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17.9.1940, Aniello Della Monica

di Claudio53
foto a cura Antonio Cimmino

…e il regio cacciatorpediniere Cigno

Aniello Della Monica Sergente S.D.T. ucciso tra la notte del 16 e il 17 settembre 1940 sul regio cacciatorpediniere Cigno durante un bombardamento a Bengasi.
Adesso riposa in pace a Castellammare di Stabia ricordato dai suoi concittadini e dai marinai di una volta. Questo ricordo è stato possibile grazie alla segnalazione pervenutaci da Claudio53 (che a suo tempo pubblicammo dandone comunicazione ai familiari del caro Aniello che adesso riposa in pace).
(Pancrazio “Ezio” Vinciguerra)

Aniello Della Monica Sergente S.D.T. fu una della 24 vittime del bombardamento che avvenne nel porto di Bengasi tra la notte del 16 ed il 17 settembre 1940 in cui rimasero coinvolti il regio cacciatorpediniere Cigno, il regio cacciatorpediniere Aquilone ed il piroscafo Gloriastella.
Alle 00.30 circa il porto fu bombardato da 9 aerosiluranti inglesi Fairey Swordfish del 815° Squadron della Fleet Air Arm, decollati dalla portaerei HMS Illustrious. 
Il Cigno, che era ormeggiato fra le due unità, ed il Gloristella furono colpiti intorno alle 00.57 e sul Cacciatorpediniere si sviluppo un incendio che fu estinto dopo molte ore; fu anche allagato il deposito munizioni di prora. 
Il Cigno fu colpito da una sola bomba sul lato sinistro ma fu investito anche dalle schegge delle strutture del Gloristella a seguito delle esplosioni. Fu una strage tra equipaggio.
Morirono 5 Sottufficiali e 19 Sottocapi e ci furono molti feriti.

Poiché nell’Albo d’Oro di ONORCADUTI risulta che la salma è ancora al Sacrario Militare di Tripoli ma il nominativo non risulta nell’elenco del cimitero di Hammangi, vicino Tripoli, ritengo che l’Aniello fu sepolto inizialmente nel cimitero di Bengasi e successivamente nel Sacrario Militare di Tripoli ed infine la salma fu tumulata nel 1972 nel cimitero comunale di Castellammare di Stabia, non essendo il nominativo nell’elenco del Sacrario d’Oltremare di Bari dove furono tumulate quasi tutte le salme provenienti da Tripoli in quell’anno.

LA TESTIMONIANZA DEL FRATELLO DI ANIELLO

A tal proposito ricordo che nel 1955 il Commissariato Generale delle Onoranze Caduti in Guerra, studiò un programma per la sistemazione definitiva di tutte le Salme dei Caduti Italiani in Libia dal 1911 al 1945 in un Sacrario unico da costruire a Tripoli. Il programma originario del 1953 prevedeva la costruzione di due Sacrari: per i caduti della seconda Guerra Mondiale uno a Tripoli e l’altro a Tobruk oppure a Bengasi; per tutti gli altri caduti si pensò al ripristino e al mantenimento dei vecchi Sacrari ed Ossari della Libia. Il Sacrario fu costruito ad Hammangi località a circa 2 km dal centro di Tripoli.
Circa un anno dopo il rientro in patria della collettività italiana “cacciata” dalla Libia (1970), il nuovo regime di Tripoli dichiarò di voler smantellare il cimitero cattolico di Hammangi e di volerne trasferire le salme nel cimitero di Ain Zara. Per evitare che le tombe svanissero nel nulla, come era accaduto con il cimitero di Zuara, l’ANIRL (Associazione Nazionale Italiani Rimpatriati dalla Libia), d’intesa con le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, riuscì a sensibilizzare il Governo italiano che, con una grande operazione, fece trasportare in Italia le salme dei nostri caduti con traghetti della Tirrenia nei porti di Siracusa, Genova e Palermo. Molti caduti furono tumulati nel Sacrario d’Oltremare di Bari ed altri, su richiesta dei famigliari, nei cimiteri dei propri comuni.

Non sono a conoscenza, ma chiederò ad ONORCADUTI, se tra i circa 6500 italiani sepolti ancora oggi nel cimitero di Hammangi ci siano o meno dei militari. Peraltro, mi risulta che siano in atto azioni per il restauro del predetto cimitero che vandali hanno devastato durante la recente crisi libica.

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