- 110 miglia a 3 nodi
    Combustibile: 62 m3
    Armamento:
    4 Tls AV da 533 mm
    4 Tls AD da 533 mm
    1 Cannone da 100/47 mm
    2 Mitragliere binate da 13,2 mm
    16 siluri da 533 mm
    220 proiettili per il cannone
    12.000 proiettili per le mitragliatrici
    Equipaggio: 7 Uff.i, 50 tra Sott.li e Marinai
    Profondità di collaudo: 100 mt
    Fonti:”Sommergibili italiani” di A.Turrini e O.Miozzi – USMM

    L’equipaggio del Bianchi, scomparso al completo
    (http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2018/02/michele-bianchi.html)

    Giovanni Accardo, marinaio
    Adolfo Babbini (o Barbini), sottocapo motorista
    Marino Balacco, marinaio
    Amedeo Baldizzone, sottotenente di vascello
    Enrico Barbato, marinaio elettricista
    Salvatore Barbera, marinaio
    Angelo Bellamacina, sottocapo radiotelegrafista
    Francesco Belloni, capo meccanico di seconda classe
    Beltramo Beltrami, capo radiotelegrafista di terza classe
    Antonio Bertuccio, guardiamarina
    Mario Bini, sottocapo elettricista
    Antonino Blanco (o Bianco), secondo capo nocchiere
    Ireneo Bodinò, sottocapo radiotelegrafista
    Leo Borsellini, sottocapo radiotelegrafista
    Gino Caiella, sottocapo elettricista
    Gildo Caldara, marinaio silurista
    Carlo Canibus, capo segnalatore di seconda classe
    Luigi Cara, secondo capo cannoniere
    Giuseppe Castellaneta, capo elettricista di seconda classe
    Alvaro Cesaretti, sergente motorista
    Gildo Colatriani, marinaio silurista
    Antonio Colledan, sottocapo segnalatore
    Mario Cremona, sottocapo cannoniere
    Carlo Curato, capitano del Genio Navale
    Antonino Emanuele, sottocapo furiere
    Liderico Feraboli, operaio militarizzato (sergente)
    Giovanni Francisco, secondo capo elettricista
    Giovanni Gervaso, tenente del Genio Navale
    Lino Ghironi, sottocapo motorista
    Nicola (o Nicolò) Giammaresi, marinaio
    Angelo Gubittà, sottocapo silurista
    Anton Giulio La Sala, sottocapo motorista
    Guerrino Laube, sottotenente di vascello
    Nicola Leardi, sottocapo radiotelegrafista
    Quinto Luciani, marinaio cannoniere
    Francesco Mazza, marinaio cannoniere
    Mario Mazzoni, marinaio silurista
    Filippo Mistretta, capo  meccanico di terza classe
    Mario Mullner, operaio militarizzato
    Paride Nannetti, marinaio silurista
    Mario Nardi, marinaio elettricista
    Aladino Neri, marinaio silurista
    Ugo Pancetti, marinaio cannoniere
    Piero Panciatici, tenente del Genio Navale
    Girolamo Papania (o Patania), marinaio motorista
    Mario Parini, marinaio
    Vasco Petroni, marinaio silurista
    Mario Picone, sottocapo silurista
    Donato Proietto, marinaio
    Egidio Rasetti, sottocapo nocchiere
    Giuseppe Raviotta, sottocapo motorista
    Eugenio Secchi, marinaio silurista
    Salvatore Sozio, secondo capo motorista
    Salvatore Sturniolo, marinaio
    Antonio Taccone, marinaio cannoniere
    Sante Tagliazucchi, capo silurista di terza classe
    Carlo Togni, sottocapo elettricista
    Giovanni Torretta, marinaio fuochista
    Franco Tosoni Pittoni, capitano di corvetta (comandante)
    Giovanni Valeri, sottotenente di vascello
    Mario Varotto, sottocapo motorista

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    15.4.1942, varo della regia nave Animoso

    a cura Antonio Cimmino

    La regia nave Animoso era una torpediniera di scorta varata Sestri Ponente il 15 aprile 1942.
    Nel 1949 fu ceduta all’U.R.S.S. in conto riparazione danni di guerra e consegnata nel porto di Odessa il 16 marzo. Furono consegnate anche le torpediniere della stessa classe Ardimentoso e Fortunale.
    L’Animoso fu incorporato nella Marina sovietica e prese il nome di Ladnyi e fu impiegato a scopo addestrativo.
    Nel 1954, privata degli armamenti e con il nome di CL.60 fu classificata nave bersaglio.
    La nave fu definitivamente radiata il 31 gennaio 1958, l’ex torpediniera Animoso fu demolita nel 1960.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    15.4.1943, l’affondamento del regio sommergibile Archimede

    di Antonio Cimmino


    …trascinando a fondo 41 dei 60 uomini dell’equipaggio.

