Marinai di una volta

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    Giovanni Presutti, di porto in porto con i sogni nel cuore

    di Giovanni Presutti (*)

    Il Marinaio, a un certo momento della vita, dismetterà la Divisa ma il suo cuore, quello se non altro non potrà che rimanere Marinaio … per sempre!

    In sintonia con la mia vita trascorsa nella Marina militare, con queste mie ispirazioni poetiche mi sono idealmente reimbarcato per una crociera che vuole rivisitare percorsi e approdi giovanili e della maturità.
    Non poteva mancare il ricordo nostalgico al mio paese natale, Campo di Giove, che ho portato pudicamente sempre nel cuore nelle mie peregrinazioni di porto in porto. Dalla lontana isola della Maddalena, osservando il suggestivo tramonto del mare, mi sono tornate tante e tante volte alla mente certe notti serene, senza luna, del mio paese. Quando contemplavo la volta celeste e rimanevo incantato dal fitto scintillio di miriadi di stelle o dal rinnovato sorgere della luna piena sulla Majella, proprio sopra la mia testa. Col naso all’insù, a bocca aperta come un bambino, ero affascinato dalla luminosità del disco lunare che, per uno strano effetto ottico, mi appariva più grande che altrove.
    Il presente volumetto cuore avere anche la pretesa, spero non del tutto vana, di lasciare per le nuove generazioni almeno qualche vaga orma del mio cammino di vita.


    Contattatemi per i miei libri sulla mia pagina Facebook
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    (*) per saperne di pIù sull’autore, digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

    Giovanni Presutti, nato a Campo di Giove, vi trascorre la prima giovinezza fino ai venti anni quando si arruola nella Marina Militare con la specializzazione di segretario.
    Ogni anno in agosto ritorna per un breve periodo alla sua casa paterna.
    Nel corso di circa quarant’anni di servizio , tra diverse destinazioni a terra e imbarchi, approda nell’isola sarda di La Maddalena, dove crea la sua nuova famiglia e vi risiede.
    In Marina frequenta corsi professionali negli Istituti militari, uno a Venezia e due a La Maddalena. Raggiunge il massimo grado di sottufficiale.
    Dedica il suo tempo libero all’approfondimento culturale e all’innata passione per le lettere. Diviene giornalista pubblicista. Ha collaborato per due anni alla pagina culturale del quotidiano “L’Isola” e a diverse riviste specializzate con articoli di critica artistica e letteraria. E’ inserito su svariate antologie e su alcuni libri di scrittori delle epopee garibaldine, del brigantaggio postunitario e di specifici episodi della Seconda Guerra Mondiale. Ha pubblicato quattordici libri. E’ Membro dell’Istituto Internazionale di Studi “G. Garibaldi”, sezione regionale Sardegna. Ha ottenuto diversi riconoscimenti e lusinghiere citazioni su quotidiani, riviste e libri. E’ stato nominato Accademico di Merito “ad honorem” dal “Centro Cultural, Literario, e Artistico” de “O Jornal de Felgueiras” (Portogallo). Nominato Accademico di Merito per meriti acquisiti nel campo delle lettere, dall’Accademia Culturale d’Europa, sezione italiana di Viterbo.

  • C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    15.4.1943, varo della regia nave Auriga

    di Carlo Di Nitto

    La regia torpediniera “Auriga”, classe “Spica”, 2^ serie bis  o serie “Ariete”, dislocava 1127 tonnellate. Impostata il 15 luglio 1942 presso i Cantieri Ansaldo di Genova Sestri, fu varata il 15 aprile 1943 ma non ebbe il tempo di entrare in servizio  attivo nella Regia Marina. Infatti alla proclamazione dell’armistizio si trovava ancora a Genova in allestimento inoltrato presso i cantieri di costruzione.  Il 9 settembre 1943 fu catturata dai tedeschi che, dopo averla completata ed armata, la utilizzarono contraddistinta con la sigla T.A. 24.
    Venne affondata il 9 giugno 1944 a Portoferraio nel corso di un bombardamento effettuato da aerei statunitensi.

    In questa foto, realizzata nella tarda estate del 1943, vediamo l’unità durante l’allestimento, poco tempo prima della cattura.

