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    23.5.1898, nel ricordo di Giovanni Pane

    di Renata Pane, Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e Antonio Cimmino



    IL PRESENTE ARTICOLO NASCE DA UNA RICERCA CONGIUNTA E, SOPRATTUTTO, DALL’OSTINAZIONE DI ANTONIO CIMMINO CHE PER PRIMO HA NAVIGATO SULLA ROTTA DELLA BANCA DELLA MEMORIA DI MOLTI MARINAI DI UNA VOLTA SPESSO, MOLTO SPESSO, DIMENTICATI. DA QUESTE POCHE RIGHE E DA UN ERRORE DI NOME NASCE QUESTO ARTICOLO CHE LA SIGNORA RENATA PANE CI HA VOLUTO DEDICARE.

    Giovanni Pane, Capitano di corvetta
    di Antonio Cimmino
    Nato a Castellammare di Stabia (Napoli) il 23.5.1898, Comandante in 2^ sul regio incrociatore San Giorgio, fu decorato “sul campo” a Tobruch con 2 Medaglie d’Argento al Valor Militare.
    Adesso riposa in pace fra i flutti del paradiso ma ben ancorato nella Banca della Memoria dei marinai di una volta…i marinai per sempre!

    Giovanni Pane
    di Renata Pane, Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e Antonio Cimmino

    …Ricevemmo e con infinito orgoglio pubblicammo.

    Caro Ezio, è solo da qualche mese che ho avuto la fortuna di scoprire questo magnifico sito e non c’è volta che aprendo il pc non vada a leggere qualche nuova pagina!
    Per me ricordare significa anche poter tramandare tramite testimonianze quei valori (purtroppo oggi un po’ scomparsi) che mi sono stati insegnati da marinai per sempre come mio padre e mio nonno. ti offro quindi tutto il mio sostegno e riguardo a questi “illuminati di niente” mi vengono in mente le parole di Virgilio a Dante…
    FAMA DI LORO IL MONDO ESSER NON LASSA; MISERICORDIA E GIUSTIZIA LI SDEGNA: NON RAGIONIAM DI LORO, MA GUARDA E PASSA”.
    Nel complimentarmi vivamente con Lei per il magnifico lavoro svolto, (non può immaginare l’emozione nel trovare finalmente traccia della figura di mio padre che per anni ho ricercato navigando in internet). Le invio in allegato due fotografie dell’epoca: una tratta da una pagina del Giornale D’Italia – dalla Provincia di Napoli – del 12 Marzo 1941 e l’altra dal libro “La nave misteriosa S. Giorgio” di M.Paturzo (libro originale!) affinché possa (se lo ritiene opportuno) inserirle nel suo articolo. Sempre in allegato troverà anche dei brani di una lettera che mio padre scrisse alla propria madre e che io trovo estremamente commovente.
    Questi erano gli uomini di una volta!!!
    Un cordiale saluto ed un caldo augurio di Buona Navigazione!!
    Renata Pane
    (Inviato il 06/11/2014 alle 17:54)

    Buongiorno Signora Renata,
    chi meglio di Lei può comprendere il vero significato di “banca della memoria” in ricordo del nostro caro estinto Giovanni che per un nostro errore abbiamo erroneamente celebrato in questi anni come Domenico.
    Dio e Lei, carissima Renata, ci avete perdonato per questo errore, per questo piccolo peccato, ed è a Lei e al carissimo Domenico che dedicherò l’articolo che segue in risposta alla bella mail che ci onora di ricevere, così come ci onora la sua amicizia, la sua compagnia, il suo affetto e l’amore per i nostri Eroi.

