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7.11.1978, Letterio “Liu” Donato

di Francesco Venuto

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(Messina, 15.3.1895 – 7.11.1978)

… e le verità conclamate su l’azione di Premuda.

francesco-venuto-per-www-lavocedelmarinaio-com-copiaMESSINA – Il dieci giugno di ogni anno si celebra la Festa della Marina militare in ricordo dell’impresa di Premuda avvenuta nello stesso giorno del 1918. Impresa che cambiò il corso della guerra. L’allora capitano di corvetta Luigi Rizzo, al comando di due Mas affondò la Santo Stefano, cioè la corazzata-orgoglio della marina austriaca. Quindi è anche la festa in memoria di un messinese; anzi di due: a bordo dell’angusto motosilurante, assieme a Rizzo c’era anche “Liu”, come lo chiamava il suo comandante.
“Liu” era Letterio Donato, classe 1895, messinese del villaggio Pace, marinaio sufficientemente esperto perché aveva trascorso la sua giovinezza a bordo delle navi mercantili. Prima di quell’impresa aveva già partecipato a missioni rischiose e, anche per questo, Rizzo lo voleva spesso accanto a sé. Donato e l’eroe di Grado e di Premuda si intendevano benissimo: spesso bastavano pochi cenni con il capo e, talvolta, Rizzo gli impartiva i suoi ordini direttamente in siciliano.
Nelle concitate fasi dell’affondamento della Santo Stefano, ad un certo punto il milazzese disse al Pacioto: “Liu, sugno n’te to mani” (Liu, sono nelle tue mani).
Donato nell’organizzazione del Mas, mezza dozzina di uomini d’equipaggio più il comandante, svolgeva diversi compiti: a lui toccò il compito di sparare il secondo siluro contro la corazzata austriaca durante l’attacco iniziale, per poi spostarsi a poppa, dove l’attendeva il dispositivo di lancio delle bombe di profondità per permettere al motosilurante numero 15 di guadagnarsi la fuga durata più di tre ore. Letterio Donato è morto il 7.11.1978, sessant’anni dopo la straordinaria impresa che lo rese un eroe, ma con una storia personale profondamente diversa da quella del suo comandante di allora.
Tornato nella sua Messina fatta di baracche e di degrado, “Liu” fu accolto trionfalmente. Poi la vita ritornò quella di sempre: il ritorno in mare sulle navi mercantili, qualche piccola attività a “terra” senza grandi risultati, poi la vecchiaia trascorsa con nella mente il ricordo di quella straordinaria esperienza e molti rimpianti.

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Donato agli amici e ai suoi familiari ripeteva spesso che a scorgere i fumaioli della Santo Stefano, quella mattina del 1918, fu proprio lui: “Rizzo dormiva”, ripeteva tra l’incredulità generale.
A Letterio Donato e agli altri undici marinai dei due mas toccò la medaglia d’argento, a Rizzo e Aonzo (il comandante dell’altro Mas) la medaglia d’oro. In un’intervista rilasciata al senatore Alfredo Cesareo, allora corrispondente de L’Ora, Donato raccontò solo un episodio della lunga serie di festeggiamenti in onore degli uomini che cambiarono il corso della guerra:
“Il Re ci offrì il pranzo a Milano. Quando Rizzo arrivò e scoprì che i suoi equipaggi erano stati sistemati in una sala accanto si recò al suo posto manifestando ai presenti il suo disappunto”. Rientrato l’”incidente diplomatico”, Donato prese posto sulla destra del suo comandante, cui rivolse lo sguardo assieme ai commilitoni quando fu il momento di mangiare il pollo. Rizzo ordinò di mangiarlo con le mani. Di “Liu” Letterio Donato restano le foto in divisa con i compagni del fortunato equipaggio (tutti con i baffi, comandante compreso), le medaglie, una scuola elementare a lui intitolata nel suo villaggio e il ricordo ancora vivo nella testa dei suoi familiari.
La moglie dell’eroe di Pace, nel 1955, fu invitata per fare da madrina al varo della motonave “Lipari”.
Poi una lunga serie di delusioni, come l’assenza del nome di Donato nell’elenco dei decorati al valor militare pubblicato nel 1983 dalla Federazione provinciale dell’istituto del Nastro azzurro.
Ma questa è un’altra storia…

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Motivazione della Medaglia d’argento al Valor Militare
Facente parte dell’equipaggio di due piccole siluranti in perlustrazione, con animo forte coadiuvava i comandanti nel portare a fondo l’attacco contro una poderosa forza navale nemica. Durante tutta l’operazione che condusse al siluramento di due grosse corazzate, dava prova di bello ardimento e grande freddezza, fulgido esempio di virtù militari e di devozione al dovere” (Costa Dalmata, notte sul 10 giugno 1918) – (R.D.19 giugno 1919).

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L’azione di Premuda e le verità conclamate
di Claudio Confessore

