Attualità

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    Don Tonino Bello (Alessano, 18.3.1935 – Molfetta, 20.4.1993)

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Cambiare la storia (don Tonino Bello)

    Chi spera cammina,
    non fugge!
    Si incarna nella storia!
    Costruisce il futuro,
    non lo attende soltanto!
    Ha la grinta del lottatore,
    non la rassegnazione che disarma!
    Ha la passione del veggente,
    non l’aria avvilita di chi si lascia andare.
    Cambia la storia, non la subisce!

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    Quando la pesca sarà finita, andremo in pace?

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Il pesce dei mari cosiddetti italiani è finito, abbiamo sfruttato tutto ciò che c’era da sfruttare.
    Adesso la rabbia dei pescatori, che dicono essere stati rovinati dalle vigenti leggi e dal caro carburante, non basta più. Sono ancora circa 13.300 le imbarcazioni italiane impegnate nella pesca e, delle 900.000 tonnellate commercializzate ogni anno, di cui 220.000 tonnellate pescate nel mare italiano per un giro d’affari del settore ittico pari a circa 1,2 miliardi di euro, si soffrono i costi d’impresa che, per peschereccio sono aumentati del 240% ed hanno visto la categoria degli addetti ai  lavori diminuire del 38% in 10 anni.
    Importiamo quindi anche il pesce che non è più del “mare nostrum” ma che ci viene fornito dai gelidi mari del nord, commercializzato dai grandi pescherecci oceanici, e rischiamo di comprare pesce ghiaccio cinese spacciato per bianchetto o pangazio allevato nell’inquinato bacino del Mekong. Questi sono i dati inquietanti forniti da Ocean 2012.
    Nel 2023 si è confermato lo stesso trend, un anno sempre nero della nostra storia marinara.
    Conserviamo però l’italico gusto sopraffino di sparare su tutto e su tutti. Abbiamo l’arsenico, il mercurio e l’eccessivo fluoro che esce dai nostri rubinetti, la grande industria siderurgica e chimica che inquinano l’ambiente, e tutto viene scaricato a mare. I pesci piccoli si nutrono di alghe inquinate, che a sua volta sono mangiati da quelli dai pesci più grossi, che vengono mangiati da noi, che paghiamo a caro prezzo (in rapporto circa 30 volte tanto) i costi della sanità, così come paghiamo per la perdita di vite (umane, animale e vegetale)… e approviamo leggi per i pescatori che, anziché pescare, si incentivano a fare gli spazzini del mare!


    Ci nascondiamo sempre in inutili chiacchiere o, ancora peggio, nelle bugie dichi sostiene che non esiste uno sviluppo eco-sostenibile o quantomeno più equilibrato. Ma tanto che ci frega dirà qualcuno, siamo di passaggio in questa vita, noi facciamo parte dei paesi industrializzati dove tutto l’equilibrio è misurato con il denaro e il resto?
    Il resto o è mancia o lo buttiamo nel cesso, tanto il nostro stomaco digerisce tutto.
    Quando la pesca sarà finita, dove andremo a defecare?

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    19.4.2024, al Centro Candiani di Mestre Venezia proiezione del film inchiesta “Hedia – Quella sporca faccenda”

    a cura Centro Studi Storici di Mestre

    HEDIA 1962 oltre sessant’anni di silenzi per il più incredibile giallo marinaro del XX secolo
    HEDIA – GRAFFEO – MATTEI – GUERRA ALGERIA – DE MAURO
    Incontro con proiezione documentario e dibattito si terrà venerdì 19 aprile 2024 ore 17:30 sala conferenze del Centro Candiani Mestre Venezia.
    Il 14 marzo 1962 alle ore 10:00, mentre viaggia da Casablanca a Venezia, la motonave HEDIA comunica la posizione e annuncia un cambio di rotta per il mare forza otto: ma solo il giorno 20, e dopo vane ricerche, la nave è dichiarata persa con l’intero equipaggio. Da subito in quel naufragio senza SOS, relitti, cadaveri, chiazze di nafta e con qualche giornale che scrive di siluri magnetici e armi destinate alla guerra in Algeria, si nota qualcosa di strano.
    E quando a settembre, nella foto di prigionieri rilasciati ad Algeri i parenti degli scomparsi riconoscono cinque loro cari, lo strano si trasforma in inquietante. Tuttavia, solo col passare del tempo verranno fuori trame da quasi giallo dagli intriganti tocchi di fantapolitica, tra servizi segreti, verità negate, assurdi dinieghi, fake news ufficiali, depistaggi insistiti, insabbiamenti di stato e spudorate montature, da troppi temuti come un mortale virus carico di tutta la crudele arroganza del potere, diritto rubato da altri uomini.
    Accursio Graffeo nipote di Filippo Graffeo uno dei 19 marinai italiani con ricerche rigorose, con l’analisi di dati ha scoperto la verità su quei fatti.
    Diciannove marinai italiani ed un gallese morti sull’altare degli interessi delle multinazionali del petrolio insieme all’italiano più importante di tutti i tempi Enrico Mattei presidente dell’ENI promotore del miracolo economico degli anni sessanta, che aveva come obiettivo di rendere l’Italia indipendente dal punto di vista energetico.
    Durante la guerra indipendenza Algeria 1954-1962 Enrico Mattei aiutò il Fronte Liberazione Algerino (F.L.N.) con aiuti di varia natura tra cui l’invio di armi che saranno fondamentali per la vittoria finale contro la Francia.
    La motonave HEDIA viene sequestrata e l’equipaggio fatto prigioniero, i francesi volevano sapere per conto di quale stato stavano facendo il trasporto, il governo italiano di allora non reclamo quei marinai altrimenti significava metterci la firma su quel carico di armi.
    De Gaulle presidente francese fece assassinare tramite la Main Rouge braccio armato dello SDECE servizio segreto francese tutti i personaggi che in vario modo rifornivano di armi i ribelli algerini, aveva anche fatto mettere una taglia su Enrico Mattei alias “spaghetti” a favore di chi portasse le prove arrivate poi con il sequestro della motonave HEDIA.
    Il 27 ottobre 1962 l’aereo di Enrico Mattei esplose in volo a Bascapè (PV) di ritorno da Catania dopo essersi recato a Gagliano Calstelferrato (EN), attentato eseguito con una micro carica esplosiva tipico modus operandi della Main Rouge.
    Con assassinio di Enrico Mattei la trattativa in corso per riportare in Italia i nostri marinai voluta da Don Michele Arena naufrago, sarebbe stato troppo pericoloso farli ritornare per il futuro politico di Fanfani ed Andreotti, verità scomode, cose grosse sulla testa della povera gente, un sequestro finito nel peggior dei modi, (tipico esempio mafia dei colletti bianchi che decide chi deve vivere e chi deve morire).
    Il 16 settembre 1970 viene sequestrato è fatto sparire per sempre il giornalista Mauro De Mauro incaricato dal regista Rosi di ricostruire gli ultimi giorni in Sicilia di Enrico Mattei, in un articolo Espresso Sera intuisce il rapporto Mattei Hedia così che ai suoi colleghi confida che nella busta gialla ho uno scoop che farà tremare l’Italia.
    Sulla scomparsa della motonave HEDIA nel 1962 non ci furono né ricerche né denunce.
    Dopo dieci anni di ricerche iniziate nel 2012 oggi abbiamo la verità giornalistica in attesa che la giustizia faccia il suo corso.
    Info: Accursio Graffeo
    cell. 3396232810