    Cos’è la colpa, cos’è la pena?
    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    A volte in noi si genera un senso di colpa che spesso comporta una pena.
    Colpa e pena vanno a braccetto: la colpa è il nostro peccato e la pena è la sua conseguenza.
    Colpa e pena sono paragonabili ad una ferita che anche dopo aver smesso di sanguinare continua a darci dolore. Il peccato è la ferita dell’anima e anche dopo il pentimento e l’assoluzione sacramentale rimane una debolezza perché siamo fragili e, come tale, rischiamo che la ferita non rimarginata, si riapra.
    Le cicatrici a tal proposito ci confermano di non rinnegare il peccato e Dio, con la sua capacità di amare, non chiede vendetta ma purificazione dell’anima, la nostra.
    Lui non è venuto per curarci le ferite del corpo ma quelle dell’anima facendoci comprendere, con la sua crocifissione, il suo amore per tutti noi creati da Lui a sua immagine e somiglianza.
    Il pentimento è il segno del cambiamento, è l’Agnello di Dio, e la Croce è la caparra del perdono.
    Dio ci fa comprendere proprio in questo giorno, vivendo senza complessi e senza traumi, insieme agli altri fratelli e sorelle, che se anche ci mancano le persone a noi più care, Lui ci ha donato la Grazia che è l’amicizia nel prossimo e l’amicizia nel prossimo è la Sua Grazia, in una parola sola: l’amore.
    Un abbraccio grande come il nostro mare e il nostro Amore
    Ezio

    Giovanni Pane Medaglia d’Argento al Valor Militare
    “sul campo”

    Comandante in 2° dell’unità, in continui e terribili attacchi del nemico, dallo scoppio delle ostilità dava all’intero equipaggio inconfondibile esempio di abnegazione, di prontezza e di coraggio, infondendo nel personale tutto quello spirito di tenacia e di ardimento che rende possibile gli eroismi.Durante l’incursione aerea in forze del 9 settembre, allorché l’unità veniva raggiunta da varie bombe incendiarie, sotto la persistente attività del nemico e l’intensa reazione del tiro contraereo della difesa locale, si prodigava nella messa in opera del servizio di sicurezza ed assicurava prontamente l’estinzione degli incendi scoppiati a bordo, dando magnifica prova di assoluto dominio di se stesso, di profondo sentimento del dovere e di alto sprezzo del pericolo”.
    (Tobruch, 9 settembre 1940) – (Determinazione dell’8 ottobre 1940) – (R.D. 29 gennaio 1942)
    Incrociatore San Giorgio

    II concessione “alla memoria- sul campo”

    Comandante in 2° di incrociatore dislocato in piazzaforte marittima oltremare, di cui è stato per lunghi mesi invitto baluardo di difesa, assolveva in ogni occasione con bravura i propri compiti.
    Venuta a mancare la possibilità di ulteriore resistenza ed impone dosi la necessità di abbandonare la nave dopo averne predisposta la distruzione, tornava più tardi a bordo col comandante ed altri animosi per assicurare la totale distruzione della nave, ove venne sorpreso dall’esplosione del deposito munizioni centrale che provocava spaventoso incendio dilagatesi sul mare per la nafta incendiaria.
    Nella tomentosa situazione creata dalle fiamme e da esplosioni di munizioni in coperta dava alto esempio di sentimento del dovere
    (Tobruch, novembre 1940 – 22 gennaio 1941) – ( Determinazione dell’8 ottobre 1941) – (Decreto C.P.S. 25 luglio 1947).

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    23.5.1943, nel ricordo di Salvatore Galasso

    di A.N.M.I. Isola di Capri

    https://www.facebook.com/profile.php?id=100009871666336



    Salvatore Galasso nasce nella nostra isola e a lui abbiamo intitolato il nostro gruppo.
    Si arruolò nella Regia Marina come volontario del C.R.E.M. il 1° ottobre 1939 venendo classificato allievo con la categoria Fuochista A.N.M.
    Fu promosso al grado di Sottocapo il 1 marzo 1941 e Sergente il 1° aprile 1943.
    La sua storia è legata al regio sommergibile Leonardo Da Vinci, deceduto il 23 maggio 1943 a seguito affondamento.
    Fu insignito con la Croce al Valor Militare con le seguenti motivazioni:
    – 
“Assolvendo il suo compito con sereno coraggio e capacità ed abnegazione, cooperò validamente all’attacco e all’auto affondamento di 4 navi mercantili nemiche per complessive 24.000 tonnellate di stazza” (1.11.1942).
    – 
“Con sereno coraggio e perizia contribuì all’affondamento di 5 piroscafi armati nemici per oltre 38.000 tonnellate di stazza” (22.3.1943).
    – 
”In una lunga missione oceanica di guerra, agguadava 20.000 tonnellate di naviglio mercantile nemico, assolvendo i suoi incarichi con slancio e perizia”.
    Autorizzato a fregiarsi del distintivo d’onore “A Vita” di sommergibilista.
    Medaglia d’argento piccola, rilasciata dalle Scuole C.R.E.M. di Pola.
Medaglia di abilità rilasciata dalla Società Italiana di Salvamento “NATATORIUM”.

