Che cos'è la Marina Militare?

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    14.1.2018, Venerando Tomarchio

    di Pietro Serarcangeli

    Il giorno 14 gennaio 2018, il Maresciallo Motorista di 1^ Classe, venerando Tomarchio, Nando per gli amici, dopo una lunga e sofferente malattia per avere contratto l’asbestosi, salpava per la sua ultima missione lasciando nello sconforto e nel dolore la sua adorata Famiglia.

    Nando era persona splendida, che non lesinava sorrisi e complimenti a coloro che hanno avuto il piacere e l’onore di conoscerlo.

    Riposa in pace caro Amico, fra i flutti dell’Altissimo, nell’immenso mare della Misericordia Divina, noi assistiamo, per quanto possibile, la Tua Famiglia.

    Ciao Nando…

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    Ma perché le navi a fine attività non diventano musei?

    di Giuseppe Procopio

    … riceviamo e pubblichiamo.

    Qualche tempo fa’ , uno degli argomenti dei gruppi ex marinai era il perché non si potessero realizzare musei navali in Italia.
    Le emozioni non sono mancate, ognuno ha scritto belle e toccanti frasi; altri, molto più addentro alla questione, hanno spiegato le ragioni valide che impediscono la creazione di tali musei come fatto dagli americani e penso anche dai francesi.
    Il cuore del discorso si è soffermato sugli affetti che ognuno ha conservato nel tempo verso la nave dove è stato imbarcato.
    Grandi momenti di confronto.
    Guardando questa foto mi e’ tornato in mente quel momento di discussione su Facebook.

    Una unità navale rappresentativa di una serie.
    Perché nessuno ha mai pensato di farle diventare un museo?
    Se consideriamo i costi e tra radiazione e demolizione… almeno una sarebbe stato un libro da leggere e presentare ai giovani, per una migliore interpretazione di quel mondo che spesso risulta lontano più di quanto lo sia in realtà.
    Qualche gruppo dell’associazione Marinai d’Italia ha abbellito, in un un enorme giardino, la propria sede, poche città hanno richiesto le unità navali, per esempio i numerosi Bacini  di carenaggio potrebbero lasciarle vivere lì (Beh … è una battuta naturalmente)
    Forse non siamo più un Paese che rispetta la sua storia e tradizione marinara , che inizia ancor prima delle Repubbliche Marinare
    Una cordiale buona notte Italia …


    Marinai: una famiglia immensa.
    A ognuno di noi la Divisa ha regalato un micro pezzo di un infinito e immenso puzzle.
    Insieme completiamo il quadro.
    Anche se di diversa età, provenienza ed esperienze diverse, abbiamo un elemento in comune: il Mare. Soprattutto a tenerci uniti è stata una Nave e l’appartenenza ad un equipaggio.

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    Paolo Francesco Sorgente (Vasto, 10.1.1944 – 25.1.2009)

    di Pietro Serarcangeli (*) e Patrizia Zichina Sorgente
    Associazione A.F.eV.A.

    (Vasto, 10.1.1944 – 25.1.2009)

    Il 25 gennaio 2009 il Capitano di Vascello Francesco Paolo SORGENTE, colpito da una tremenda patologia correlata all’esposizione all’amianto, salpava per la sua ultima missione, lasciando nel dolore e nello sconforto la Sua adorata Famiglia. Il C.V. Sorgente era persona amata e rispettata da quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo.
    Riposa in pace caro Francesco Paolo, la tua famigli e noi ti ricorderemo ogni anno onorando la Tua Memoria.

    C. V. (GN) Francesco Paolo Sorgente
    Nato a Vasto (CH) il 10/01/1944
    Deceduto a Vasto (CH) il 25/01/2009
    Patologia Asbesto-Correlata
    MESOTELIOMA PLEURICO
    Luogo di Esposizione all’Amianto
    Navi e Installazioni del Ministero della Difesa, Marina Militare.