  • Attualità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia,  Un mare di amici

    Raimondo Vianello (Roma, 7.5.1922 – 15.4.2010)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    (Roma, 7.5.1922 – 15.4.2010)


    Raimondo Vianello verrà ricordato come uno dei padri fondatori del varietà televisivo italiano, accanto ai suoi grandi colleghi, come Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Pippo Baudo; ed anche come uno dei protagonisti della Commedia all’italiana (insieme a Ugo Tognazzi, con cui ha spesso lavorato in coppia). Era nato a Roma il 7 maggio 1922.
    Il padre, ammiraglio, lo voleva diplomatico e con quella prospettiva il giovane Raimondo si laureò in giurisprudenza.
    Ma poi di quel prestigioso mestiere gli restarono solo il portamento signorile e i modi affabili.

    A seguito della sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana nel 1945 è detenuto nel campo di concentramento alleato di Coltano, assieme ad altri personaggi noti: il poeta americano Ezra Pound, gli attori Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, l’olimpionico di marcia Giuseppe Dordoni, il giornalista Enrico Ameri, il regista Luciano Salce ed il politico Mirko Tremaglia.
    Poco dopo insieme al fratello Roberto, è atleta e dirigente del Centro Nazionale Sportivo Fiamma. E’ allora che – quasi per caso – debutta in teatro.
    Una generazione di marinai lo ricorda in un film del 1958 “Marinai donne e guai” , regia di Giorgio Simonelli, dove interpreta la parte del Comandante in seconda che cerca di tenere a freno  l’equipaggio della sua nave. Nel film quattro marinai scavezzacollo vengono costretti a controllarsi l’un l’altro durante la franchigia a Barcellona per evitare di combinare guai. Uno, però riesce a dileguarsi, ma è vittima di una bella ragazza che gli ruba la divisa per darla al fratello contrabbandiere. Di qui nasce una serie di eventi, ma tutto termina con la solita scazzottata alla marinara grazie alla quale i nostri marinai riescono a sgominare la banda dei contrabbandieri. All’inizio ed alla fine del film le scene son girate sul Cacciatorpediniere San Giorgio. Questa nave è ormeggiate  alla banchina Duca degli Abruzzi dell’arsenale di  La Spezia avendo alla sua sinistra il D571 Centauro (poi F554) ed a dritta il Cacciatorpediniere ex USA D553 Artigliere.
    Riposa in pace Comandante …”arremba San Zorzo!

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    Vincenzo Giannuzzi (Termoli, 11.4.1940 – 14.4.2009)

    di Rosalba Benvenuto e Vincenzo Campese (*)

    … riceviamo e con orgoglio misto a commozione pubblichiamo.


    Signore Vinciguerra mi farebbe piacere se inserisse anche mio marito nelle foto dei marinai deceduti.
    Lui non c’è più e sarei onorata che lo ricordasse.
    data di nascita 1940 deceduto 2009 sentitamente ringrazio.
    Vincenzo era nato a Termoli l’11 aprile 1940 ed è deceduto il 14 aprile 2009.

    a cura Vincenzo Campese (*)

    (*) per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

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    Giovanni Cappiello (Sant’Agnello (NA), 14.4.1920 – Grottaglie, 8.4.1942)

    di Antonio Cimmino

    (Sant’Agnello (NA), 14.4.1920 – Grottaglie, 8.4.1942)

    Giovanni Cappiello nasce a Sant’Agnello (NA) il 14 aprile 1920.
    Era un marinaio della Regia Marina deceduto l’8 aprile 1942 a seguito di incidente mentre era di servizio sull’unità navale della Regia Marina “Caio Duilio”.


    La guerra era al suo culmine e il giorno 3 aprile 1942 Giovanni era di servizio in coperta sulla sua unità ormeggiata nel porto di Taranto. Quel giorno infuriava una forte tempesta, cosicché una folata di vento lo sbatté a terra facendolo battere violentemente sulle strutture in ferro della nave. L’urto gli procurò una frattura alla spina dorsale. Trasportato immediatamente all’ospedale militare della vicina Grottaglie trovò la morte l’8 aprile 1942, data di in cui il Comando Militare comunicò il lutto alla famiglia.
    Sull’elenco dei Caduti e Dispersi della Marina Militare risulta deceduto in territorio metropolitano il 10.4.1942.

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    Francesco Caccavale (Taranto, 14.4.1915 – Caserta, 17.3.1963)

    di Maria Caccavale

    (Taranto, 14.4.1915 – Caserta, 17.3.1963)

    … riceviamo e con infinito orgoglio e commozione pubblichiamo.

