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Ma quei marinai, si saranno salvati?

di Marino Miccoli

“Quando le onde sono alte come montagne e la nave rolla e beccheggia così tanto da farti vomitare le ossa… possibilmente fuoribordo… è allora che raccomandi la tua anima a Dio!”

Con queste parole mio padre Antonio, maresciallo capo-cannoniere della Regia Marina, era solito ricordare le vicissitudini riguardanti la sua navigazione con mare grosso. Mi sono tornate alla memoria quando ho notato, nel suo album di ricordi, la fotografia che mi ha suggerito il presente scritto.
Queste righe vogliono anche rappresentare, per noi tutti, un modesto motivo di riflessione sui pericoli che la gente di mare ha affrontato e anche oggi affronta (seppure in maniera più limitata per l’uso di strumenti che le tecnologie più avanzate mettono a disposizione) durante la navigazione.
In questa vecchia, quanto drammatica fotografia, si può notare come la nave mercantile, probabilmente francese, adibita al trasporto di passeggeri e merci, si trovi in balìa delle enormi ondate di un mare in tempesta. Il beccheggio è talmente profondo che addirittura si può scorgere l’estremità della poppa, che rimane fuori dall’acqua. Il frangente in cui la scena è stata ripresa è veramente drammatico. E’ uno di quei tristi momenti di reale e concreto grande pericolo che si è costretti ad affrontare quando si naviga. In situazioni come questa,  si è tutti fratelli senza distinzione di nazionalità o di bandiera. Sì,  perché la furia della natura, scatenata degli elementi atmosferici, riesce a fare ciò che in condizioni di normale quotidianità  avviene raramente, in una sola parola “fratellanza”.
Il pericolo, quello vero e minaccioso, riesce ad accomunare gli esseri umani.
La domanda che in tutti questi anni mi sono posto è la seguente: ma l’equipaggio ed i passeggeri di quel mercantile, si saranno salvati?
Sul retro della foto non ho rinvenuto né scritte né altri elementi da consentirmi di identificare la nave. Quello che di sicuro posso affermare è che l’immagine, scattata negli anni ’30, è stata ripresa da una unità della Regia Marina che con molte probabilità si era portata in zona per prestare soccorso.
Se qualche attento lettore, appassionato delle cose di mare, ha riconosciuto o è in grado di  identificare questa bella nave mi farà cosa gradita portandomi a conoscenza del nome.

2 commenti

  • Pino Sammartano

    Ho conosciuto le tempeste in mare con la Palinuro, e le ho incontrate anche con il mio due alberi di 9 metri Noa Noa bordeggiando le coste di Liguria e Sardegna. Emozioni irripetibili!

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