    Nota Biografica
    Nave Freccia – Brindisi 1966
    Nave Saetta- Brindisi 1966
    Sommergibile Cappellini – Taranto 1967/68
    Sommergibile Toti – Taranto 1968/69
    Sommergibile Morosini – Taranto 1969/70
    Sommergibile Torricelli – La Spezia 1970
    Nave Cavezzale – La Spezia 1973/74
    Nave Piave – La Spezia 1974
    Nave Cavezzale – La Spezia 1975
    COMOS – Brindisi 1981/85
    Marinarsen – Brindisi 1985/94
    Marinarsen – Messina 1996/97
    Marinarsen – La Maddalena 1997/2000

    Dopo la sua morte il Ministero della Difesa ha riconosciuto la causa di servizio e in seguito lo status di Vittima del Dovere.
    Le unità navali sulle quali ha espletato gli incarichi di Capo reparto, Direttore di macchina avevano tutte una massiccia presenza di amianto, materiale coibente ed isolante per eccellenza nei rivestimenti delle condotte gas di scarico motori, nelle condotte di condizionamento e ventilazione, baderne e guarnizioni in genere. Tenuto conto che vivevano 24 ore su 24, durante la navigazione, a bordo, a stretto contatto con i motori, vorrei sapere perché il Ministero della Difesa non ha mai sottoposto il personale a delle visite mediche mirate. Se a mio marito avessero fatto presente della presenza di amianto a bordo delle Unità Navali e nelle infrastrutture militari, nel 2000, quando ha iniziato ad avvertire i primi sintomi, i medici avrebbero saputo dove e cosa cercare.

    (*) per conoscere gli altri suoi articoli e per saperne di più digita il suo nome e cognome sul motore di ricerca del blog.

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    Giustizia fu fatta solo quando fui promosso Capo di 1^ classe furiere di complemento

    di Antonio Cimmino
    il marinaio Antonio Cimmino matricola 47CS0109 per www.lavocedelmarinaio.com
    Caro Ezio, credo proprio sia impossibile non amare, e ti spiego.
    Con il diploma di perito navale, fui ammesso alle selezioni per il corso A.U.C. “D” per Livorno.
    Mi diedero anche il biglietto Compamare-Livorno.
    Dopo qualche mese vennero i Carabinieri e vollero che restituissi tutta la documentazione in Capitaneria perché non ero stato più ammesso. Pazienza…
    Partii di leva, tanto dopo 6 mesi mi avrebbero fatto sergente con cambio di vestiario.
    Alla prima licenza, lasciai la cappotta a mio padre che lavorava nei cantieri navali di Castellammare di Stabia all’intemperie, tanto non mi sarebbe più servita, anche perché mi diedero una sola divisa invernale come a tutti i diplomati.

    002
    Su Nave Volturno e Nave Etna, mi impegnai molto e le note caratteristiche erano “superiore alla media”. Vedevo tutti i miei fratelli di contingente passare di grado e cambiare status ( …e paga).
    Un giorno mi chiamò il Comandate dell’Etna e mi disse che non ero stato promosso sergente, mi fece capire che forse per problemi politici.
    Apriti cielo, mi cascò il mondo addosso. Subito richiesi la cappotta a mio padre che me la mandò a Taranto tramite un operaio dell’arsenale in trasferta a Castellammare.
    Da un rapido esame mi accorsi che molti miei amici di Nave Volturno, come me, non erano stati promossi. Ma loro erano impegnati politicamente specie quelli di La Spezia, Sarzana e Trieste, io invece, ero stato tenuto fuori da mio padre che mi inviò perfino a scuola dai salesiani (a costo di enormi sacrifici economici) per darmi un futuro migliore Mio padre era comunista – ma quelli di base, operai che lottavano per una migliore condizione di vita nelle fabbriche e nella società – e fu implicato nei disordini a Castellammare (come in tutta Italia) dopo l’attentato a Togliatti ottenendo una condanna di 9 mesi. Il mio mondo era crollato…

    001

    Mi rassegnai a trascorrere i due anni di leva come sottocapo (meno male che non ci pensarono, altrimenti sarei stato un marinaio semplice).
    La divisa invernale, l’unica, era diventata lisa.

