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Cariddi, il fenomeno del respiro della terra

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

La Terra è un organismo vivente e pertanto per poter vivere ha bisogno di respirare. Come il respiro di ogni essere vivente la Terra, in base alla sua grandezza, al peso della sua massa, a tutto il contesto dei movimenti che compie ed alla velocità che gira attorno a se stessa ed al Sole, effettua un respiro che ha la durata complessiva di 12 ore: 6 ore per inspirare e 6 ore per espirare. Il suo apparato respiratorio è composto da vari canali posizionati e distribuiti in diversi punti del Pianeta. Uno dei canali principali si trova in uno squarcio della crosta terrestre nelle profondità dell’Oceano Atlantico, nell’Arcipelago delle Bermuda.
Quando la Terra inspira in quel punto dell’oceano, viene a crearsi un grandissimo vortice con una gran quantità di mulinelli che risucchia i natanti verso la profondità degli abissi. Praticamente si crea una “spirale energetica” che partendo dal mare fino oltre l’atmosfera provoca, per la sua forte attrazione magnetica verso il basso, dei vuoti d’aria che attirano, come una calamita, anche gli aerei che sorvolano l’area soprastante. Di conseguenza, questo risucchio delle acque, causa il movimento delle correnti ed il fenomeno della bassa marea lungo le coste.
Nelle 6 ore successive la Terra espira e quindi tutta l’acqua che aveva risucchiato in precedenza viene nuovamente espulsa formando delle fortissime correnti sicché, mentre prima vi era nelle coste il fenomeno della bassa marea, con questo movimento ne deriva il fenomeno dell’alta marea, come se ci fosse un fiume in piena.

E’ lecito domandarsi che fine hanno fatto le imbarcazioni e gli oggetti risucchiati e inghiottiti dal vortice. Una spiegazione potrebbe essere quella che una volta entrati nel vortice, gli oggetti vengono sgretolati e fatti a brandelli dalla forte pressione dell’acqua e le parti più resistenti non inghiottiti dagli abissi, si fa fatica a ritrovarli perché spostati di parecchi gradi dalle forti correnti sottomarine.
Nelle dovute proporzioni un fenomeno simile tutti i giorni si verifica, per identica causa, nello Stretto di Messina. Durante i secoli e i millenni la terra ha subito tante trasformazioni. In questo tratto di mare, oggi come nell’antichità, questo fenomeno era consueto. Fu proprio attraversando lo Stretto di Messina che Ulisse perse sia la nave che i propri compagni pagandone amaramente le conseguenze.
Omero nell’Odissea chiamava questo fenomeno col nome di Cariddi.

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