Fotografi di mare
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11.12.1941, affonda la regia nave Alcione
a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
L’11 dicembre 1941 la regia torpediniera Alcione fu silurata dal sommergibile inglese Truant all’imboccatura della baia di Suda.
La poppa della silurante, che stava attaccando il sommergibile, è saltata in aria anche a causa dello scoppio delle proprie bombe di profondità.
La nave italiana, nonostante l’intervento della nave trasporto Ellis, si inclinerà a babordo ed affonderà.
La foto è stata scattata da uno degli idrovolanti italo-tedeschi che cercarono inutilmente di segnalare con razzi la traiettoria dei 4 siluri in avvicinamento.
Purtroppo uno raggiunse il bersaglio… -
Il guardiano della rete
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…legami
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9.8.1943, affondamento della regia nave Vincenzo Gioberti
foto internet
Il 9 agosto 1943, il regio cacciatorpediniere Gioberti, spezzato in due da un siluro, affonda di fronte alla punta del Mesco, Monterosso (Cinque Terre).
Onore a loro.Nell’incredibile sequenza fotografica si noti la parte prodiera continua sull’abbrivio dopo essersi staccata, e poi affonda anch’essa…
Si consiglia la lettura dell’articolo “Dettagli della fine del Gioberti” pubblicato su www.trentoincina.it al sotto evidenziato link:
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18.4.1943, la ricognizione aerea inglese
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9.4.1930, in ricordo di Folco Quilici
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Il canto delle sirene
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
foto Dott.sa Laura VernoticoIL CANTO DELLE SIRENE
(Pancrazio “Ezio” Vinciguerra)
Si racconta che in un tempo ormai lontano, tra leggenda e fiaba, ascoltare i canti delle sirene portava i marinai nella condizione di essere facilmente resi impotenti, ad ogni sorta di reazione, in quanto ammaliati da quelle odi venivano portati a vivere quella se pur temporanea incapacità “irreale“ costringendoli ad ogni sorta di obbedienza. Ora mi chiedo se viviamo ancora quel tempo lontano, se l’assuefazione di “ canti “ che spadroneggiano nell’etere ci ammaliano ancora, portandoci ad essere soggetti non reattivi alle avversità. Si sa che i marinai da sempre forti nel corpo e nello spirito, sopravvivono ad ogni sorta di intemperie, mi chiedo ulteriormente se siamo corpi condizionati da “canti continui” che ci rendono meno forti di quello che siamo o vorremmo essere.