    004
    Mi congedai molto arrabbiato, ma non contro la Marina che amavo ma contro i militari ed i politici. Mi iscrissi all’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e iniziai a chiedere il perché di questa incomprensibile scelta della non promozione giacché io e mio padre eravamo due entità giuridiche distinte e poi l’onore di ricevere il grado mi spettava…
    Successivamente, tra un ricorso e l’altro, mi laureai in Giurisprudenza.
    Mutò il mio status e, mutando la situazione politica, ebbi la promozione simbolica e dopo qualche tempo anche la richiesta di documentazione per il N.O.S. (Nulla Osta di Segretezza).
    Era il 1980. Da meccanico ero passato nella categoria furiere. Mi hanno mandato la cartolina rosa di pre-mobilitazione fino al 50° anno di età. Questa in sintesi la mia storia. L’ho scritta in maniera veloce e accavallata perché l’emozione mi prende sempre…
    Volevo restare in Marina, quella che mi raccontava mio padre che si era fatto 7 anni dal 1937 al 1943. La Marina non l’ho mai odiata, non mi aveva tradito, come una ragazza i cui genitori mi avevano maltrattato (…ella mi avrebbe voluto).
    Così forse mi spiego e ti spiegherai questo rinnovato e senile amore per essa.
    Ciao Antonio.

    005
    Ciao Antonio,
    nel leggere e rileggere la tua accorata mail mi sento di poter affermare, tranquillamente, che quello che è accaduto a te e accaduto anche a me nel 2010 (con conseguenze anche sul fisico e sul morale) e per questo comprendo. I pregiudizi sono spesso accompagnati dalla mancanza di amore verso gli altri, nelle vessazioni (oggi si usa il termine mobbing) che vanno a braccetto con la superbia e l’invidia: due dei peggiori peccati capitali.
    In qualunque campo, compreso l’ambiente militare, le persone di cultura, di sapienza, hanno dato e continuano a dare fastidio, e non poco, a quei saccenti che io definisco gli “illuminati di niente” se non dal peccato.
    Li dobbiamo perdonare? Tutti e sempre, pregando per loro, perché la mancanza del perdono è come un veleno che beviamo giornalmente, un veleno il maligno ci somministra in gocce e che, alla fine, potrebbe uccidere l’anima nostra.
    Perdonare non significa non dare importanza a quello che è successo, né dare ragione a chi ti fa compassione. Semplicemente significa mettere da parte i pensieri che causarono dolore perché chi guarisce le ferite provocate dal risentimento, rinnova le persone, i matrimoni, le famiglie, le comunità, la vita sociale, sua e degli altri.
    La scelta di amare gli altri così come dobbiamo amare LUI oltre che lo stile di vita del Cristiano: sono i primi due Comandamenti che ci ha dettato attraverso Mosè per questo accetta di perdonare sempre, chiunque e per ogni cosa.
    Perdonare come hai perdonato tu, carissimo Antonio, perdonare con l’esempio della sua Vita, Morte e Resurrezione, sempre!
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra (per te Antonio solo e sempre Ezio)

    Dispaccio di avvenuta promozione a Capo di 1^ classe furiere di complemento ad Antonio Cimmino
    P.s.  Nel Vangelo di oggi Matteo (18, 15-20) ci propone Dio che ammonisce.
    L’ammonizione e la correzione sono una manifestazione dell’amore…non possiamo dire di amare Dio, se poi non siamo in grado di andare d’accordo almeno con coloro che vivono con noi tutti i giorni. Sarà un caso?
    Per gli Illuminati di niente a buon intenditor…

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    28.12.1989, il monumento al San Marco che qualcuno, tronfio, non volle a Brindisi

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    le vignette sono di Simone Carta

    Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com
    Omaggio all’Ammiraglio di Divisione Egidio Alberti e agli amici di Sardegna e dell’isola di La Maddalena.

    Bozzetto del Monumento ai Marinai al circolo Ufficiali di La Maddalena - www.lavocedelmarinaio.comDichiarazione dell'ammiraglio Egidio Alberti - www.lavocedelmarinaio.com

    L’ideatore di questo bel disegno è l’ammiraglio di divisione Egidio Alberti, allora Comandante 3^ Divisione Navale di Brindisi che ci teneva a far realizzare un grande pannello decorativo in ceramica per posizionarlo all’ingresso della nuova caserma “Ermanno Carlotto” (ancora in costruzione) sulla Via per San Vito dei Normanni.
    L’intenzione dell’ammiraglio era quella di dedicare al Battaglione San Marco e a Brindisi quest’opera muraria.
    L’iniziativa non fu approvata dall’allora Comando in Capo della Squadra Navale.

