Marinai di una volta

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    19 marzo 2024, la festa del papà marinaio

    di Paola Tritto
    foto per gentile concessione Giovanni Tritto a www.lavocedelmarinaio.com (diritti riservati dell’autore)

    Qualche parola per “l’uomo della mia vita” anche se nel giorno in cui io ho visto la luce lui era in mare, per lavoro (il dovere!). Felice festa del papà!


    Nessun motivo è tanto urgente e importante da determinare l’allontanamento di un comandante dalla sua nave, né in pace né in guerra, né allora né oggi; neanche un grave lutto in famiglia. La nascita di un figlio, che avviene comunque anche senza la presenza del padre, verrebbe salutato da tutto l’equipaggio con un brindisi di gioia, senza la necessità di una “licenza”.
    Il comandante non è mai in licenza finché la sua nave non è pronta a muovere.

    

…tratto da “Tutti a bordo. I marinai d’Italia l’8 settembre 1943, tra etica e ragion di Stato”

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    P.s. ..e bravo Giovanni, hai preferito Gheddafi a me! E si…dovevi bere con tutto l’equipaggio. AUGURI!

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    Giuseppe Trifoglio (Termoli, 19.3.1912 – 10.1.1945)

    a cura Vincenzo Campese (*) e Silvia Trifoglio

    … riceviamo e con immenso orgoglio e commozione pubblichiamo.

    Buongiorno Sig. Ezio,
    grazie per aver accettato la mia amicizia…
    Qualche giorno fa ho scritto al Sig. Vincenzo Campese e così volevo informare anche lei che sto facendo ricerche su mio nonno Trifoglio Giuseppe di Termoli, disperso nella Seconda Guerra Mondiale.
    Mio padre, che è del 1940 ed ora ha 82, aveva 1 anno quando il padre partì per la guerra e purtroppo non fece ritorno. Con molta gioia ho appreso che qualcuno come voi lo ha ricordato in questi anni e per questo vi ringrazio infinitamente.
    Non sappiamo molto di più e per questo nei prossimi giorni invierò la richiesta per avere una copia del foglio matricolare e se può essere di vostro interesse provvederò a farvene avere copia.
    Le auguro una buona giornata e grazie di cuore
    .
    Silvia
    7.11.2022 ore 16.12

    Buongiorno Sig. Ezio,
    purtroppo non sono riuscita a parlare con nessuno dei numeri che mi ha indicato …nessuno risponde, ho provato in giorni diversi e in orari diversi, ma nulla.
    Le invio la foto di mio nonno Trifoglio Giuseppe così può aggiornare l’anagrafica, non abbiamo altro di lui ed è per questo che avrei voluto reperire il foglio matricolare… ritenterò ai numeri da lei indicati.
    La ringrazio e le auguro una buona giornata. Silvia Trifoglio

    (*) per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

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    Giuseppe Mottini (Fusine (SO), 19.3.1918 – Oceano Atlantico, 5.1.1941)

    a cura Giorgio Gianoncelli (*)

    (Fusine (SO) 19 marzo 1918 – Oceano Atlantico 5 gennaio 1941)

    Fusine è un piccolo borgo che sorge in provincia di Sondrio ai piedi delle Alpi Orobiche, compreso tra due torrenti, il Madrasco e il Cervio, delimitato dalla sponda sinistra del fiume Adda.
    In quell’antico borgo nasce Giuseppe, figlio di Pietro, Tenente di Fanteria Combattente della Prima Grande Guerra e di Rosa Scarinzi.
Giuseppe, attratto dalla quantità di acqua che scende copiosa dai picchi sempre innevati, sogna la sua vita sul mare e prima di essere chiamato per la leva militare è volontario nella Regia Marina Militare. Tirocinio pratico su Nave “Cadorna” poi passa al Sommergibile “Luciano Manara”, infine sul “Faà di Bruno”, destinato alla guerra in Atlantico. Entrato in Atlantico nei primi dieci giorni del mese di settembre 1940, il “Faà di Bruno” è subito in area di “caccia”.
    Dopo la prima missione entra alla base di Bordeaux per il riassetto generale e riparte per la seconda il 31 ottobre 1940. Dalla fine del mese di novembre, del battello s’è perso il segnale e la scomparsa, con tutto l’Equipaggio, è accertata il 5 gennaio 1941.
    ONORE AL MERITO.