    Per saperne di più:
    Associazione Nazionale Marinai d’Italia 

    Gruppo Salvatore Galasso

    Via Cristoforo Colombo 41, Largo Fontana
    
80073 Capri, Italy

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    23.5.1943, viene concessa la M.O.V.M. a Gianfranco Gazzana Priaroggia

    di Marino Miccoli

    Stimato maresciallo Ezio Vinciguerra,
    oggi 23 maggiola città di Napoli avrà l’onore di ospitare i Marinai e i Marittimi per celebrare la cosiddetta “Battaglia dei Convogli”.

    Affluiranno alle pendici del Vesuvio, i Marinai e Marittimi  per ritrovarsi e celebrare questo evento che onora non soltanto il bellissimo capoluogo campano ma anche l’Italia intera perché la gente di mare, da sempre, costituisce quella specialità di professionisti che nei suoi ranghi raccoglie gli uomini e le donne più coraggiosi e valorosi. Coloro che si sono immolati per la Patria hanno dimostrato di possedere straordinarie virtù militari, grande ardimento e spirito di sacrificio spinto fino all’eroismo.
    Ebbene, nel considerare la data, ho notato una singolare coincidenza: proprio il 23 maggio del 1943,  era conferita al Comandante del regio sommergibile Leonardo Da Vinci, il Capitano di Corvetta Gianfranco Gazzana Priaroggia, la Medaglia d’Oro al Valor Militare.


    Questa coincidenza onorerà e celebrerà un onoratissimo e stimatissimo Comandante italiano di sommergibile.
    Per quanto precede, spero vivamente che qualcuno, nei vari discorsi ufficiali che saranno pronunciati, si ricordi del sacrificio del valoroso Comandante e di tutto l’eroico Equipaggio del Regio sommergibile Da Vinci.

    Onore al valore militare di tutti quei sommergibilisti che, senza distinzione di Bandiera, operando sopra e sotto il mare in ogni tempo si sacrificarono per la loro Patria.
    Cordiali e marinareschi saluti a tutti.

    P.S. la bella fotografia del 1932 è stata scattata a Taranto. Essa raffigura due Regi sommergibili che navigano in emersione con parte dell’equipaggio schierato in coperta. E’ tratta dall’album di ricordi di mio padre Antonio Miccoli. Con piacere dedico questa inedita immagine a tutti i Marinai e Marittimi partecipanti.

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    La battaglia dei convogli, era il 23.5.1993 e noi a Napoli ci siamo anche oggi 23.5.2019

    a cura U.N.M.O.L.N.

    23 maggio 2019 ore 11,00 Stazione Marittima di Napoli, cerimonia per commemorare i Marinai con stellette e senza, periti nella cd. Battaglia dei Convogli.
    Annuale manifestazione organizzata dal C.te c.l.c.s. Antonino Migliaccio, segretario dell’Associazione Medaglie Oro lunga navigazione del Compartimento Marittimo di Castellammare di Stabia. Il Gruppo M.O.V.M. “Luigi Longobardi” di Castellammare di Stabia CI SARA’

    di Antonino Migliaccio (*)

