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A proposito del Transylvania

di Luigi Griva
Per Trucioli, maggio 2017 / Convegno Bergeggi

EDOARDO RICCARDI RACCONTA VENT’ANNI DI CACCIA AL RELITTO: “non abbiamo trovato il Transylvania ma laggiù dove cercavamo – tra i 150 e i 180 mt. – c’è sicuramente una nave armata della Seconda Guerra Mondiale“.

Al Convegno sul Centenario dell’affondamento del Transylvania di Bergeggi, lo scorso 28 aprile, l’intervento più atteso era quello di Edoardo Riccardi, archeologo subacqueo professionista, collaboratore dal 1963 al 1985 del Centro Sperimentale di Archeologia Sottomarina di Albenga, poi direttore di numerose campagne di scavo in Liguria e Sardegna: tra queste, l’esplorazione subacquea della Grotta di Bergeggi, l’ispezione della rada di Vado, lo studio delle antiche navi di Olbia. Con il gruppo di operatori da lui formato, nel 1997 – nel quadro dei progetti dello CSAM, Centro Studi sulle Attività Marinare – il dr. Riccardi ha promosso anche alcuni survey archeologici sui fondali antistanti il golfo e l’isolotto di Bergeggi, alla ricerca del relitto del HMT Transylvania.

L’appuntamento alla Biblioteca di Bergeggi è stato quindi l’occasione di raccontare per la prima volta – ora che l’identificazione del Transylvania nel 2011 da parte del Nucleo Subacqueo dei Carabinieri con il supporto tecnico della Gaymarine dell’ img. Guido Gay, progettista di attrezzature elettroniche per la ricerca e la Difesa, ha posto fine alla prima fase delle ricerche – la sua esperienza di vent’anni di tentativi.
Già nel secondo dopoguerra la SoRiMa, la Società armatrice di ricuperi marini del comm. Quaglia, aveva effettuato con la nave attrezzata Artiglio II alcune discese profonde con torretta di esplorazione sino a 100 mt. di profondità – il massimo allora raggiungibile – in un zona indicata dalla Capitaneria di Porto come probabile zona dell’affondamento della nave inglese, senza apprezzabili risultati. Ricorderemo che nel 1950 l’Artiglio II aveva effettuato in collaborazione con il prof. Lamboglia la prima campagna italiana di Archeologia marina, con prove di scavo e di recupero di reperti dalla cosiddetta “ nave romana di Albenga”; esperienza alla base della formazione del Centro Sperimentale di Archeologia Sottomarina dell’Istituto di Studi Liguri.
In tempi più vicini a noi , negli anni ’90, alcuni rinvenimenti sporadici di oggetti provenienti da uno o più relitti, ritrovati da pescatori nelle reti, ad una profondità di 150 – 180 mt., avevano allertato Riccardi.
Le mire fornite per il supposto relitto erano simili a quelle dei pescatori e della Capitaneria di Porto. Si trattava di proiettili esplosi di mitragliatrice, una baionetta, ed un oblò di nave, che tuttavia – sottoposti al giudizio degli esperti – risultarono appartenere ad un relitto più recente, della IIa Guerra Mondiale.
Una successiva prospezione con sonar a scansione laterale nella stessa zona, ottenuta tramite contatti da un altro socio CSAM, Pier Luigi Bertolotto, che aveva ottenuto la collaborazione della francese COMEX, aveva però confermato soltanto la presenza di un rilievo roccioso di forma oblunga, colonizzato da un centinaio di aragoste, come già segnalato da un ristoratore di Bergeggi, il signor Merengone, che vi poneva abitualmente le sue nasse.A causa della estrema incoerenza sui dati della posizione esatta del naufragio, forniti dai comandanti che avevano assistito ai salvataggi, Riccardi ed i colleghi dovettero quindi momentaneamente desistere nelle ricerche, in attesa che l’evoluzione tecnologica producesse nuovi strumenti per le alte profondità. Così come è avvenuto nel 2011, con il tecnologico catamarano della Gaymarine srl di Lomazzo (CO) e del suo ROV (minisommergibile teleguidato per la ricerca profonda). “Quello che avrebbe potuto sembrare un completo fallimento – ha detto Edoardo Riccardi – ha dimostrato invece che laggiù dove cercavamo , tra i 150 e i 180 mt – c’è sicuramente una nave armata della seconda Guerra Mondiale.

5 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera Luigi ho appena pubblicato, grazie.
    Un abbraccio grande come il mare e anche come il tuo cuore.
    Ezio

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Luigi in verità siete voi grandi a riportare nella banca della memoria dei lettori questi eventi storici. Io mi limito ad usare le tecnologie (fin quando ce lo permettono) in maniera diciamo “parsimoniosa”.
    Complimenti a te e a tutti gli organizzatori per questo speciale centenario.
    Vi giunga gradito un abbraccio grande come il mare da questo petulante marinaio emigrante di poppa.

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