    Buongiorno,
    mi chiamo Maria Caccavale, sono la figlia di Francesco Caccavale, nato a Taranto il 14 aprile 1915, 2° Capo Cannoniere Artificiere, imbarcato sulla regia nave Diana  al momento dell’affondamento avvenuto nel 1942.
    Papà fu salvato dalla Nave Ospedaliera, dopo giorni di galleggiamento.
    In questo periodo mi sono dedicata alla trascrizione (per adesso manuale, perché è molto difficile l’interpretazione di alcuni termini) del diario di quella tragedia vissuta da papà e dai suoi compagni, diario scritto subito dopo le cure e durante la convalescenza. De diario custodisco gelosamente una fotocopia e reca la data del 3 agosto 1942.
    Papà, purtroppo, ci ha lasciato troppo presto. È morto a Caserta il 17 marzo 1963, a soli 47 anni. 

    Papà è il primo in alto a sinistra 

    Non è possibile descrivere l’emozione che ho provato nel leggere quelle pagine piene di sentimenti, disperazione, coraggio. In quelle pagine ho riscoperto mio padre, uomo meraviglioso, uomo eroico che, con la sua disciplina, mi ha insegnato ad andare avanti da sola.

    Papà è quello che comanda il plotone di Marinai

    Il monito di papà, a noi quattro figli, era: STUDIARE, STUDIARE. Io gli ho dedicato la mia laurea.
    La vicenda tragica di mio padre e dei suoi compagni dovrebbe far riflettere la società attuale.

    Mi piacerebbe tanto avere un riscontro da parte di parenti di quei marinai che hanno vissuto la tragedia di papà.
    Grazie. 

    Queste foto che invio sono incorniciate e non ci permettiamo di toccarle. Le ha in custodia la prima sorella.

    La regia nave Diana. La nota è di papà.

    Il diario non ha copertina. Le mando la prima e l’ultima pagina dove sono riportati  i nomi dei suoi compagni.

    Papà con i suoi ragazzi

    Breve storia della regia nave Diana
    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    L’avviso veloce Diana fu progettato come yacht del Capo del Governo e successivamente modificato per le esigenze belliche.
    Costruito presso i Cantieri del Quarnaro a Fiume fu impostato il 31.5.1939, varato il 25.5.1940 ed entrò in servizio il successivo 12 novembre.

    La sua brevissima vita fu costellata anche da spiacevoli episodi. Un primo incidente si verificò il 28 settembre 1940 nel porto di Messina, quando entrò in collisione con il regio sommergibile Onice danneggiandolo; u secondo episodio avvenne il 1° novembre 1940 mentre la nave era in manovra nel porto di Fiume dove accidentalmente speronò e affondò il regio rimorchiatore Quarnero.
    Inviata nell’isola di Rodi per approvvigionamento viveri (il comandante ricevette una medaglia d’argento al valor militare da parte del governatore del Dodecaneso).

    La regia nave Diana fu impiegata anche come nave appoggio durante la fallimentare incursione della X Flottiglia MAS contro Malta. Salpò da Augusta al comando del Capitano di Corvetta Mario Di Mauro il 25 luglio 1940 con a bordo 9 barchini esplosivi e un motoscafo modificato che avrebbero dovuto distruggere le ostruzioni. L’attacco fu un totale fallimento per il rilevamento dei radar, tutti i barchini e gli SLC andarono distrutti o catturati, mitragliati da aerei britannici … solo in undici marinai si salvarono su una cinquantina di operatori.
    La regia nave Diana effettuò la sua ultima missione a Tobruk dove fu silurata ed affondata dal sommergibile HMS Thrasher il 29.6.1942 alle ore 11.45  e s’inabissò rapidamente a 75 miglia a nord del Golfo di Bomba (Cirenaica) in posizione 33°30’N e 23°30’E.
    I soccorsi arrivarono tra il 29 e il 30 giugno, da parte della nave ospedaliera Arno che si occupò del recupero dei superstiti.
    Perirono 336 uomini.

    Caratteristiche tecniche
    Dislocamento: normale: 2.487 tonnellate – pieno carico: 2.591 tonnellate
    Dimensioni: lunghezza: 113,9 (fuori tutto) mt. – larghezza: 11,7 mt. – immersione: 3,9 mt.
    Motori: 4 caldaie – 2 turbine – 2 eliche
    Potenza: 31.100 HP
    Velocità: 28 nodi
    Armamento: 2 pezzi da 102/35 – 6 pezzi da 20/65 – 2 scaricabombe A.S. – 87 mine
    Equipaggio : 152 uomini.

    Dello stesso argomento sul blog:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2019/06/29-6-1942-in-ricordo-di-erasmo-franciosa-e-laffondamento-del-regio-avviso-veloce-diana/