    Per meglio comprendere la tragedia, cui entrambe le marine andarono incontro con l’entrata dell’Italia in guerra il 10 giugno del 1940, bisogna tener conto di alcune scelte fatte dai Capi della Marina di allora che condizionarono l’andamento della guerra fino all’8 settembre del 1943.In generale per quanto riguarda l’impiego della flotta, la scelta di “Fleet in being”, ossia preservare le navi maggiori, che durante la guerra fu criticata più volte, si dimostrò utile con l’armistizio, come potere contrattuale, che creò i presupposti affinché dopo poco più di un mese dall’8 settembre le nostre forze fossero impiegate in regime di cobelligeranza.
    In riferimento alla scelta strategica di “Fleet in being“ bisogna ricordare che nel 1778, dopo la dichiarazione di guerra della Francia e della Spagna all’Inghilterra, quest’ultima fu costretta a spostare i propri interessi verso il canale della Manica, in quanto le flotte della Francia e della Spagna unite errano superiori alla Home Fleet. Fu quindi l’ammiraglio inglese Hardy che in tale occasione inventò il concetto del “Fleet in Being”, rifiutando lo scontro, perché l’attenersi alle vecchie disposizioni tattiche era un errore.
    L’ammiraglio Iachino, comandante della nostra flotta, nel suo libro “Il tramonto di una grande Marina” scrive:
    “Non si era preveduto e forse non era possibile prevedere che sarebbe stato necessario scortare grossi e frequenti convogli per il nord africa e per l’Albania. Ben presto quindi si dovette far ricorso ai cacciatorpediniere di squadra con il risultato di perderne qualcuno e di logorarli tutti più o meno rapidamente”.
    La conseguenza di ciò fu che la scorta convogli, tranne qualche occasione, ricadde sui soli cacciatorpediniere. Ed ancora dal libro “Convogli, diario di guerra di un marinaio medaglia d’oro al valor militare e grande invalido, l’ammiraglio di squadra Aldo Cocchiache scrive:
    …Il compito fu assolto dai nostri instancabili cacciatorpediniere con l’abnegazione, la bravura, il valore e la tenacia che erano loro tradizionali. Nel corso della guerra i nostri caccia hanno fatto di tutto: dalla scorta delle navi da battaglia, quelle rare rarissime volte, che tali navi hanno preso il mare, alle ben più impegnative scorte di convogli”.
    Atrocità della guerra.
    Uno fra tanti, il Capitano di corvetta Virginio Fasan (Medaglia d’Oro alla memoria), era nato a Cherso (Pola) il 28 luglio 1906. Conseguito il diploma di Capitano marittimo presso l’Istituto nautico di Chioggia, nel 1927 frequentò il corso di allievo ufficiale di complemento presso l’Accademia Navale di Livorno, conseguendo la nomina di guardiamarina. Nel 1941 ebbe il comando, con il grado di Capitano di corvetta, della 25ma, 26ma e 41ma flottiglia dragamine in Africa settentrionale. Nel 1942 comandante in 2° del cacciatorpediniere Gioberti e nel gennaio del 1943 il comando della torpediniera Castore con la quale il 2 giugno dello stesso anno, nelle acque del mare Ionio, in missione di scorta ad un convoglio, impegnò cruenta ed impari lotta contro superiori forze avversarie, adempiendo appieno il compito di difesa delle unità mercantili, poste sotto la sua protezione, che riuscirono a sfuggire a sicura distruzione. Scomparve tra i flutti con la nave al suo comando crivellata dai colpi ricevuti e con la bandiera al vento (Mare Ionio, 2 giugno 1943).
    La nostra Marina, interprete dei nostri valori dall’Unità d’Italia in poi, assegna alle nuove navi il nome dei suoi figli migliori e a Virginio Fasan fu intitolata l’omonima corvetta.
    Sorte non meno cruenta era stata vissuta dalla marina mercantile. All’entrata in guerra dell’Italia, le navi mercantili che si trovavano fuori del mediterraneo, non preavvertite in tempo, furono bloccate nei porti nemici e catturate. Fatto che regalò al nemico 212 navi, più di un terzo della flotta. Gli equipaggi furono i primi italiani ad essere internati. Nella storia della nostra nazione come del resto in tutte le nazioni marittime, non vi è stata guerra navale che non abbia coinvolto le navi mercantili.
    Già dal 19 settembre del 1935 con regio decreto 1863 si stabiliva, fra l’altro, la facoltà del Ministro di requisire il naviglio mercantile da inserire nel naviglio ausiliario dello Stato. Pertanto la maggior parte delle navi fu requisita per scopi di guerra e trasformate in: incrociatori ausiliari, vedette, dragamine, navi ospedale.
    La guerra navale dell’ultimo conflitto fu per lo più per l’Italia una guerra di convogli destinati al rifornimento di uomini e materiali agli eserciti impegnati all’estero (Africa settentrionale ed Albania).La conseguenza di questo tipo di guerra fu che insieme alla marina militare che subì la perdita di 30.000 uomini in tutti i mari la mercantile subì un enorme sacrificio sia in vite umane che in materiali trasportati .