    (*) Per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome. Giorgio Gianoncelli è deceduto il 7.9.2022.

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    Francesco Lobrano (24.8.1921 – 19.3.1943)

    foto e ricerche a cura Carlo Gianotti
    nota di Claudio Confessore

    (24.8.1921 – 19.3.1943)

    Deceduto nell’oceano Atlantico sul regio sommergibile Torelli.

    Nota
    Egregio sig. Ezio,
    con riferimento all’articolo a cura di Carlo Giannotti evidenzio quanto segue:

    • benché scritto sulla lapide il sommergibile NON era certamente il Medusa affondato in Adriatico il 30 gennaio 1942;
    • sulla lettera pubblicata nell’articolo è chiaramente scritto che era imbarcato sul sommergibile Torelli. Il battello il 16 marzo 1943 fu danneggiato da un attacco aereo e ci furono vari feriti tra cui il comandante, alcuni ufficiali ed una vittima fra l’equipaggio:il Sottocapo Rt Francesco Lubrano;
    • negli Albi d’Oro (Marina e Onorcaduti) e nel libro “Siamo fieri di voi” il cognome riportato è Lubrano e non Lobrano.
    • nell’Albo d’Oro della Marina il Sc Rt Lubrano risultava imbarcato sul rimorchiatore d’alto mare Titano e non sul Torelli. Confermo, comunque, che era sul Torelli (come riportato sul libro “Siamo fieri di voi”). Poteva essere in temporaneo imbarco sul Torelli oppure si tratta di un errore nella compilazione dell’Albo d’Oro.

    I dubbi possono essere eliminati solo acquisendo il certificato di nascita/morte dal comune di nascita per verificare il cognome (Lobrano o Lubrano) e richiedendo l’estratto del foglio matricolare al Centro Documentale (ex Distretti Militari) oppure all’Archivio di Stato competente per territorio, in base alla provincia di nascita del Caduto, per vedere se era in Temporaneo imbarco o destinato sul Torelli.
    Per la cronaca il Lubrano è morto il 19 marzo e fu sepolto in mare.
    Cordialmente
    Claudio Confessore
    P.s. Avendo scritto gli articoli sui sommergibili Medusa della Prima e della Seconda guerra mondiale mi è stato subito chiaro che qualcosa non tornava.

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    Umberto Maddalena (Bottrighe, 14.12.1894 – Cielo Marina di Pisa, 19.3.1931 – Tirrenia)

    di Marino Miccoli (1)

    (Bottrighe, 14.12.1894 – Cielo Marina di Pisa, 19.3.1931 – Tirrenia)

    Quando per la prima volta vidi questa stupenda quanto vecchia fotografia, risalente alla metà degli anni ’30 del secolo scorso, conservata nell’album di ricordi di mio padre Antonio Miccoli (maresciallo capocannoniere stereotelemetrista della Regia Marina)(2), rimasi colpito e anche affascinato dalla grandezza e dalla potenza dell’aeroplano raffigurato. Ricordo che ero impressionato soprattutto dal numero dei motori che questa imponente “nave volante”. Incuriosito domandai a mio padre che tipo e quale fosse il nome di questo aereo meraviglioso; egli mi rispose che si trattava di un Do X, ossia del più grande idrovolante di cui la l’Aviazione disponesse in quell’epoca.
    Guardando attentamente l’immagine, con l’ausilio di una lente d’ingrandimento, nella parte prodiera della fusoliera si legge il nome di questo velivolo: Umberto Maddalena (3).


    Chi era costui?
    Incuriosito sono andato a documentarmi e sfogliando il mio “Dizionario Enciclopedico Moderno” (Edizioni Labor – Milano 1941 – XIX E.F., enciclopedia coeva della persona oggetto della mia ricerca), ho potuto saziare la mia fame di conoscenza.
    Riporto testualmente di seguito quanto ho reperito, a pagina 353, su Umberto Maddalena, unitamente ad una sua fotografia:
    “Asso dell’aviazione italiana, medaglia d’oro al V.M. (Bottrighe, 14.12.1894 – cielo di Marina di Pisa, 19.3.1931 – Tirrenia). Meritano particolare ricordo la sua crociera (1925) nel Baltico, in Scandinavia, Russia e quella del 1927 attraverso i Balcani, la Russia, la Scandinavia, la Germania. Nel 1928 scoperse per primo i naufraghi dell’aeronave Italia; nel 1931 partecipò alla prima crociera atlantica. Morì in un incidente di volo.”