    Era il 15 aprile 1943, quando l’unità subacquea, di ritorno da una crociera offensiva nei pressi di Capo San Rocco, lungo le coste del Brasile, era nelle vicinanze dell’isola di San Fernando di Noronha e fu sorvolata da un aereo americano, che lo tenne sotto controllo per tutto il giorno.
    Il regio sommergibile Archimede era impedito ad immergersi per un avaria.

     

    Il velivolo americano nel frattempo fu raggiunto ed affiancato da altri due aerei Catilina del 93° Patrol Squadron che, alle ore 21.40, bombardarono e colpirono gravemente il sommergibile italiano, comandato dal Tenente di vascello Guido Saccardo. L’aereo americano, pilotato dal Tenete G. Bradford jr., volando a bassa quota, centrò in pieno con quattro bombe il sommergibile italiano, spezzandolo in due tronconi.

    Uno dei due tronconi affondò subito, trascinando nei fondali 41 dei 60 uomini dell’equipaggio. L’altro rimase a galla permettendo ai superstiti di trasbordare sui battelli di salvataggio che andarono alla deriva nell’Oceano Atlantico per circa un mese.

    Questo articolo è dedicato a coloro che non fecero rientro alla base.
    Alla memoria del Capo Motorista di 2^classe Rocco Trentadue.

    Alla memoria del Sergente Piero Mandelli

    Dello stesso argomento sul blog:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/06/14-6-1943-sottocapo-nocchiere-paolo-fantasia/

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    15.4.1941, impostazione del DR 313

    di Carlo Di Nitto

    Qualche anno fa fui contattato dal signor Alvaro Bordoni che da giovane aveva navigato come marinaio “Radiotelegrafista segnalatore” sul Dragamine 313 (ex RD 313), nel periodo in cui mio padre Vincenzo (1) ne fu  l’ufficiale in seconda.  Desiderava averne notizie e dovetti dargli quella peggiore: che non era più con noi.
    Me ne parlò con affetto e nostalgia, come di un fratello maggiore, presentandomi di lui un nuovo, inedito “ritratto” che mi confermava ancora una volta le sue doti umane e marinare.
    Il buon Alvaro aveva inoltre qualcosa da farmi vedere. Poco in verità perché dopo più di sessant’anni molto era andato smarrito ma ben volentieri me ne inviò copia:

      • Una sua foto da giovane marinaio;
      • Una foto a poppa  (Alvaro è fotografato a sinistra)
      • Fotocopia del tesserino di accesso a bordo firmato da mio padre;
      • Il Dragamine 313 (*) vedi note tecniche;
      • Fotocopie di alcune pagine del suo diario, che trascrivo, riferite ad una forte tempesta incontrata dall’unità.

    Dal Diario di Alvaro Bordoni
    24 novembre 1948
    13.05 – Trav. C. Vieste
    13.50 – Trav. Torre Guainai
    15.00 – Trav. Rodi Gargano
    16.00 – Trav. Colorissa
    17.30 – Trav. P. del Diavolo (Isole Tremiti)
    19.00 – Trav. Termoli (approssimativo)
    23.00 – Trav. Ortona a Mare. Si mettono le macchine a ½ forza causa mare grosso da N – NE

    25 novembre 1948
    Dalle 23 alle 7.30 alla cappa davanti Ortona.
    Questa qui è stata la notte più brutta che ho passato in dieci mesi che navigo a bordo di questa unità.
    Delle montagne d’acqua ci sbattevano di fianco buttandoci in aria e facendoci fortemente sbandare come fuscelli. Io ho confessato al Comandante che avevo paura; lui mi ha rassicurato, ma io ad ogni sbandata tremavo e certo sono sicuro che non ero il solo.
    Si è rotta parecchia roba, bicchieri, lampadina della radio, ventilatore, ecc. L’acqua è entrata perfino nel locale macchine. Molta gente ha raccato, ed io mi meraviglio come mai non abbia fatto lo stesso, ma forse la paura è stata più forte del mal di mare. Quasi tutte le sette ore e buona parte della navigazione sono stato nella cabina radio con la testa abbassata.
    Non avevamo nessun porto vicino ove potevamo andare; Ortona e Pescara sono bassi fondali, tornare indietro era troppo lontano, proseguire non si poteva; il porto più vicino era Ancona a parecchie ore di navigazione; la radio era scassata ed in caso di bisogno non si poteva chiamare nessuno; l’unica era di aspettare il giorno e tentare di dar fondo ad Ortona.
    7.30 – Fattosi giorno si smette di stare alla cappa e si tenta di entrare nel porto di Ortona a Mare; dopo pochi minuti nell’interno di essa la nave si mette in rotta per Ancona mentre il mare comincia a migliorare.
    9.20 – Il mare si è abbastanza calmato e si è al traverso della Terra di Silvi.
    13.05 – Trav. S. Benedetto del Tronto
    14.00 – Trav. Faro di Pedaso
    16.20 – Trav. S. Loreto
    19.00 – Si arriva ad Ancona  e si dà fondo. Vado a terra…
    Da allora non ho più ricevuto comunicazioni dal caro sig. Alvaro. Oggi è un giovanotto quasi novantaduenne. Gli dedico questa paginetta ringraziandolo per la sua testimonianza  e, sperando di riaverne presto notizie, mi auguro di poterlo conoscere personalmente per abbracciarlo e parlare con lui di mio Padre e del “313”.

