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Ci chiamavamo fratelli d’Italia

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Ezio Pancrazio  Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)Le ideologie e i vagheggiamenti ideologici sono morte e gli italiani hanno aperto gli occhi perché incominciamo ad avere i crampi allo stomaco. Non basta più schierarsi e neanche  che ognuno di noi si adoperi per rendere vivibile il nostro orticello perché non c’è più seme da piantare, nessun orizzonte, nessun futuro.
L’arroganza e il menefreghismo  hanno avuto il sopravvento sulle persone oneste, quelle persone che non riescono più a trovare un lavoro e quindi un pezzo di pane almeno per sopravvivere. Fatichiamo a dire di essere italiani e a riconoscerci sul primo degli articoli della Costituzione perché manca la materia prima, perché manca il lavoro.
Non percepiamo più il comune senso di appartenenza a questo amato paese, semplicemente perché alcuni individui, che ci hanno mal governato e derubato (…e continuano impunemente a farlo), hanno portato il paese sull’orlo del baratro e l’Europa alla deriva.
Per ricostruire, per riedificare bisogna, assolutamente spezzare la corruttela tra poteri forti che ci cercano solo per legittimare i loro scopi ed interessi fondati sull’unico credo di questo mondo globalizzato: il potere economico gestito da pochi banchieri eletti.
Ci chiamavamo fratelli, fratelli d’Italia, dimostriamolo di esserlo non legittimando questi cialtroni.

Mare mosso - www.lavocedelmarinaio.com

17 commenti

  • Nicola CHIEPPA

    Non sò quale potrebbe essere la soluzione, il problema è grave ed è reale. Ultimamente al Governo abbiamo visto all’opera sia la destra che la sinistra, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se non si riesce a fare una legge elettorale condivisa da tutti mi lascia alquanto perplesso.

  • Marinaio di Lago

    Buongiorno Ezio, comprendo il tuo e nostro sfogo.
    In democrazia, in qualsivoglia democrazia, i cittadini eleggono i propri rappresentanti che, a parere mio, non devono essere imposti, la percentuale dello sbarramento può andare bene se votata liberamente, “senza alcun vincolo di segretezza”,in seduta comune,e con un percentuale non inferiore al 80% dei voti.
    Senza orpelli alcuni, come avviene per la votazione dei sindaci nelle città che superano i 15.000 abitanti, si va al ballottaggio tra 2 candidati che hanno ricevuto più voti (senza vincolo di coalizione). Chi vince designa i suoi ministri alla ratifica del Presidente della Repubblica. Alle opposizioni vanno le presidenze delle commissioni.
    Le associazioni, i partiti, i sindacati o altre forme di rappresentanza devono essere esclusivamente dai cittadini iscritti o aventi diritto. Chi ha pendenze penali superiori ai due anni perde il diritto, vita natural durante, al voto e all’accesso nella pubblica Amministrazione (compresi enti di stato, locali, aziende a maggioranza statale, istituzioni ecc. ecc.). In caso di possibile parità o di ingovernabilità di quanto sopra il Presidente della Repubblica si fa “garante responsabile” mandando, sotto la sua diretta responsabilità, un suo fiduciario ad interim fino a prossimo elezioni da indire entro i 6 mesi.
    P.s. la prima legge da votare?
    il numero massimo dei rappresentanti di cui sopra (rami parlamento, compreso enti, associazioni, sindacati, ecc. ecc. e che gli organici siano sempre aggiornati e all’accesso del popolo italiano).
    la seconda legge?
    competenze dirette e specifiche senza alcun doppio ministero o doppio incarico per nessuno (leggasi votazioni entro sei mesi e interim deciso dal Presidente della Repubblica).
    la terza legge?
    Una volta che c’è stabilità. Elezione diretta del Presidente della Repubblica.

  • Francesco Settanni

    Bravissimo…… in poche brevississime e concentrate parole la descrizione della nuda e cruda realtà e la sola unica soluzione per uscire dal baratro….

  • EZIO VINCIGUERRA

    Grazie a Lei Francesco per avere letto fino in fondo lo sfogo di un servitore dello stato che, purtroppo, si pone domande che prima non si poneva. Un abbraccio grande come il mare

  • EZIO VINCIGUERRA

    Grazie a te e a tutti voi sapete già che vi stimo tantissimo e soprattutto vi ringrazio per l’esempio che date a noi in questo periodo chiamiamolo di distrazione storica

  • Domenico Tringali

    Purtroppo è la pura e santa verità. Non credo più nella politica e nella democrazia, che ci ha portato allo stato in cui siamo. Di ciò la colpa,in gran parte, è del popolo ignorante e complice che ha inteso la politica e la democrazia, allo stesso modo dei politicanti, ovvero raggiungere in qualsiasi modo i propri interessi personali e il risultato è che ci ritroviamo con un popolo di privileggiati e raccomandati senza un futuro per i giovani e di conseguenza senza un futuro per l’Italia.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Domenico Tringali hai centrato appieno dicendo che lo scopo della democrazia non è raggiungere il potere in qualsiasi modo …quella chiamiamola con il suo vero nome: dittatura.
    Per adesso come ho sostenuto in un altro articolo siamo più alla dettatura e, io aggiungo, alla democrazia imposta in maniera coatta, con la paura.

  • Domenico Tringali

    Speriamo bene; non tanto per noi che ormai abbiamo dato; ma per i nostri figli e nipoti. Ciao ed ancora grazie per tutto ciò che fai per la nostra grande famiglia.

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