    (1) (2) digita sul motore di ricerca del blog il loro nome e cognome per saperne di più
    (3) Umberto Maddalena
    Nato a Bottrighe (Ro) il 14 dicembre 1894, dopo aver conseguito il diploma di Capitano di lungo corso presso l’Istituto Nautico si imbarca e compie il giro del mondo. Ufficiale pilota della Regia Marina durante la prima guerra mondiale, viene decorato con tre medaglie d’argento al Valor Militare per missioni in Adriatico. Dal 17 settembre al 12 novembre 1925 guida la crociera aerea nord-europea composta da due Macchi M.24 (idrovolanti a scafo centrale, biplani, bimotori , bombardieri e siluranti). Con partenza da Sesto Calende fà rotta per la Svizzera, la Danimarca, la Svezia, la Germania, la Finlandia, la Lituania e rientro in Italia. Sulla via del ritorno è costretto ad un atterraggio di emergenza  sul Passo dello Splugo. Due anni dopo, il 9 ottobre assieme al pilota Alberto del Prete e al motorista Francesco Rampini,  parte per la crociera aerea in Unione Sovietica e Scandinavia a bordo di un SIAI S.62. Rientra il 4 novembre successivo. Nel 1928 in previsione della crociera del Mediterraneo occidentale, organizza nella parte sud orientale della Spagna nella regione della Murgia, la base  di Los Alcazares. Nello stesso anno soccorre per primo i naufraghi del dirigibile Italia del comandante Umberto Nobile precipitato al polo nord. Nel 1929 assieme al secondo pilota Fausto Cecconi, sciabola d’onore dell’Accademia Aeronautica, conquista e migliora i primati mondiali di durata e distanza in circuito chiuso. Su SIAI S.64 dotato di elica metallica a passo variabile in volo, copre la distanza di 8.188,8 chilometri in 67 ore e 14 primi. Nominato comandante del 93°Gruppo Bombardamento Marittimo a Orbetello, tra il 17 dicembre 1930 e il 15 gennaio 1931 partecipa su SAI S.55 alla crociera atlantica. Partito da Orbetello per Los Alcazares, Kenitra, Villa Cisneros, Bolama, Natal, atterra in Brasile a Rio de Janero. Durante la trasvolata periscono cinque uomini e si perdono tre velivoli. Al rientro, Maddalena insieme a Cecconi e Damonte, ritenta l’impresa per riconquistare il record di distanza in linea retta sul percorso Italia-Brasile. Partiti da Cinisello alla volta di Roma il 19 marzo 1931, nel cielo tra Marina di Pisa e Livorno, l’S.64 su cui volano, si disintegra in volo. Uomini e rottami precipitano tra la spiaggia e il mare con la morte di tutto l’equipaggio. Dopo lunghe ricerche i corpi di Cecconi e Damonte vengono ricuperati in mare mentre la salma di Maddalena non è mai stata trovata. E’ decorato di medaglia O.V.A.
    Fonte www.asso4stormo.it

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    19.3.1992, San Giovanni Paolo II Papa in visita al cantiere di Castellammare di Stabia

    di A.N.M.I. Stabia
    fotocomposizione a cura Antonio Cimmino

    PER GRAZIA RICEVUTA

    “IL LAVORO, DONO DI DIO, AL SERVIZIO DELL’UOMO”




    Ho ascoltato le vostre parole. Penso alla criminalità organizzata che continua a mietere vittime, allo spettro della disoccupazione, agli aspetti del degrado urbano ed ecologico. Ma penso anche a una concezione della politica non sempre animata da quella forte dedizione al bene comune, che dovrebbe costituire il motivo stesso della politica e della vera democrazia”
GIOVANNI PAOLO II (Castellammare di Stabia, 19.3.1992 – San Giuseppe Operaio).