    (*) note tecniche
    IL DRAGAMINE DR 313
    Ex trawler inglese T 203 “Foula”  (classe “Isles”), fu un dragamine meccanico. Dislocava 791 tonnellate a pieno carico. L’impianto di propulsione era costituito da una motrice alternativa a vapore a triplice espansione costruita dalla Amos & Smith di Hull in grado di sviluppare una potenza di  950 hp  indicati e una velocità di 12 nodi.
    Ordinato dalla Royal Navy il 16 Nov 1940, venne impostato il 15 aprile 1941 nei cantieri  Cochrane & Sons Shipbuilders Ltd. (Selby, U.K.) e, varato il 28 luglio successivo, entrò in servizio il 16 febbraio 1942.
    Intensamente utilizzato durante la guerra, il 26 gennaio 1946 venne trasferito alla Marina Italiana dove, iscritto nei quadri del Naviglio Ausiliario dello Stato, entrò in servizio il 4 febbraio seguente. Entrò ufficialmente nei quadri del Naviglio Militare soltanto il 18 dicembre 1957. Nella Marina Italiana gli vennero attribuite le sigle RDR 313, poi  DR 313 e  5313. In data 01 febbraio 1965 venne declassato a Nave Ausiliaria Costiera e utilizzato come nave bersaglio. Fu infine radiato il 01 gennaio 1965.

    (1) https://www.lavocedelmarinaio.com/2019/01/8-1-1921-nasceva-mio-padre-vincenzo-di-nitto-un-marinaio-di-lungo-corso/ 

  • Curiosità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    Titanic, per molti la nave dei sogni

    di Manuel Muttarini (*)
    www.titaniclegend.it

    Oggi questa frase potrebbe risultare banale, ma per il 1912 era l’equivalente dell’attuale Queen Mary 2. Il Titanic come la sua gemella Olympic, e la Britannic erano state costruite dalla White Star Line per competere con la rivale, Cunard Line (altra compagnia navale). Era senza dubbio il miglior modo per fare una traversata oceanica a bordo del transatlantico più lussuoso del mondo.
    Costruito presso i cantieri di Harland and Wolff di Belfast. Il progetto era stato realizzato da Thomas Andrews e da William Pirrie. Lo sviluppò richiese dal 1909 al 1912, tantè che i passeggeri al giorno dell’imbarco sentirono persino, il “profumo” di vernice fresca.
    Il motore era composto da 29 caldaie con una propulsione a vapore, (a differenza delle altre imbarcazioni che andavano a diesel) consumavano più di 700 tonnellate di carbone al giorno e con i suoi 51.000 cavalli, era il transatlantico più veloce al mondo, capace di raggiungere i 23 nodi, all’incirca 43 km/h. Pesava 46.000 tonnellate, per un’altezza di 52 m e una larghezza di 28 m e una lunghezza di 269m.
    Il Titanic era definito “inaffondabile”, grazie alla sua chiglia dotata di un doppio fondo cellulare, inoltre lo scafo era suddiviso in 16 porte stage che potevano essere chiuse anche dalla cabina di comando, con l’utilizzo della corrente elettrica.
    Ospitava ben 2.223 persone oltre alle 900 dell’equipaggio suddivisi tra camerieri, marinai ecc.

    (*) Manuel Muttarini è da sempre un appassionato del Titanic. Fin dalla tenera età ad oggi, ha letto diversi libri sia Italiani che Inglesi. Con l’avvento di Internet è riuscito a colmare il suo interesse, scoprendo numerosi documenti inerenti al naufragio. Oltre al Titanic, Manuel Muttarini è un grande appassionato di videogiochi. Ha condotto un’intera stagione del programma televisivo “Futur@”;, assieme a Massimo Carboni e Noemi Giunta nel 2000. Dal 2000 al 2002 si è occupato della sezione “Games” di oltreilgol.it
    Ha collaborato con altri siti, tra cui Internet-television.it di Giorgio Cajati. Scrive sul sito www.ayrion.it nella sezione “Games”, collaborando con il suo amico Massimo Carboni e, da oggi, anche su lavocedelmarinaio.com

    <iframe width=”560″ height=”315″ src=”https://www.youtube.com/embed/OEws3Cs4zdo” frameborder=”0″ allowfullscreen></iframe>