    Inaugurazione del pannello commemorativo (28.12.1989) - www.lavocedelmarinaio.com
    Destino volle che l’ammiraglio, nell’anno 1989, assumesse il Comando di MARISARDEGNA a La Maddalena. Proprio in quell’anno ricorreva il Centenario dell’insediamento dell’Alto Comando nell’isola (1889 -1989).
    Lo stemma del Comune di La Maddalena è rappresentato da un leone (sullo scoglio di Caprera) e da qui la brillante intuizione dell’ammiraglio Alberti di associare il leone del San Marco al leone dell’isola di La Maddalena.
    Il muro del pianto (Palopoli's wall) vignetta di Simone Carta p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.comRealizzato dal Maestro Del Monaco di Grottaglie, le piastrelle decorative che raffiguravano dei solini svolazzanti sulle onde con il leone sulla destra, sotto la Direzione del Genio Marina, furono realizzate in tempo utile per il Centenario ed incollate sul muro in cemento armato.
In estrema sintesi, l’opera che doveva sorgere in onore dei leoncini del San Marco di Brindisi fu realizzata ed è posizionata nel porticciolo del Circolo Ufficiali di La Maddalena “Giuseppe Garibaldi”, fa bella mostra di sé e le mattonelle, che godono di “ottima salute”, non si sono mai scollate.

    Admiral's puzzle vignetta di Simone carta p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.comIn estrema sintesi, l’opera che doveva sorgere in onore dei leoncini del San Marco di Brindisi fu realizzata ed è posizionata nel porticciolo del Circolo Ufficiali di La Maddalena “Giuseppe Garibaldi”, fa bella mostra di sé e le mattonelle, che godono di “ottima salute”, non si sono mai scollate.

    Ammiraglio di divisione Egidio Aberti - www.lavocedelmarinaio.com

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    28.12.2020, Salvatore Atzeni

    di Pietro Serarcangeli (*)

    Oggi ricordiamo il Maresciallo Aiutante Cannoniere Salvatore Atzeni, Vittima del Dovere, deceduto il 28 Dicembre 2020 a causa di una grave patologia correlata all’esposizione all’amianto.
    Capo Atzeni era stato mio Capo Inquadratore alle Scuole C.E.M.M. di La Maddalena e, fin d’allora, aveva dimostrato la sua indole bonaria, un po’ burbera, tipica del buon sardo che vuole sembrare un duro.
    Capo Atzeni era stato un padre per noi, sempre pronto ad aiutarci quando si presentava l’occasione. La sua dipartita ha lasciato nel dolore la moglie, signora Maria Milena ed i figli Sergio ed Elena.
    Rimasi stupito quando venne a trovarmi per fare la pratica amianto…io, suo allievo, davo un aiuto a colui che mi aveva sempre dato una mano. Un onore per me.
    Ciao Salvatore, noi ti ricorderemo sempre, negli anni a venire.
    Riposa in pace.

    Adesso riposa in pace caro Salvatore, un giorno ci rivedremo in un mondo, speriamo, migliore…

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    Luigi Delliponti (Taranto, 20.12.1974 – 25.6.2012)

    di Mary La Grotteria

    (Taranto, 20.12.1974 – 25.6.2012)

    Il Fuciliere di Marina ed Assaltatore del Battaglione San Marco di Brindisi, 2°C° (Secondo Capo) Luigi Delliponti, nato a Taranto il 20/12/1974 è volato, tra la schiera degli angeli di San Marco, per vegliare su tutti i suoi commilitoni e sorreggerli nelle loro missioni il 25/06/2012.

    Aveva operato in diversi teatri di guerra ed è deceduto a causa di un edema polmonare, vittima dell’uranio impoverito.
    Oggi sarà celebrata la Santa Messa in suffragio nella chiesa Santissima Maria Immacolata di Leporano (TA).