dipinto-di-claudus-su-azione-di-premudaL’azione di Premuda è stata condotta da Luigi Rizzo che era il Capo Sezione dei due M.A.S.
E’ lui che ha scelto la tattica e condotto l’azione. Ogni componente dell’equipaggio ha fatto la sua parte nel bene e nel male (per quella azione sono state distribuite medaglie ma qualcuno è stato anche punito).
In una intervista rilasciata al Senatore Giovanni Alfredo Cesareo, collaboratore del giornale «l’Ora» di Palermo, il Letterio parlò di un cacciatorpediniere che inseguiva il M.A.S. 15 e disse: «Paria un liuni, signuri, un liuni chi s’abbintava supra di nui».
Benché la frase rende bene l’idea della fase successiva all’affondamento del Santo Stefano e della fuga dei due M.A.S. inseguiti dalle unità di scorta, si citava un cacciatorpediniere mentre, in realtà, si trattava di una torpediniera.
Donato Letterio non si è mai lamentato del suo Comandante e Rizzo non ha mai oscurato i meriti di nessuno dei suoi dipendenti. E’ certo invece che le lamentele di alcuni ufficiali, destinati a Venezia e gelosi dei successi di Rizzo, contribuirono a far trasferire lo stesso Rizzo da Venezia ad Ancona. Peraltro, la sua carriera stava per essere distrutta se non fosse fallito il tentativo degli austriaci, sbarcati il 4 aprile 1918 a 17 Km da Ancona, per cercare di riprendere la torpediniera austriaca B 11, di distruggere le opere portuali ed i sottomarini ed impadronirsi dei MAS eliminando gli equipaggi.
luigi-rizzo-foto-internetMi risulta che il Letterio, rientrato a Villaggio Pace, fu accolto come un eroe e che a lui furono intitolate una scuola elementare presso il rione e, non so se si tratta della stessa struttura, anche di un edificio dell’Istituto Complessivo Paradiso di Messina.
Per l’azione di Premuda, Luigi Rizzo venne insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia; ma, in virtù del R.D. 25 maggio 1915 n. 753 che vietava di conferire alla stessa persona più di tre medaglie al valore cumulativamente d’argento e d’oro, non fu fregiato della seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare. Tale limitazione fu abrogata con il R.D. 15 giugno 1922 n. 975 e quindi con R.D. 27 maggio 1923 gli fu revocata la nomina a Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia e concessa la Medaglia d’Oro.
Ad Aonzo fu conferita la Medaglio d’Oro al Valor Militare ed a tutti gli altri la Medaglia d’Argento al Valor Militare a meno del Torpediniere Lorenzo Feo a cui fu addebitata la colpa del mancato scoppio del siluro di sinistra del MAS di Aonzo.
Di seguito la composizione degli equipaggi dei MAS che hanno partecipato all’azione di Premuda.
COMANDANTE DELLA SEZIONE MAS 15 E 21 IMBARCATO SUL MAS 15
Capitano di Corvetta Luigi Rizzo
M.A.S. 15
Comandante Capo timoniere di 2^ Classe Armando Gori
Volontario Motorista di 2^ Classe Emilio Manfredi
Sottocapo Cannoniere Giorgio Varchetta
Fuochista Salvatore Annaloro
Fuochista Giuseppe De Fano
Torpediniere Scelto Eraldo Bertucci
Marinaio Scelto Letterio Donato
Marinaio Scelto Francesco Bagnato
M.A.S. 21
Comandante Guardiamarina di Complemento Giuseppe Aonzo
Sottonocchiere Luigi Rossi
Cannoniere Scelto Guerino Capuano
Torpediniere Bruno Santarelli
Torpediniere Lorenzo Feo
Fuochista Giovanni Callipari
Fuochista Ugo Tomat.

Si consiglia di leggere il libro Luigi Rizzo di Fabio Andriola edito dall’Ufficio Storico della Marina Militare.
Prima biografia ufficiale di una delle figure di spicco della Marina Militare, narrata senza retorica ma con piglio letterario; dalla fama di “Affondatore” (così soprannominato da D’Annunzio) guadagnata sul campo negli ultimi anni della prima guerra mondiale (leggendarie le imprese di Grado e di Premuda), alle vicende del primo dopoguerra; i rapporti con D’Annunzio e con il Fascismo; il richiamo in Marina allo scoppio della seconda guerra mondiale e l’assunzione della Direzione dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico, fino al triste e faticoso rientro in Italia dopo il periodo di prigionia in Germania, che si rivelò fatale per il suo fisico.

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Titolo: Luigi Rizzo
Autore:Fabio Andriola
Edizione: 2000
Pagine: 356
Illustrazioni: 32
Prezzo intero (full price): 15,00 € Prezzo ridotto (reduced price): 10,40 €
Peso: 1000 g
ISBN: 978-88-98485-45-1

13 commenti

  • Giacomo M.

    Sinceramente non so dove vogliate andare a parare, con questo articolo denigratorio di Rizzo, che riproponete pari pari ogni anno.
    Vogliamo spargere un po’ di melma perfino su Luigi Rizzo?
    E vabbuò, spargiamo melma anche su Rizzo.
    Mi chiedo cosa resterà, alla fine.

  • Roberto Canessa

    Ciao Ezio, anche se non ci conosciamo, ti mando questa mail perché sto cercando il berrettino del Rizzo F596 che si vede nel sito ”La voce del Marinaio” durante il terzo raduno del suo equipaggio. Io sono stato imbarcato come RT, sul Rizzo dal dicembre 1961 al 30/4/62 ma non ho mai potuto intervenire ai raduni annuali organizzati. Per questo ti chiedo, per favore, se puoi indicarmi a chi mi posso rivolgere al fine di ottenere questo ricordo.
    Con tanti ringraziamenti spero di avere una tua risposta.
    Ciao.
    Roberto Canessa

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buongiorno Roberto carissimo,
    annualmente ( e anche più) gli equipaggi della ex Nave Rizzo si riuniscono per i raduni con i loro cari. L’anno prossimo direttamente a Milazzo la città di Rizzo proprio perchè ricade il centenario.
    Filippo Bassanelli, il decano del gruppo (hanno anche una pagina su facebook a cui puoi accedere), che legge e partecipa al blog e forum, saprà indirizzarti meglio sul “cambusiere” e sugli altri dettagli di gadget, informazioni e raduni,
    un abbraccio grande come il mare Ezio

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