    Fra il 10 giugno del 40’ e il 10 maggio del 45’, furono affondate o autoaffondate più di 800 navi .
    Alla fine rimasero solo 95 navi al di sopra delle 500 tonnellate. Distrutta per 9/10mi del suo tonnellaggio, oltre 7000 morti di cui 500 nei campi di concentramento, migliaia di feriti, tre medaglie d’oro al valor militare di cui una alla bandiera e centinaia di decorazioni provano il contributo di sacrificio e di sangue che gli equipaggi della mercantile hanno pagato durante l’ultimo conflitto. Uno per tutti il Capitano di lungo corso Antonino Cacace – Medaglia D’Argento (alla memoria ) con la seguente motivazione:
    “Al comando di piroscafo carico di truppe facendo parte del convoglio scortato da unità da guerra, organizzava con alto spirito di abnegazione e con serena perizia marinaresca l’opera di salvataggio delle truppe stesse quando il bastimento, colpito da siluro, era in procinto di affondare. Lasciato per ultimo la nave e raggiunto il porto di destinazione a bordo di una unità da guerra, si reimbarcava subito su altro piroscafo per rimpatriare. Durante la navigazione di ritorno, colpito da offesa nemica anche questo bastimento, si prodigava con alto sentimento del dovere al salvataggio del personale imbarcato e scompariva con l’affondamento della nave ” (Mare Adriatico, 24 dicembre 1940 – Piroscafo Firenze).
    Contrariamente a quanto voluto far credere in seguito, le due marine svolsero il loro compito in modo esemplare. Su 4.199.370 tn. di merci imbarcate solo 449.225 non giunsero a destinazione, cioè il 10,5 %.
    I soldati imbarcati furono 1.266.172 ne scomparvero in mare 23.443 cioè il 2 % molti ma numericamente pochi rispetto al totale.
    Quindi per tutti i 36 mesi che durò la battaglia essa fu caratterizzata da una alternanza di risultati dipendenti dalla scorta che si riusciva a dare.

    Vorrei infine poter trasmettere, senza essere tacciato di sterile retorica, il senso di gratitudine e di orgoglio ispirato da chi ci ha preceduti in mare scrivendo, nel tempo, una pagina di storia fatta di onore, abnegazione e coraggio. Ma ben più di me, autorevolmente quanto scritto a suo tempo dal Generale Mario Battaglieri, Ispettore delle Capitanerie di Porto:
    Si parla poco di questi uomini e la loro storia è ancora da scrivere. Uomini inermi sono passati per l’acqua e per il fuoco e hanno valicato i confini della vita terrena affrontando una realtà crudele senza esitare e senza tremare. Non erano fatalisti pronti a sottomettersi al destino e non erano nemmeno assillati da sogni di gloria o da speranze di carriera, sapevano soltanto che quello era il loro lavoro e che doveva essere fatto; il Paese attendeva che fosse fatto ed essi lo hanno compiuto con esemplare semplicità”.
    Concludo questo richiamo di memoria storica con uno spunto del dott. Giorgerini, uno dei più accreditati studiosi di strategia marittima e dottrina navale, tratto dal suo intervento nel Convegno di Napoli il 1993 sulla ”Battaglia dei Convogli:
    “ La Lezione della Storia: …Omissis…la Battaglia dei Convogli è un valido contributo alla costruzione di una tradizione nazionale come essa lo è già , nei suoi episodi e nei suoi esiti quantitativi nell’ancor giovane tradizione della marina, consolidatasi, con la seconda guerra mondiale, proprio grazie alle vicende degli uomini dei convogli, a quelle dei sommergibilisti e degli assaltatori”.
    Onore ai caduti della Marina Militare, onore ai caduti della Marina Mercantile e delle forze armate. Viva L’Italia.

    (*) Segretario Unione Medaglia Onore Lunga Navigazione Compartimento di Castellammare di Stabia.
    Nota: libera sintesi da libri citati.
    Dello stesso argomento sul blog:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/09/nave-andrea-gritti-e-la-battaglia-dei-convogli/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/05/23-5-2015-a-napoli-commemorazione-battaglia-dei-convogli/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/05/il-regio-cacciatorpediniere-da-recco-lunico-rimasto-a-galla-omaggio-al-comandante-aldo-cocchia/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/12/2-12-1942-francesco-santoro-marinaio-segnalatore-e-laffondamento-della-regia-nave-folgore/